Apocalypse
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Voto:
2016. Il sole irradia la Terra con una violenza tale da aver prosciugato quasi tutte le acque e aver ridotto l’umanità in una condizione post-apocalittica alla ricerca di una Terra Promessa nella quale poter trovare ristoro. In macchina, sulle strade tedesche verso un posto che forse non esiste neppure più, abbiamo le sorelle Marie (Hannah Herzsprung), Leonie (Lisa Vicari) e il fidanzato della prima, Phillip (Lars Eidinger). Raccolto per la strada il meccanico Tom (Stipe Erceg), che può sempre tornare utile, il gruppo finisce fra le grinfie di una famiglia che, per sopravvivere, non va per il sottile.
LA RECE
Il sole ci si mangia e, quindi, si torna alla stato belluino tipico del backwood brutality. Idea interessante per questo post-apocalittico che, tuttavia, necessitava di migliore trattamento.
Horror non molto noto forse perché di produzione svizzero-tedesca, tuttavia, con un produttore esecutivo alle spalle di tutto rispetto se si parla di cinema catastrofistico: Roland Emmerich. Apocalypse, in effetti, poggia sulla storia di un grandioso disastro, perché un pianeta Terra alla mercé di un Sole sbracato non è un bel vivere. Tutti se ne vanno in giro alla disperata, ustionati e sudaticci, in questo incubo no-future il cui titolo, Hell, gioca con l’inglese, inferno, ma anche con il tedesco, luminoso. In Italia si cambia titolo per imboccare il pubblico, perché evidentemente "hell" non era abbastanza horror o comprensibile per noi; alzo le mani, forse hanno ragione i distributori italiani, evidentemente siamo un pubblico in una classe differenziale. Ad ogni modo, da questo scenario apocalittico si diparte un plot centrato sull’azione salvifica della sorella Marie nei confronti della minore Leonie che vorrebbe esaltare sia i migliori sentimenti (con tanto di finale che lascia ampie speranze in merito) sia le più deteriori declinazioni dell’istinto di sopravvivenza che, però, fanno ripiegare Hell nel sub-genere backwood brutality con la solita famiglia che campa in una fattoria usando gli incauti come vitelli. Certo, in uno scenario del genere, il cannibalismo ha più motivo di essere che nei più noti scenari da horror cannibalico stile Non aprite quella porta (1974), tuttavia siamo sempre lì. Forse l’idea del Sole patrigno che devasta il pianeta avrebbe potuto essere usata con più originalità per questo film in cui la prima parte da road-movie è più intrigante della seconda, pur con le sue crudezze (non eccessive). Il budget limitato, però, viene usato oculatamente, con color correction e tutto il resto per dipingere un mondo devastato e un manipolo di attori in parte. Film non fondamentale ma con una sua originalità d’impianto che avrebbe meritato più riscontro.
TRIVIA
Tim Fehlbaum (1982) dixit: “Ho studiato alla scuola di cinema di Monaco dove ho anche realizzato cortometraggi. Un corto che ho realizzato lì, nel 2005, aveva qualcosa di Hell per stile e atmosfera, ed era anche apocalittico. Era uno zombi-movie titolato Am Flaucher. Una storia molto semplice: una coppia che vive sull'Isar viene attaccata dagli zombi e poi diventa essa stessa zombi. L'avevo realizzato al volo […] il soggetto sviluppato in un giorno, preparato in una settimana e poi girato. Il tutto con due attori. […] Wöbke e Walther, i produttori, lo videro e dissero: “Sì, potremmo fare qualcosa del genere ma dovremmo pensare a qualcos'altro” […] Poi ad un certo punto ci è venuta l'idea del sole” (myfanbase.de).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Tim Fehlbaum
Durata, fotografia
89', colore
Paese:
Germania, Svizzera
2011
Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
