Concerto per pistola solista
-
Voto:
Un gruppo di snob imparentati s'incontra nella magione di famiglia per la lettura del testamento di Sir Henry Carter. Ciò che dirà il notaio scontenterà qualcuno, visto che iniziano a morire alcune persone. Ad indagare, il goffo ma intelligente poliziotto di campagna Aloisius (Gastone Moschin).
LA RECE
Non consigliato espressamente ma da riscoprire. Giallo al limitare dell'emersione dello stile argentiano. Titolo fuorviante che sembra richiamare il poliziottesco. Il riferimento, invece, è il wudunnit di Edgar Wallace.
Spaghetti thriller italo-britannico sul limitare del cambiamento di gusti per il genere che avrebbe generato l'Uccello dalle piume di cristallo (1970) di Argento. Qui, invece, siamo al recupero de "Il Gatto e il Canarino", racconto ridotto cinematograficamente fin dal 1927, noto soggetto whodunnit che vede un gruppo di persone riunitesi per la lettura di un testamento e la seguente morte di alcune di esse, fino alla rivelazione dell'identità dell'assassino. Eredità, dunque, il leitmotiv di buona parte del giallo-thriller anni '60, sia italiano sia estero, perciò più Edgar Wallace che Argento, con riferimento al filone krimi che, a quei tempi, la Rialto produceva in Germania, più qualche concessione alle morbosità edipiche. Il pregio deriva proprio dalla sua convenzionalità, anche nel dipingere la borghesia come un accrocco di snob selvaggiamente attaccati ai soldi. A risolvere il mistero non sarà il compassato commissario che viene dalla City, anche lui sterotipicamente un borghese che parla tanto ma capisce poco, bensì il poliziotto di campagna Aloisius, scarpe grosse e cervello fino. Gastone Moschin interpreta con gusto questo personaggio all'apparenza sempliciotto che parla come Jerry Lewis (doppiato da Carlo Romano) ma che, alla fine, risolve il caso con acume non comune, visto che l'omicida ha escogitato un modo assai complesso per eliminare i rivali. Sulle prime, l'elemento comico veicolato da Aloisius, un po' troppo insistito, pare ammazzare il pathos della faccenda, così come poco fini sono le micidiali zoomate sui volti dei protagonisti e il roboante adattamento dal "Piano Concerto n.1" di Tchaikovsky operato da Francesco De Masi. Poi, tutti i pezzi del puzzle vanno al loro posto e Concerto per pistola solista mostra il suo valore. Il regista Lupo si adatta molto bene al soggetto coadiuvato dall'operatore Massaccesi. Ne viene fuori un ibrido magari un po' lunghetto, verboso e con un titolo assolutamente fuorviante ma con le mani salde sul materiale che tratta. Cast di tutto rispetto: la cantante lirica Anna Moffo, Giacomo Rossi-Stuart e Quinto Parmeggiani. Buonissimo soprattutto il doppiaggio. Quando tenta sprazzi di humor nero, il film riesce anche a creare tensione o a mettere allegria più di quando tenti solo il registro orrorifico o la commedia. Da riscoprire, anche da parte di chi non ama espressamente lo spaghetti giallo Seventy.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Michele Lupov
Durata, fotografia
98', colore
Paese:
Italia
1970
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
