Banned from television
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Voto:
Prodotto documentaristico
LA RECE
Shockumentaristica stile Real TV, che, a suo tempo, ha avuto un suo ampio ritorno di pubblico. Storia produttiva interessante.
Prima che internet permettesse al privato cittadino la shockumentaristica "do it yourself" con auto che si schiantano, incidenti aerei e gente che si ribalta, esistevano servizi al cittadino come Real TV o, ad avere lo stomaco forte, collage di disgrazie video-giornalistiche come Banned from television. Si trattava di qualcosa di potenzialmente più forte di altri shockumentary stile le Facce della morte (1978) che manipolavano i filmati o li inventavano di sana pianta. In Banned from television è drammaticamente tutto vero. Fortunatamente, il livello di sangue è limitato e la telecamera non indugia troppo sulle scene più raccapriccianti, anche se i produttori hanno optato per numerosi rallenty in modo da mostrare meglio il momento clou di certe sequenze. In una cinquantina e più di spezzoni, si assisterà a rapine, incidenti, conflitti a fuoco, esecuzioni a bruciapelo ed altre amenità. Di maggior interesse la storia produttiva. Il giovane Joe Francis, in un’attiva fase di ricerca di opportunità in quel di Hollywood, finì a lavorare per 350 dollari a settimana come assistente per lo show televisivo Real TV. In quella circostanza, Francis venne a sapere che, fra gli addetti ai lavori, circolava una compilation grezza di filmati troppo crudi per essere trasmessi. Subodorata la potenzialità di un materiale del genere, Francis ne acquistò i diritti e, insieme a Richard Crystal, fratello del famoso attore Billy, scrisse Banned from television, lo montò e vi aggiunse musica e commentario. Al lavoro partecipò anche Mark Rousso, amico dei tempi universitari, che s’impegnò nella ricerca del materiale per i successivi video. Daphne Small, segnalata su tanti siti internet come coregista, sembra invece non esistere ed è probabilmente lo pseudonimo dietro il quale si nascosero Francis e/o Crystal. Comunque, lasciato il lavoro a Real TV, Joe spese gli ultimi soldi che aveva per uno spot tivù al fine di vendere lo shockumentary ma i pochi acquisti ottenuti lo obbligavano ancora a convivere in un appartamento con due amici e a mangiare tutti i giorni in un fast-food. Con una certa lentezza, tuttavia, le vendite iniziarono a decollare e, per la fine del 1997, gli ordini salirono a centinaia al giorno; un impiegato di Real TV che non aveva mai avuto contatti con Francis, visti i soldi, lo denunciò sostenendo che l’idea di fare un business di quei tagli fosse stata sua, causa che portò Joe a dover versare 3,5 milioni di dollari all’ex collega; per Joe questo dipese dal fatto di essersi affidato a un amico neolaureato in legge, quindi inesperto, finendo per apprendere questa lezione: “Non c’è bisogno che tu sia colpevole di qualcosa per essere fottuto alla grande dal sistema legale. […] Ho imparato che la verità non sempre esce e non sempre prevale” (meetjoefrancis.com). In ogni caso, il business continuò e furono prodotti anche Banned from television II (1998) e Banned from television III (1998) ma Joe Francis iniziava o, meglio, non aveva mai smesso di trovare sgradevoli i suoi stessi prodotti dei quali riconosceva il potenziale di vendita ma che trovava saturi di materiale grossolano e poco gioioso. È vagliando il materiale per questi shockumentary che al produttore finì fra le mani il video di un uomo arrestato per oscenità durante lo Spring Break presso Lake Havasu, video che mostrava anche ragazze che mostravano il seno. A Joe Francis venne l’idea di qualcosa di nuovo da vendere, qualcosa di gioioso che i ragazzi avrebbero avuto voglia di vedere e rivedere nel tempo a differenza di Banned from Television, e così creò Girls Gone Wild, un business multimilionario che divenne anche un franchise video, un magazine e una linea d’abbigliamento. Molto più edificante di Banned from Television che, tuttavia, rimane una piccola pietra miliare nel percorso mai pago dell’interesse del pubblico per la shockumentaristica. Ricordo che Banned from television non è finzione e ciò che mostra può essere molto disturbante.
TRIVIA
Joe Francis (1973) dixit: “Solo un idiota comprerebbe un biglietto per delle montagne russe che non hanno curve, salite, loop, affondi, e chiunque voglia veramente dare valore ai propri soldi cercherà il giro più alto e veloce che riesce a trovare. Per me, lo stesso vale per la vita” (ibidem).
Titolo originale
Id.
Regista:
Richard Crystal, Joe Francis, Mark Rousso
Durata, fotografia
107', colore
Paese:
USA
1997
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
