Psycho
Voto:
La bella Marion Crane (Janet Leigh) ruba sul posto di lavoro 40.000 dollari e scappa dalla città con la sola in-tenzione di raggiungere il suo amato Sam Loomis (John Gavin). Dopo aver guidato tutta la notte, Marion si ferma a riposare in un motel gestito da Norman Bates (Anthony Perkins), un giova-notto un po' strano ma di buone maniere. Sulle tracce di Marion si metteranno l'investigatore privato Milton Arbogast (Martin Balsam) e la sorella di Marion, Lila Crane (Vera Miles). Marion, però, ha già trovato la morte nel Bates Motel, accoltellata sotto la doccia da quella che sembra essere una vecchia signora.
LA RECE
L'orrore dietro la facciata di normalità, conscio e inconscio, relazioni affettive ed edipo. Hitchcock attraverso 78 inquadrature e 52 tagli di montaggio, "frantuma" non solo il corpo di Marion Crane ma anche le convenzioni narrative del cinema hollywoodiano, costringendo lo spettatore a confrontarsi con l'abisso di un trauma irreparabile. E dire che si trattava di un filmetto per fare cassa...
Uno degli horror più famosi e seminali di tutti i tempi, nonché uno dei migliori. Psyco - qui in Italia distribuito senz'H per aiutare la pronuncia pubblica - riportò il genere horror su un piano umano e verosimile dopo decenni di gotico, mostri atomici e creature spaziali, ispirandosi solo vagamente alle infami gesta del serial killer Ed Gein (Deranged, 1974; Ed Gein, 2000). Le scene che compongono questo film sono così note e così copiate in altre produzioni che difficilmente lo spettatore moderno potrebbe esserne spaventato ma, immaginando di non sapere nulla della sorte di Marion Crane e della vita di Norman Bates, non è improbabile che Psyco riesca a fare ancora molta paura. La pellicola è satura di scene iconiche: la stranota sequenza della doccia (che però echeggia qualcosa di già visto in la Settima vittima, 1943), la conversazione fra Norman e Marion nell'ufficio, Arbogast mentre sale le scale della casa, e il viso di Norman sovrapposto quasi subliminalmente all’immagine di un teschio. Il biopic Hitchcock (2012), che narra uno spaccato della vita del regista nel periodo in cui si lanciò nella coraggiosa produzione di Psyco, ben illustra le difficoltà di un’avventura pionieristica che venne accolta tiepidamente sia dal mondo produttivo sia da quello critico. Hitchcock comprò da Robert Bloch, e anonimamente, i diritti del racconto per soli 9000 dollari, per poi acquistare quante più copie possibili del romanzo in modo che la gente non venisse a sapere il finale prima del tempo; pubblico popolare che, a differenza del Circolo di Vienna dei cinefili, sciamò al botteghino per poter essere turbata dal racconto su base psicanalitica di Robert Bloch, dallo score musicale di Bernard Herrmann composto di archi, e dalla perfetta interpretazione di Perkins che dipinse un Bates educato, timido e profondamente sinistro. I primitivi elementi che possono determinare il successo di una pellicola c’erano tutti: sesso, soldi e peccato, il tutto inscritto in una cornice di normalità quotidiana che entra in contatto con un’anormalità però possibile, ingovernabile, non più distante e chimerica come quella dei mostri delle fiabe o dello spazio. Appare ancora più stupefacente la portata artistica e storica di questa pellicola tanto più si viene a sapere che Hitchcock ideò Psyco con la chiara finalità di fare cassa al botteghino cercando di rimanere adeso a una realizzazione similtelevisiva più che cinematografica, uno stile più efficiente e semplice, usando un team di veterani della tivù e ingaggiando attori molto meno noti di quelli con i quali lavorava di solito. Inoltre, si optò per il bianco e nero a contenere i costi di un progetto che non sarebbe dovuto costare più di un milione di dollari e che, alla fine, non superò gli 800.000 riuscendone ad incassare più di 40 milioni (equivalenti a 350 del 2020). Nonostante l’impostazione low-budget ispirata ai canoni tivù, il genio del regista britannico non gli concesse di scadere in banalità: Hitchcock usò la cinepresa in maniera non convenzionale, fece morire la protagonista dopo 50 minuti di proiezione - cosa rarissima anche per le produzioni contemporanee - e raccontò una storia del tutto priva di morale conclusiva. I trivia elencati di seguito possono dare una miglior misura della grandezza di questa pellicola che sarebbe semplicemente inaccettabile non vedere almeno una volta nella vita se si ambisca ad avere una minima competenza in ambito cinematografico. Dall’imperituro successo di Psyco, ritenuto da più parti il miglior horror di tutti i tempi, emersero successivamente sequel (Psycho II, 1983; Psycho III, 1986; Psycho IV, 1990), una sorta di spin-off per la tv che pochi hanno visto (il Motel della paura, 1987), il remake copy-cat di Gus Van Sant (Psycho, 1998) e il serial Bates motel (2013-2017).
TRIVIA
Alfred Joseph Hitchcock (1899-1980) dixit: “Le bionde sono le vittime migliori. Sono come neve non calpestata sulla quale si vedono le impronte insanguinate” (IMDb.com).
⟡ Psyco è stato eletto dall’Entertainment Weekly come l'undicesimo migliore film della storia, in quella stessa lista è il primo film horror.
⟡ Nel 1990, ad Anthony Perkins fu preso un campione di sangue sul quale, illegalmente, il National Enquirer compì il test per rintracciare il virus HIV. Era positivo. In quello stesso anno, il giornale pubblicò la storia della battaglia dell'attore contro la malattia ma la cosa triste è che Perkins scoprì da quell'articolo di essere malato; aveva sospettato di esserlo ma, prima di quell'articolo, non aveva mai fatto accertamenti. Perkins morì il 12 settembre 1992 per una polmonite causata dall'AIDS; fu cremato e sulla sua urna cineraria si legge: “Don't fence me in”, non mettetemi in un recinto, non rinchiudetemi. Nella lettera d'addio ai figli, Anthony scrisse un caveat edipico non propriamente educativo (e anche allusivo al rapporto dell'attore con la figura materna): "Ragazzi, non provate a cercare una donna splendida come vostra madre per sposarvi perché, se lo doveste fare, rimarreste single tutta la vita." La moglie di Perkins, Berry Berenson, fu una delle 58 vittime del volo AA-11 che si schiantò contro una delle due Torri Gemelle l'11 settembre 2001.
⟡ Hitchcock e il direttore della fotografia John L. Russell riuscirono a farla sotto il naso alla censura. Alla fine della scena della doccia, la donna morente abbranca la tendina e lo sguardo dello spettatore è attirato dai due elementi a fuoco: la tendina e la mano; lo sfondo appare indefinito e l'occhio se ne disinteressa ma, se guardate bene, si vedrà il seno di una donna. L'attrice Leigh disse che non poteva essere lei perché non aveva recitato nuda in quella scena: venne usata una controfigura e venne inserito il nuovo girato. La censura s’impuntò sul fatto che, comunque, nel film si vedesse un capezzolo, ma non quello "subliminale" di cui sopra, bensì un altro che si sarebbe dovuto vedere durante l'omicidio della doccia. Non si vedeva nessun capezzolo, in realtà, ma la musica e la fotografia erano così suggestive che alcuni censori pensavano che un capezzolo dovesse essere comunque presente, e rispedirono in dietro la pellicola per il rimontaggio. La scena fu analizzata fotogramma per fotogramma ma non si scorse nessun capezzolo. Hitchcock non fece nessuna modifica e rispedì la pellicola così com'era, supponendo che i censori, per noia, non l'avrebbero riguardata, oppure si sarebbero accorti del loro errore.
⟡ Per la ripresa al getto d'acqua della doccia, il regista si fece costruire un diffusore di 180 centimetri di diametro in modo che l'acqua non colpisse la lente della cinepresa.
⟡ Ogni volta che, nel film, si vede qualcuno riflesso in uno specchio, questi sta compiendo qualcosa di sbagliato. Ad esempio: quando Marion sta contando i soldi rubati o quando Sam e Lila si stanno registrando a falso nome nel motel. Questo per mostrare i due lati della personalità della gente.
⟡ Il romanzo di Bloch da cui è tratto il film faceva parte di una collana pulp distribuita in collaborazione con la trasmissione Inner Sanctum, show radiofonico a tema orrorifico. Il lavoro di Bloch si ispirava vagamente alla vera storia del serial killer necrofilo Ed Gein. Le nefande imprese del killer ispirarono anche Non aprite quella porta (1974) e il Silenzio degli innocenti (1990).
⟡ In produzione, il titolo provvisorio del film era Production 9401 o Wimpy; questo secondo titolo deriva dal nome del cameraman della seconda unità, Rex Wimpy.
⟡ Nella scena iniziale, Marion Crane indossa un reggiseno bianco perché Hitchcock voleva mostrarla come angelica. Dopo la sottrazione dei soldi indosserà un reggiseno nero in quanto ha compiuto un atto esecrabile. Per lo stesso principio, prima usa una borsetta bianca e dopo aver rubato i soldi ne usa una nera. La lingerie di Marion Crane non era fatta su misura ma fu acquistata in un comune negozio di intimo; Hitchcock voleva che le spettatrici potessero identificare il modello, la qual cosa avrebbe dato un tocco in più di realismo.
⟡ Le riprese dell’omicidio nella doccia hanno necessitato di parecchi giorni di lavoro e di 70 angolature diverse, anche se poi sullo schermo la scena dura solo 45 secondi. La sequenza fu filmata fra il 17 dicembre e il 23 dicembre 1959 mentre Perkins era a New York per preparare un pezzo teatrale.
⟡ Durante le riprese, il regista si ammalò e non poté lavorare per un po'; in quel frangente, la crew realizzò la scena di Arbogast che sale le scale per andare a parlare con la madre di Norman. Quando Hitchcock vide il girato si complimentò con la crew ma disse che la scena andava rifatta perché sembrava che Arbogast salisse le scale per commettere un omicidio. Il regista rigirò la scena.
⟡ Fra le varie soluzioni promozionali, venne girato un trailer molto lungo in cui Hitchcock guidava gli spettatori in un tour del motel e della casa. Alla fine, il regista apriva la tendina di una doccia e si assisteva al primo piano di una donna che urlava. L'attrice nella doccia non era Janet Leigh ma Vera Miles.
⟡ Vera Miles indossava una parrucca nel film dal momento che si era dovuta rasare a zero per recitare in Jovanka e le altre (1959).
⟡ È il primo film a mostrare sullo schermo uno sciacquone tirato. La cosa fu fortemente voluta dallo sceneggiatore Joseph Stefano, il quale riteneva che la scena avrebbe dato un forte senso di realismo. Il fatto che Marion c'avesse buttato gli appunti dei conti dava un senso logico agli accadimenti e rendeva impossibile l'eventuale taglio per censura.
⟡ Hitchcock avrebbe voluto aprire il film con una ripresa dall'elicottero particolarmente lunga (4 miglia), in un modo simile a quello che si può vedere all'inizio del film l'Infernale Quinlan (1958). La prima scena in motel fra Norman e Marion somiglia a un'altra scena del film di Welles con protagonista la stessa Leigh.
⟡ Il sangue usato nel film era sciroppo di cioccolato a marca Bosco.
⟡ Il suono del coltello che penetra il corpo di Marion fu ottenuto accoltellando un melone.
⟡ Hitchcock voleva che la scena della doccia fosse completamente senza sonoro ma Bernard Herrmann aggiunse la musica e Hitchcock cambiò idea.
⟡ Il secondo nome di Norman è Francis, il santo patrono degli uccelli (San Francesco), riferimento alla sua passione per la tassidermia.
⟡ La targa della seconda macchina di Marion è NFB-418. Si tratta delle iniziali di Norman Francis Bates.
⟡ Il personaggio femminile principale di questo film si chiama Marion. Nel film gli Uccelli (1963) avremo Melanie. Nel film seguente, la donna avrà un nome che sarà la combinazione dei due: Marnie (1964).
⟡ Il quadro che Norman toglie dal muro per spiare Marion è un noto dipinto che ritrae uno stupro.
⟡ Dopo che il film arrivò nelle sale, Hitchcock ricevette la lettera di protesta di un padre che denunciava il fatto che la figlia non volesse più farsi il bagno nella vasca dopo aver visto i Diabolici (1954) e ora si rifiutava pure di fare la doccia. Hitchcock, lapidario, gli rispose: "La mandi al lavaggio a secco".
⟡ Hitchcock, come suo costume, appare nel film: è l'uomo che indossa un cappello da cowboy fuori dall'ufficio di Marion.
⟡ A quanto si dice, Hitchcock fu molto scontento dell'interpretazione legnosa di John Gavin (Sam Loomis) e lo soprannominò The Stiff, lo stoccafisso.
⟡ Nel racconto di Robert Bloch, Norman Bates è basso, più vecchio e brutto. Hitchcock volle che fosse giovane, piacevole d'aspetto e simpatico.
⟡ Alla fine del film si può vedere la transizione del volto di Norman in quello del teschio di sua madre. Hitchcock era molto indeciso se realizzare o meno questa scena. Nelle prime proiezioni del film, il regista ne fece circolare tre versioni differenti. Una è quella che si può vedere oggi. La seconda non aveva nessun morphing. La terza aveva questo morphing e un altro in una scena precedente: quando Sam Loomis torna al motel per cercare Arbogast, viene fatto uno zoom sulla faccia di Norman che sta nei pressi della palude con un atteggiamento parecchio sinistro a cui venne aggiunto l’effetto di transizione.
⟡ Janet Leigh lavorò per il film tre settimane e una di queste la spese solo per la scena della doccia.
⟡ Parte della casa fu costruita cannibalizzando altri set, inclusa la torre della casa del film Harvey (1950). La costruzione della casa costò 15000 dollari.
⟡ Joseph Stefano e Hitchcock inserirono deliberatamente nel film alcuni elementi che potevano attirare la feroce attenzione dei critici, distraendoli dalle scene madri, quali quella della doccia. I censori, come previsto, sforbiciarono il materiale extra inutile lasciando inalterate le scene importanti.
⟡ Quando il primo giorno di lavoro la troupe s’incontrò sul set, dovette giurare, alzando la mano destra, che non avrebbe raccontato in giro la storia del film. In più, il regista non rivelò il finale finché non venne filmato.
⟡ Il concessionario di macchine era un vero concessionario (Harry Maher's used car) vicino agli Universal Studios. Dal momento che la Ford era stata lo sponsor della serie tv Alfred Hitchcock presents (1955) anche in questo film furono messe in bella vista dei modelli Ford: una Edsels, una Fairlanes e una Mercury.
⟡ Al fine di far sentire lo spettatore un complice del voyeurismo di Norman, Hitchcock mise una lente da 50mm sulla telecamera da 53mm; questo simulava in qualche modo l'effetto della visione umana.
⟡ Per fare in modo che la gente non entrasse in sala in ritardo e guardasse il film dall'inizio, i produttori crearono un disco da far sentire nel foyer del cinema. L'album raccoglieva alcune canzoni occasionalmente interrotte da una voce che diceva: "10 minuti all'inizio di Psycho… 5 minuti all'inizio di Psycho…"
⟡ Anthony Perkins fu pagato 40.000 dollari per questo film (350.000 dollari del 2020), esattamente la stessa cifra rubata da Marion.
⟡ Il regista fu così soddisfatto dello score musicale che raddoppiò il compenso a Bernard Herrmann, portandolo a 34.501 dollari. Hitchcock disse che un terzo del buon risultato ottenuto dal film era dovuto alla musica.
⟡ Alfred Hitchcock ricevette parecchie lettere dagli oftalmologi che notarono come le pupille di Janet Leigh fossero contratte dopo la morte nel primissimo piano sul pavimento del bagno, mentre le pupille di un cadavere sono dilatate. Suggerirono al regista di usare delle gocce di belladonna per ottenere un effetto di rilassamento pupillare, cosa che il regista fece nei suoi successivi film.
⟡ Hitchcock testò quanta paura potesse sollecitare il cadavere della madre di Norman Bates piazzandolo nel camerino di Janet Leigh e ascoltando quanto fosse acuto l'urlo dalla donna una volta che l’avesse visto.
⟡ L'MPAA ebbe da dire sul termine "travestito" per descrivere Norman Bates e insistette perché lo sceneggiatore portasse delle prove che quello era un termine scientifico; pensavano che Joseph Stefano stesse cercando di infilare nel film un termine volgare con finalità exploitation.
⟡ Durante le riprese, Hitchcock usava una sedia di vimini con scritto dietro Signora Bates; questo aggiungeva mistero sul chi avrebbe interpretato il ruolo della vecchia mamma di Norman.
Titolo originale
Psycho
Regista:
Alfred Hitchcock
Durata, fotografia
109', b/n
Paese:
USA
1960
Scritto da Exxagon nell'anno 2005 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
