Psycho II

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Voto:

Norman Bates (Anthony Perkins), giudicato incapace di intendere e volere e detenuto per 22 anni in manicomio, viene liberato. Lila Loomis (Vera Miles), sorella di Marion Crane che venne uccisa nella doccia anni prima, si oppone a questa decisione. Non appena Norman arriva a casa, egli nota l'ombra di una donna nella camera della madre. Gli omicidi riprendono.

LA RECE

Contrariamente alle aspettative di un mero slasher, tendenza dominante negli anni '80, qui ci si presenta con il tema della reintegrazione sociale e i meccanismi del sospetto collettivo. Il buon lavoro di Tom Holland (Ammazzavampiri, 1985) in sceneggiatura sta nell'abilità di sovvertire continuamente le aspettative. Ottimo per la seconda serata.

Horror non troppo banale e gradevole, a patto di non porre paragoni con l’inarrivabile Psyco del 1960. Perkins ripropone il suo personaggio con la stessa bravura e, questa volta, sembra anche umanamente più sfaccettato: Norman, 22 anni dopo, è un uomo indifeso in balia di gente che non riesce a dimenticare i suoi tristi trascorsi; è vittima ma, in sé, ha sempre il seme del male. Il film assume dimensioni ulteriori se analizzato alla luce del concetto di "hysteron proteron" teorizzato da Raymond Bellour nei suoi studi sulla temporalità hitchcockiana: una struttura narrativa per la quale il passato continua a manifestarsi come fantasma del presente, proprio come la madre di Norman persiste come spettro psichico nella mente del protagonista e nell'architettura inquietante del Bates Motel. Al fianco di Norman, incarnazione della persistenza del trauma psicologico, abbiamo Mary, la Meg Tilly di Saranno famosi (1980), l'unica a credere nel recupero di Norman. Nella pellicola vengono riproposte alcune situazioni già viste nel film del ‘60 ma sorprendendo lo spettatore con esisti del tutto diversi. Si presentano scene di violenza grafica ben più marcate dell’originale, quasi fuori luogo per una produzione del genere e probabilmente adatte a captare l’attenzione del pubblico ormai aduso allo slasher. I bigliettini sparsi per casa, le telefonate e le ombre creano delle valide situazioni di tensione che sfociano in momenti di sana paura. Il finale del film riesce a essere molto intrigante e inaspettato, nonché abbastanza feroce nei confronti di alcuni personaggi del film, pur lasciando alcuni interrogativi irrisolti. Buon horror a cui segue Psycho III (1986)

TRIVIA

⟡ Meg Tilly non ne sapeva nulla di Psyco del ‘60 poiché, da piccola, la visione della tv le era interdetta dai genitori, cosa alla quale ha risposto reattivamente scegliendo di fare l’attrice (genitori meditate). Tilly non capiva, dunque, il perché la stampa desse tanta importanza ad Anthony Perkins e al suo ritorno sul grande schermo in quel ruolo. Un giorno, Perkins le sentì dire: "Perché tutta quell'attenzione su Tony?" e l'attore si arrabbiò molto. Non parlò con lei durante il resto delle riprese e consigliò di rimpiazzarla, nonostante metà delle scene in cui lei doveva comparire fossero già state girate. Primadonna.

⟡ Per il film, fu usata la casa originale, mentre il motel venne ricostruito.

⟡ Quando Mary e Norman entrano la prima volta nella camera della madre del secondo, e prima che vengano accese le luci, si può vedere la silhouette di Alfred Hitchcock sul muro a destra.

⟡ Il riflesso del giovane Norman sul pomello della porta, quando l'uomo ha un flashback dell'avvelenamento della madre, è quello di Oz Perkins, il figlio di Anthony.

⟡ La cittadina di Fairvale che si vede quando Lila è pedinata dal dottor Raymond era la stessa usata per il film Gremlins (1984) e in Ritorno al futuro (1985). Si trova presso gli Universal Studios Backlot in California.

⟡ Il regista Franklin compare nel film nei panni di un uomo che gioca a un videogame alla tavola calda dove lavora Norman.

⟡ Lo pseudonimo che usa Meg Tilly nel film, ovvero Marie Samuels, è lo stesso che usò Janet Leigh firmando il registro del Bates Motel in Psyco.

⟡ In questo film si voleva usare lo stesso diffusore della doccia usato nel film del ’60, tuttavia, poco prima di iniziare le riprese, ci si accorse che era stato rubato.

Titolo originale

Id.

Regista:

Richard Franklin

Durata, fotografia

95', colore

Paese:

USA

Anno

1983

Scritto da Exxagon nell'anno 2005 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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