Border - creature di confine

Voto:

L’agente di dogana Tina (Eva Melander) ha la capacità di annusare a distanza le emozioni, soprattutto quelle negative come il senso di colpa, cosa che le permette di intercettare tutti coloro che cercano di compiere atti criminosi. È un suo simile, Vore (Eero Milonoff), che le permetterà di entrare in contatto con la sua vera natura; Tina, infatti, non è semplicemente una donna brutta ma è un troll, e come creatura diversa dagli umani ha prerogative uniche. Vore è orgoglioso della propria natura e si oppone agli umani in modi abbietti; Tina, invece, pur sofferente per la propria condizione di diversità, spera di trovare uno spazio di convivenza.

LA RECE

Il monstrum e la percezione della propria alterità in rapporto alla maggioranza. Compassato ma con soluzioni visive e narrative splendide e bizzarre. Film sfortunatamente non per tutti.

Secondo lungometraggio per l’iraniano Abbasi, questa volta affidato alla penna dello scrittore John Ajvide Lindqvist, lo stesso del memorabile Lasciami entrare (2008); punto di giunzione, il sub-plot sul giro di pedofilia che nel romanzo “Låt den rätte komma in” era presente e venne espunto per l’adattamento cinematografico e che in Border viene introdotto, quando nel romanzo “Gräns” da cui è tratto, quella sottotrama era assente. Eva Melander si sottopone a pesanti sessioni di protesica per trasformarsi in Tina, una donna decisamente brutta, silenziosa e triste con a casa un fidanzato parassita; Tina, se non altro, è ligia al suo dovere di doganiera che affronta con una dote sovraumana che i colleghi accettano come un dato di fatto. In sintesi, Tina rappresenta una minoranza sociale e tutto Border si gioca sui binari dei due strani protagonisti, Tina e Vore, e su come quelli interpretino il loro ruolo minoritario in rapporto alla maggioranza umana. Vore introduce la donna alla vera natura della sua condizione, quella di una creatura che, per la sua diversità, non può ambire all’amore che intimamente brama. Vore, insomma, orgoglioso per la sua condizione (dis)umana, libera la vera essenza di Tina che, così, può esprimersi istintivamente e anche sessualmente, lasciando che Border ci mostri uno dei più strani rapporti sessuali mai commessi su pellicola; qualcosa che sarà di sicuro piaciuto a Cronenberg! Border è, però, anche il conflitto dei membri di una minoranza che, in quanto tale, può decidere di confliggere con la maggioranza cercando di scalzarla (e se non può, procede ad un terrorismo che la leda dall’interno), oppure sforzarsi all’integrazione pur mantenendo la propria peculiare identità, scelta che, nello strano finale, Tina sembra voler compiere. Film, quindi, sul “monstrum”, cioè su ciò che è divergente, prodigioso, e, come accade nella storia del mostro di Frankenstein, su come esso percepisce la propria alterità. Un’esperienza, questa di Border, che lascia straniati ed estasiati per alcune sequenze e alcune soluzioni visive, per la naturalezza di sgradevoli nudità, per i silenzi in linea con gli ambienti e per un disgusto che si fa romantico. I vissuti di distanziamento e, poi, di vicinanza che prova lo spettatore fanno parte del gioco e dicono tutto del processo di integrazione che procede, innanzitutto, con l’entrare in contatto e conoscere. Bravi tutti per questo film ammirevole per forma e sostanza che potrebbe scontentare solo quelli che mal sopportano la compassatezza nel ritmo narrativo. Consigliato eccome.

TRIVIA

Ali Abbasi dixit: “Ho iniziato come scrittore, scrivendo racconti, prima di fare qualcosa con il cinema, e sono stato molto ispirato dal surrealismo e dal realismo magico; soprattutto da scrittori sudamericani come Gabriel García Márquez, Carlos Fuentes, Julio Cortázar. E il motivo era che, crescendo in Iran, la realtà è un po' gelatinosa. Non è solida. Può cambiare, è opaca, è molto complicata, e a volte è così strana che non ci si può credere. Quindi, l'idea che ci sia un elemento fantastico nella vita di tutti i giorni e che esso non sia un drago che vola, per me è molto facile da afferrare. Ed è quello che abbiamo cercato di fare con Border” (filmcomment.com).

⟡ Il processo per applicare il trucco alla Melander durava quattro ore e, per presentarsi puntuale sulla scena, l’attrice doveva iniziare a sottoporsi al make-up a partire dalle 2:00 di mattina. 

⟡ L’idea dei troll spaventati dai lampi e dai tuoni deriva dai miti pagani scandinavi. In essi, si racconta che Thor, dio del tuono, avrebbe colpito con fulmini e saette sia i giganti, sia le altre creature maligne come i licantropi e i troll.

Titolo originale

Gräns

Regista:

Ali Abbasi

Durata, fotografia

110', colore

Paese:

Svezia, Danimarca

Anno

2018

Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial