Delicatessen
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Voto:
In un mondo dall'atmosfera post-atomica, l’ex clown Louison (Dominique Pinon), in cerca di lavoro come garzone, giunge al condominio gestito da un macellaio (Jean-Claude Dreyfus). Quello che Louison non sa è che il macellaio, in mancanza d'altro, vende, ai consapevoli inquilini, carne umana, quella della gente di passaggio… e dei precedenti garzoni. Presto, Louison finisce sul menù ma l'amore di Julie (Marie-Laure Dougnac), la timida figlia del macellaio, eviterà il peggio, soprattutto quando al salvataggio si unisce il gruppo dei Trogloditi, vegetariani sovversivi che vivono sotto terra.
LA RECE
Fiaba grottesca e sentimentale immersa in una realtà (forse) post-apocalittica. Momenti comici pregevoli, così come scenografia e fotografia. Da riscoprire.
Anni prima del romantico e mainstream il Favoloso mondo Di Amélie (2001), Jean-Pierre Jeunet e il fumettista Marc Caro proponevano Delicatessen, favola surreale, oscura ma anche tenera come può esserlo un appello ai buoni sentimenti. L'opera prima dei due registi è emblematica della loro poetica e del loro stile così riconoscibile anche in altre loro opere (la Città perduta, 1995). I due registi non rinunciano allo humor, alla tipizzazione eccessiva dei personaggi, a un gusto per la fiaba di stile surrealista. Il loro umorismo, mai volgare, sta a metà strada tra lo slapstick e le sottigliezze non sempre immediate; eccezionale, ad esempio, l'uso del campanello come un capezzolo. Non state sbagliando se avrete l'im-pressione di ritrovare qualcosa che appartiene allo stile dei fratelli Coen o se vi sembrerà di essere rientrati nello stesso condominio de l'Inquilino del terzo piano (1976) di Polanski o, ancora, se cogliete delle similitudini fra Louison e l'impiegato Sam Lowry di Brazil (1985); qualcuno dice che Delicatessen sia una reinterpretazione surrealista del film il Delinquente (1957) con Jerry Lewis. Il protagonista di Delicatessen è l'elemento di disturbo di una realtà bestiale, e porta, con le sue bolle di sapone, più rivoluzione di quanto possano i Trogloditi con i loro raid per accaparrarsi cereali. Non sorprende che l'unica persona del film che riesca a vedere abbastanza lontano sia la miope Julie, tenera, stralunata e risoluta come il piccolo Louison. Eccellenti atmosfere, ottimo uso delle luci su toni giallo-verdi che modellano un condominio vivo più che per la presenza umana, per l’intrico di tubi, scale, porte rumorose e scricchiolanti. Momenti comici pregevoli: dalla nota copula sul letto cigolante che crea (s)concerto, alla donna depressa che cerca di togliersi la vita nei modi più complessi e mai ci riesce. Per alcuni, un film che manda un mes-saggio di vero e proprio vegetarianismo. Mah. Per me, un film sulla solidarietà e su come la fantasia permetta di superare le asperità della vita.
TRIVIA
Marc Caro (1956) dixit: “Il nostro universo è piuttosto bizzarro e strano. Tutto in esso - attori, decorazioni - deve adattarsi ad esso. È una questione di gusto” (thedaily-star.net).
⟡ Jeunet prese l'idea per il film nel 1988 mentre era in vacanza in USA. Disse che l'albergo in cui pernottava serviva cibo così cattivo che sapeva di carne umana. Questo, però, non fu l’unico spunto d’ispirazione. Anni orsono, il regista viveva sopra una macelleria e, ogni giorno, alle sette di mattina, poteva sentire il rumore dei coltelli e una voce che urlava: "Taglia, taglia!" La fidanzata di Jeunet, per scherzare, gli diceva che stavano macellando i vicini e che la settimana seguente sarebbe toccato a loro.
⟡ Marc Caro compare nei panni del troglodita Fox.
Titolo originale
Id.
Regista:
Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro
Durata, fotografia
99', colore
Paese:
Francia
1990
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
