La Antena
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Voto:
Un'imprecisata città vive nel silenzio assoluto poiché la voce dei suoi abitanti è stata rubata dal malefico Mr.TV (Alejandro Urdapilleta) i cui piani prevedono di rubare anche i pensieri. Per i suoi fini, il cattivo rapisce la misteriosa cantante The Voice (Florencia Raggi). Solo un riparatore di televisori, la sua famiglia e un bambino senza occhi figlio della cantante pos-sono salvare la città.
LA RECE
Accattivante racconto di distopia che riempie gli occhi ponendo l'accento, per assenza, sui suoni e sulle parole che mancano in quella città muta.
Stupefacente bizzarro film argentino sconosciuto alla nostra scombiccherata distribuzione in quanto stupefacente, bizzarro e argentino. Troppo bizzarro per lo spettatore medio che così tanto potrebbe specchiarsi negli accadimenti narrati in questo lavoro dell'acclamato regista Sapir. E dire che non sarebbe poi troppo complesso, a parte qualche visione ermetica da cinema d'avanguardia, poiché la Antena è essenzialmente una fiaba retrofuturista che arriva dritta al cuore cantando proprio del dramma di un potere che manipola, reprime e toglie la voce e i pensieri per imporre la propria voce e la propria unica idea. Ogni Stato ha sperimentato qualche forma di dittatura: l'Argentina ha avuto Jorge R. Videla, che può essere stato preso come spunto, ma ci sono anche suggestioni naziste in questo film che, in ogni caso, parla della dittatura in un senso più ampio soprattutto quando essa agisce per via mediatica. Tuttavia, il lavoro di Sapir non si distingue tanto per il messaggio, in effetti non originale, quanto per lo stile con cui il messaggio viene proposto. La Antena è, come detto, una fiaba in bianco e nero piacevolissima da osservare, immersa in un mondo che ha qualcosa della Metropolis (1927) di Lang, delle scenografie espressioniste, dell'umanità bizzarra di Jeunet e Caro (Delicatessen, 1990), degli incubi trasognati di Lynch fino ai cinefumetti di Frank Miller. Sapir dà vita a una parabola, un omaggio al cinema di un tempo pieno di tecniche realizzative sperimentali grazie alle quali, ad esempio, i dialoghi sono inseriti dentro il film come fossero dei balloon fumettistici, più un uso diverso del montaggio e della doppia esposizione. Nonostante l'argomento sia la distopia, e quindi il tema in sé sia drammatico, pare che il regista abbia voluto celebrare il cinema nella sua gioiosa creatività come potente mezzo comunicativo. Il suo è un lavoro di arte visiva accattivante che riempie gli occhi ponendo l'accento, per assenza, sui suoni e sulle parole che mancano in quella città muta. La Antena è un coraggiosissimo e raffinato esperimento in cui la bravura degli attori viene messa a dura prova dal momento che la recitazione si deve rifare ovviamente alla mimica tipica del cinema muto. Il film, comunque, non è privo di audio: le immagini sono continuamente accompagnate da un assemblaggio musicale anch'esso di gusto retrò. Fra ficcanti critiche sociali e teneri quadretti di dolcezza familiare, a guardare La Antena si rimane così, come la città ritratta nel film: senza parole. Da scoprire.
TRIVIA
Esteban Sapir (1967) dixit: “Non sono partito dalla storia, vedi?! Invece ho iniziato con i dettagli, con le sensazioni e con cose che sentivo” (Commento DVD).
Titolo originale
Id.
Regista:
Esteban Sapir
Durata, fotografia
99', b/n
Paese:
Argentina
2007
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
