la Casa del tappeto giallo

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Voto:

Franca (Béatrice Romand) e Antonio (Vittorio Mezzogiorno) decidono di vendere un grosso tappeto giallo ricevuto in eredità. Ad acquistare l'oggetto si presenta un poco tranquillizzante uomo (Erland Josephson) il quale, approfittando dell'assenza di Antonio, inizia a seviziare Franca. Le cose, tuttavia, sono diverse da come appaiono.

LA RECE

Prodotto in territorio televisivo, tuttavia capace di cattiveria e stranezze in effetti poco idonee alla tv. Giallo curioso in anni nei quali il giallo all'italiana discendeva la china.

Carlo Lizzani aveva già dato prova di stranezze con pellicole quali Kleinhoff hotel (1977) o Storie di vita e malavita (1975). Dopo aver assunto il ruolo di direttore della Mostra di Venezia per quattro anni, il regista tornò dietro la macchina da presa e girò la Casa del tappeto giallo, una pellicola coprodotta da Rai2 che cercava di vivificare le atmosfere del giallo all'italiana, genere ormai in parabola discendente. Tratto dalla pièce teatrale "Teatro a domicilio" di Aldo Selleri, questo misconosciuto film per la tv mette in scena abbastanza nudità, sangue e mystery da poter essere considerato roba per noi. Tutta l'azione si svolge all'interno di un appartamento e questo, oltre a soddisfare probabili limiti di budget, arricchisce la pellicola di un'intrigante atmosfera oppressiva. Non sfuggono alla divertita attenzione dello spettatore alcuni dialoghi inverosimili e la recitazione non sempre entusiasmante, soprattutto quella di Vittorio Mezzogiorno e di Béatrice Romand, pupilla del regista Eric Rohmer. La pellicola riesce, comunque, a tenere ben desta la curiosità servendo parecchi colpi di scena, anche troppi. Alcune scene ottengono il loro impatto: le sevizie alla donna e la puntura nella palpebra non sono niente male, tenendo anche conto del fatto che il film era diretto al pubblico televisivo. Se Mezzogiorno e la Romand non eccellono, Erland Josephson, nei panni dell'acquirente del tappeto, e Milena Vukotic, in quelli della psichiatra, sono encomiabili: Josephson, attore bergmaniano, dà vita a un "Professore" sinistro e di grande fascino, mentre la Vukotic passa con grande facilità da espressioni contrite a risatine malsane. Arricchito da una musica furbetta di Stelvio Cipriani che echeggia motivi anni '70, la Casa del tappeto giallo infila, in circa 90 minuti, tematiche quali: incesto, sadismo, droga e omicidio, all'ombra della crisi di coppia e della psicologia, in un modo decisamente improponibile o, meglio, imparagonabile rispetto alle produzioni tv anche odierne. L'operazione weird, nel 1983, venne proposta a Cannes ma l'inusualità d'impianto ne decretò l'insuccesso di pubblico.

TRIVIA

Carlo Lizzani (1922-2013) dixit: "Quegli erano gli anni in cui si scoprivano le grandi problematiche del Terzo Mondo e quindi era anche legittimo allargare lo sguardo, nostro, italiano, che era così appassionato alla realtà, a realtà rivoluzionarie, trasformatrici, sociali che si erano manifestate nel mondo anche decenni prima" (rai.it; vid: Damiano Damiani - Moviextra 08/05/2016).

⟡ Il regista, sceneggiatore, produttore e critico cinematografico Lizzani, nato a Roma nel 1922, si è tolto la vita a 91 anni, il 5 ottobre 2013, gettandosi dal balcone del suo appartamento romano in via dei Gracchi.

⟡ La casa centro dell'azione si trova in via Guido da Verona, Roma.

Regista:

Carlo Lizzani

Durata, fotografia

89', colore

Paese:

Italia

Anno

1983

Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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