The Astral Factor

Ci pensa il tenente Barrett (Robert Foxworth) a fermare lo strangolatore Roger Sands (Frank Ashmore) fuggito di prigione grazie ad un potere particolare appreso in cella a furia di leggere libri sul paranormale. Peccato che non si tratti di proiezione astrale, come suggerisce il titolo, ma del dono dell’invisibilità e qualche altro tocco telecinetico. Comunque, tutta roba utilissima se il piano è quello di evadere e cercare una serie di donne che ti avevano fatto condannare, per poi, ovviamente, strangolarle. Visto l'anno, siamo dalle parti di The Fury (1978), filmone di De Palma e con Kirk Douglas che aveva i poteri mentali. Qui, però, da buon filmaccio approdato nelle sale e subito ritirato per essere spedito in tv, tutto funziona a regimi più bassi e su registri più torbidi. Ad esempio, il killer è tale perché aveva una madre che, come quella di Norman Bates (Psycho, 1960), non era ben registrata. Strangolata pure quella. E giù con discorsoni fra lo psichiatrico e il paranormale. Le premesse potevano anche essere quelle buone per un thriller paranormale interessante, che io forzo un po' spingendolo nella sezione slasher, con un tenente che ricorda per stile certi elementi hard-boiled, ma il ritmo ben poco sostenuto e una recitazione monocorde disintegrano le possibilità di generare una minima tensione. Su un set di gusto televisivo si aggirano una serie di donne belle e che non si mostrano neppure troppo: Elke Sommer (Intrigo a Stoccolma, 1963) dovrebbe essere il nome di richiamo. L’avventura della casa di produzione Jordan/Lyon Productions Ltd. inizia e finisce con questo film dimenticato da Dio ma abitato da alcuni attori che, chi prima, chi dopo, avranno un discreto percorso professionale. Esiste, per chi voglia insistere, il film the Invisible Strangler che altro non sarebbe se non lo stesso the Astral Factor ma più corto di dieci minuti e pesantemente rieditato. Pare che, di entrambi i film, il pubblico se ne sia bellamente, e comprensibilmente, fregato.