l'Assassino di Rillington Place n. 10
Voto:
Londra, 1949. Il povero e analfabeta gallese Timothy Evans (John Hurt) si muove con la moglie Beryl (Judy Geeson) e la figlioletta Geraldine nella City, prendendo in affitto un appartamento in Rillington Place al numero 10 dall'affabile Reginald Christie (Richard Attenborough). Incinta di nuovo e senza soldi, Beryl, dopo averne parlato al marito, si accorda con Christie su una procedura d'aborto clandestina che il locatore dice di saper compiere in quanto ex medico. In realtà, l'uomo ucciderà e stuprerà la donna per poi riferire a Timothy che la moglie è deceduta per complicanze, e lo convince al silenzio dato che entrambi avrebbero rischiato la pena di morte. Tim, però, tormentato dalla colpa, confessa tutto alla polizia e finisce fra le maglie della giustizia mentre Reginald recita la parte dell'innocente e continua a uccidere.
LA RECE
Tragica storia vera, figlia della miseria e dell'ignoranza, che merita anche una seconda visione, a patto di calarsi in un certo modo di fare cinema distante dalle odierne esagitazioni.
Pregevole film tratto da un vero caso avvenuto a metà del XX secolo nella scalcinata Londra della povera gente, ricostruito basandosi sul libro d'inchiesta giornalistica "10 Rillington Place" scritto nel 1961 da Ludvic Kennedy. L'idea di piegare il dramma alle ragioni cinematografiche deriva, con tutta probabilità, dalla volontà di cavalcare il successo di un prodotto come A sangue freddo (1967) a propria volta riduzione del noto romanzo di Truman Capote. Alla regia viene messo Richard Fleischer che si era già cimentato con Frenesia del delitto (1959), basato sul processo a Leopold Loeb, e lo Strangolatore di Boston (1968). Assunto come consulente alla sceneggiatura il giornalista Kennedy, il film mira a una ricostruzione il più fedele possibile ai fatti con tanto di dialoghi presi pari pari dalle deposizioni effettuate durante le indagini. I particolari più crudi, tuttavia, vengono espunti, in parte perché non congrui allo stile narrativo del racconto, in parte per i dettami della censura inglese del tempo. Quindi, gli abusi sul cadavere di Christie vengono resi solo superficialmente, si evita il sangue e si glissa completamente circa il fatto che, con tutta probabilità, le confessioni di Tim furono estorte da Scotland Yard a suon di sberle. Lento e privo della tipica tensione dello psycho-thriller moderno, l'Assassino di Rillington Place n. 10 è, tuttavia, un riuscitissimo pezzo di cinema horror non parossistico con uno strepitoso Richard Attenborough, doppiato magistralmente da Oreste Lionello, nei panni di un dimesso, bisbigliante e manipolativo serial killer immerso in una Londra povera e bisognosa che lui sa adescare millantando credito. Ne esce un istruttivo spaccato di miseria sociale che ci dice come l'ignoranza e lo stato di necessità siano problemi che instradano verso la dimensione di vittima poiché c'è sempre chi è pronto ad approfittare di chi vive al limite. Al placido e letale Attenborough si contrappone il sempliciotto e altrettanto millantatore Tim, interpretato da un giovanissimo John Hurt ai tempi così sconosciuto al pubblico che il suo nome nei poster fu segnalato in coda a Judy Geeson. Algido e sinistro, il film terrorizza senza truculenze, parlandoci dell'orrore della porta accanto, quello simile ai fatti di cronaca tuttora sulla bocca di tutti. Nessuna spiegazione psicopatologica a giustificare l'operato del killer che, partecipe della miseria nella quale razzola e fomenta, compensa il suo narcisismo spacciandosi come medico (di guerra, fra l'altro, perciò anche un po' eroe) e concretizza le sue pulsioni con l'omicidio agendo poi sessualmente sui cadaveri, quest'ultima cosa prova della sua profonda fragilità evidente nei modi di relazionarsi. L'antisocialità e la mancanza di empatia, tuttavia, filtrano dalla sua tendenza alla manipolazione e dalla totale assenza di rimorso; al termine del film rimpiange, al limite del delirio narcisistico, il fatto che una volta fosse qualcuno - non lo fu mai - e che ora sia un reietto, cosa vera da sempre. Le spiegazioni le offro io ma, come detto, mancano nella pellicola, cosa che potenzia la percezione orrorifica dei fatti, come dire che il mondo è puntellato dal Male, qua e là, nella figura di questo o quell'uomo a caso. Non è esattamente così ma l'idea mette i brividi. Pellicola di grande qualità che merita anche una seconda visione, a patto di calarsi in un certo modo di fare cinema distante dalle odierne esagitazioni.
TRIVIA
⟡ Questa la storia vera di uno dei casi di serial killing che scosse maggiormente la nazione inglese. L'illetterato camionista Timothy Evans, che si dice avesse un QI di 70 punti (livello di Funzionamento Mentale Limite, sotto il quale si ha il Ritardo Mentale Lieve) si spostò con la moglie adolescente a Rillington Place al numero 10, quartiere Notting Hill; la piccola Geraldine nascerà solo sei mesi dopo. Nel novembre 1949, Beryl rimase incinta e tentò di abortire. Ciò che accadde dopo è tuttora dibattuto. Tim tornò in Galles e, interrogato sull'assenza della moglie, finì per confessare alla polizia che aveva buttato nelle fogne il corpo della donna deceduta per l'assunzione di pillole abortive. Il corpo non fu trovato e Tim iniziò a fare dichiarazioni contraddittorie. I corpi di Beryl e della piccola Geraldine furono rinvenuti nel lavatoio della casa al n°10. Tim fu processato e condannato a morte mentre le sue accuse nei confronti del padrone di casa John Reginald Halliday Christie, che pare avesse praticato un aborto illegale su Beryl, non furono accolte come veritiere. Tim fu impiccato nel 1950. Qualche tempo dopo, gli affari e la salute di Christie peggiorarono. La moglie di Reginald era scomparsa senza lasciare traccia (Christie l'aveva uccisa il 14 dicembre 1952) e l'uomo vendette la casa il 20 marzo 1953, non prima di aver dato libero sfogo al suo istinto omicida. I nuovi padroni, insospettiti dalla puzza che si sentiva nell'appartamento appena acquistato, ruppero un muro per scoprire che dietro esso si trovavano quattro corpi di donna e altri due erano sotterrati in giardino. Si determinò che Christie adescasse donne spacciandosi come esperto in medicina per poi soffocare le vittime col gas e violentarle dopo morte. In casa fu anche rinvenuta una latta contenente peli pubici, nessuno dei quali risultò appartenere alle vittime rinvenute. Christie fu arrestato nel 1953, confessò tutti i crimini, ivi compreso quello legato a Beryl, ma non quello di Geraldine; di Beryl disse che la donna gli aveva offerto favori sessuali in cambio di un aiuto per suicidarsi. Christie, processato e non ritenuto infermo di mente, fu impiccato il 15 luglio 1953. Nel 1966, a seguito di una campagna pubblica, il nome di Timothy Evans venne riabilitato; fu l'ammissione di quell'errata condanna a morte che portò all'abolizione della pena capitale in UK. Tutti coloro che volessero compiere un macabro pellegrinaggio a Rillington Place n. 10 devono sapere che l'abitato, utilizzato in originale per le riprese (si girò al civico 10 e al 6), cambiò subito nome in Ruston Close dopo i drammatici fatti. Alla fine degli anni '70, poi, l'abitato fu demolito e la strada rinnovata. Ora si chiamano Bartle Riad e St. Andrew's Square.
⟡ Richard Attenborough indossava, nel film, una protesi di plastica alla testa per farlo risultare calvo. Ogni giorno ci volevano 3 ore per applicargliela.
⟡ Per la scena dell'esecuzione, si chiese, in forma anonima, la consulenza di un vero boia in pensione, Mr. Albert Pierrepoint, che ricreò alla perfezione la situazione dell'esecuzione capitale per come veniva gestita ai tempi in UK.
Titolo originale
10 Rillington Place
Regista:
Richard Fleischer
Durata, fotografia
111', colore
Paese:
UK
1970
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
