Confessions

Voto:

L'insegnante Miss Moriguchi (Takako Matsu) decide di abbandonare la scuola ma, prima, vuole fare un discorsetto a una classe maleducata che a stento l'ascolta. La prof riuscirà ad attirare l'attenzione degli studenti nel momento in cui rivelerà che la morte della sua piccola figlia non è stato un incidente come dichiarato dalle autorità, ma un omicidio compiuto volontariamente da due alunni di quella classe. La legge non persegue i minorenni ma Miss Moriguchi sì.

LA RECE

Revenge-movie innestato nel mondo delle vacuità di una nuova generazione tanto giovane e già tanto colpevole. Centosei minuti di male di vivere; non è una novità al cinema ma, raccontato com'è qui, impossibile non rimanere incantati.

Nakashima abbandona le pellicole leggere fino ad allora frequentate, si appoggia alla novella di Kanae Minato e fa il botto: incetta di premi in oriente. E non sorprende. In un mondo dominato da toni grigi e bluastri, sotto un cielo tormentato dal brano "Last Flowers" dei Radiohead che torna a più riprese, Confessions cerca di replicare la struttura del romanzo di origine separato in capitoli, ognuno dei quali è la confessione di un singolo protagonista. Questa scissione e reiterazione del medesimo racconto, in sinergia con la tipica dilatazione dei tempi del cinema orientale, può far perdere pressione alla narrazione ma non si può abbandonare un film che inizia in maniera chirurgica e feroce con una professoressa liceale (Takako Matsu con la solita inarrivabile grazia delle donne orientali) che esplicita a una classe cafona quanto cafoni siano, e criminali, e impuniti, e impunibili. Ma non da lei, che farà precipitare i due giovani colpevoli di omicidio in un baratro di sconforto che contaminerà tutti gli adulti intorno, quei genitori incapaci di educare alla sacralità della vita. Se il criticabile mondo dei giovani è presto detto (aleggia nell'aria parecchia roba, tra cui Kamikaze girls, 2004, dello stesso Nakashima) ed è nota la passione dell'oriente per il cinema della vendetta (Oldboy, 2003), colpisce, però, nel segno l'eleganza formale e le pennellate ipertrofiche (manga?) di un uso del rallenty smodato, così come la scrittura di personaggi archetipo su cui svetta una punisher in tailleur che bypassa leggi, ordine e sentimenti per impartire condanne e opportunità di rinascita dopo aver toccato il fondo (Saw, 2004) presentandoci questo desolante quadro in cui i maschi sono marginalizzati e tre madri donano vita e morte alle proprie creature, il più delle volte una vita-morta per danno d'affetto, che sia troppo o troppo poco. Spolverate il tutto con uno sguardo negativo buttato sull'abuso delle nuove tecnologie e sul connesso desiderio di taluni giovani di essere protagonisti; positivi o negativi è secondario. Centosei minuti di Male di Vivere; non è una novità al cinema ma, raccontato com'è qui, impossibile non rimanere un po' incantati. Consigliate Confessions ai vostri conoscenti, soprattutto a coloro che non amano il cinema "diverso": sarà il vostro personalissimo tetrapack di latte per loro.

TRIVIA

Tetsuya Nakashima dixit: "Non ho studiato in una scuola di cinema o altro. Ero all'università e c'era un club di cinema e ho fatto un film in 8mm usando le persone del club. Tutto qui. In realtà non ho studiato cinema. Non ho studiato neppure per la scrittura di sceneggiature. Quello che ho fatto è stato leggere solo una sceneggiatura da qualcuno, solo per stabilire il formato e come lo fanno, e poi ho iniziato a farlo in quel modo" (miniminimovie.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Kokuhaku

Regista:

Tetsuya Nakashima

Durata, fotografia

106', colore

Paese:

Giappone

Anno

2010

Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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