Belladonna of sadness

Voto:

Jean e Jeanne sono due semplici paesani innamorati e la loro unione è benedetta da Dio. Il feudatario, tuttavia, rapito dalla bellezza di Jean, la stupra e Jean non può opporsi. La donna riceverà l’aiuto del Diavolo che le si presenta come piccolo essere di forma fallica: più Jeanne si abbandona al Male, più il Diavolo aumenta di dimensioni. La rinata Jeanne, ora, fa paura a paesani e nobili. Jean diventa ricco e potente mentre il percorso di Jeanne nella stregoneria prosegue pericolosamente.

LA RECE

Motion-comic dalla narrazione un po’ confusa e un finale eccessivamente didascalico ma pregevolissimo per il simbolo, la suggestione e un vero erotismo. Genuino discorso femminista.

Terzo film adult-oriented della Animerama Trilogy realizzata dalla Mushi Productions dal 1969 al 1973; gli altri due lavori sono la Principessa e lo stregone (1969) e Cleopatra (Kureopatora, 1970). Il film, sperimentale, provocatorio, raffinatissimo, fu un insuccesso commerciale e la Mushi finì in bancarotta poco dopo; c’è chi pensa, a ragion veduta, che la casa di produzione fosse messa male ben prima della realizzazione di Belladonna e che, quindi, si approfittò dell’incipiente fallimento per realizzare qualcosa di assolutamente libero perché svincolato dalle logiche di incasso. L’ardire dei temi e delle grafiche porteranno sfortuna alla pellicola, circolata poco e in versioni bootleg, fino al restauro in 4K operato dalla losangelina Cinelicious, la cui versione è, quindi, quella consigliata. La storia, che si apre con una sospirata canzone tipicamente Seventy, combina temi per un pubblico adulto (sessualità, stregoneria, violenza, morte) per raccontare come lo status quo opprimesse le donne e come queste ultime potessero, anche attraverso una sessualità libera e potente, scalzare il potere costituito. Il plot deriva da “La Sorcière" (1862) di Jules Michelet, coraggioso scritto che getta un occhio quasi benevolo sulla stregoneria vista come una neo-religione pagana opposta all’oppressione della Chiesa cattolica. Questa traccia viene elaborata dai nipponici, non senza qualche inciampo narrativo che rende ostico seguire il racconto, tramite rappresentazioni che rimandano alla pittura di Klimt, Schiele, Degas, Kandinsky ma anche al disegno più moderno di George Dunning che realizzò il video per la canzone dei Beatles “Yellow Submarine”, cosa che diventa evidente nella sequenza bizzarra e vivace che illustra l’unione fra Jeanne e il Demonio. Animazione adatta al solo pubblico adulto, Belladonna of sadness offre rappresentazioni ellittiche e dirette di genitali trasmutanti, penetrazioni, orge e torture ma, con una delicatezza uguale e contraria, dipinge la grazia e l’eleganza di Jeanne e della natura, così che ciò che emerge di unicamente osceno è l’umana brama di potere e l’oscurantismo. Jeanne spaccata in due dal primo stupro si ricompone come donna iconoclasta e vendicativa facendo, oltretutto, di Belladonna of sadness un peculiare esempio di Rape 'n' Revenge immerso nell’arte pittorica e nel gusto lisergico tipicamente ’70. Peccato, come detto, per la narrazione un po’ confusa e per il finale con le immagini della Rivoluzione Francese eccessivamente didascalico quando, invece, tutto il film si era abbandonato al simbolo, alla suggestione e alle sensazioni. Motion-comic da recuperare, anche per la seminalità che avrà sullo stile d’animazione sia nazionale (si pensi ai tentacle erotica tipo Urotsukidôji, 1987) sia internazionale ( I married a strange person, 1997). A chi non si stranisce, ne consiglio vivamente la visione.

TRIVIA

Eiichi Yamamoto dixit: “Forse ho esagerato. Quando ho chiesto allo scrittore Yoshiyuki Fukuda di scrivere la storia di un amore puro e pornografico, è rimasto molto sorpreso e mi ha detto che questi temi erano contraddittori. Al contrario, ero convinto che il lato pornografico sottile e tagliente enfatizzasse la storia. A un certo punto, il distributore giapponese del film mi ha convinto che le liceali sarebbero andate a vedere il mio film e ne ho fatto una versione senza scene di sesso. Ma era come una birra senza bollicine. E sono tornato rapidamente alla versione originale. Infine, il comitato di censura e la polizia hanno autorizzato questa versione finale del film senza dire nulla, anche se mi avevano fatto eliminare alcune scene di la Principessa e lo stregone e Cleopatra. Ancora oggi non vedo differenza tra questi film” (next.liberation.fr).

⟡ Il regista Yamamoto è il medesimo del cartone animato Kimba, il leone bianco (1965) che conobbe una certa fortuna anche in Italia. 

⟡ Il film non ha credits finali: la canzone sentita all’inizio viene ripresentata su schermo nero. La versione restaurata ha aggiunto solo una linea di copyright e i credits di chi ha compiuto il restauro. 

⟡ Sono esistite cinque versioni del film. La prima, mai mostrata al pubblico, era una bozza riempita frettolosamente con disegni temporanei per rispettare le scadenze. La seconda versione includeva scene reali girate da Daido Moriyama che mostravano sesso e nudità: Moriyama aveva compiuto riprese di uomini e donne impegnati in atti sessuali nei parchi e nei quartieri a luci rosse. Sebbene queste siano state mostrate in alcune proiezioni, alla fine sono state omesse nelle versioni successive per mantenere l'unità di stile artistico del film. Anche la seconda versione si concludeva con il diavolo che rideva tra la folla dopo l'esecuzione di Jeanne. Questo finale venne accolto male al Festival di Berlino e fu omesso del tutto in alcune versioni successive. La terza fu una versione montata per alcune proiezioni cinematografiche con l’omissione delle riprese di Moriyama e, in conclusione, le risate del diavolo. La quarta versione fu una versione modificata per il rilancio di questo film nel 1979. Poiché i creatori erano preoccupati per le studentesse universitarie fra il pubblico, vennero omesse le scene aggressivamente sessuali. Nello stesso tempo, fu aggiunta la scena verso la fine nella quale il volto di Jeanne si reincarna in una folla di donne che hanno visto la sua esecuzione, e la scena finale dove il Vecchio Regime viene rovesciato dai rivoluzionari durante la Rivoluzione francese. La quinta versione è la versione laser disk nella quale sono state reintegrate le scene sessuali omesse nella quarta versione.

Titolo originale

Kanashimi no Belladonna

Regista:

Eiichi Yamamoto

Durata, fotografia

86', colore

Paese:

Giappone

Anno

1973

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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