Dark waters

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Voto:

Elizabeth (Louise Salter) raggiunge un convento su un'isola remota per scoprire come mai il proprio padre elargisse donazioni ad esso. La donna si troverà invischiata in culti esoterici connessi in qualche modo alla sua infanzia.

LA RECE

Una sconclusionata ridda di immagini legate da una flebile trama, oppure un'interessante e non comune espressione horror. Che tipo di spettatore siete, visivo o narrativo?

Horror poco visto forse perché scarso sul piano narrativo quanto ricco su quello visivo-visionario o, forse, semplicemente perché mal distribuito. Il regista, dopo questo tentativo di penetrare il mercato horror, non ha più girato altri film a parte il corto Never ever after (2004) e si è limitato a scrivere la sceneggiatura dell'italospagnolo Thy kingdom come (2008). Dark waters pare un'affascinate tentativo di rileggere i miti legati al Maligno e alla sua venuta sulla Terra, così come un tardo recupero del nunsploitation, quel sottogenere con le suore allegrotte. Il problema del film, che probabilmente ha contribuito ad affossarne la popolarità, è la mancanza di dialoghi, i suoi lunghi silenzi più o meno ispirati e la scelta di far prevalere la narrazione visiva rispetto a quella verbale. Se l’impatto è, dunque, quello che si potrebbe avere guardando un film d'essai, Dark waters non è, tuttavia, quel film d'arte asettico. Pazientando, la pellicola spalanca un mondo, o meglio, si chiude in un mondo ipogeo e onirico fatto di torture, sessualità deviata, fantasmi e visioni legate a doppio filo con il Maligno che, però, non è il solito satanasso che ci si potrebbe aspettare, piuttosto una creatura d'aspetto lovecraftiano. Ricco di immagini pseudo-gotiche, di panorami desolati, di ambientazioni sporche e contaminate dal Male, Dark waters si dimentica di raccontarsi allo spettatore volendolo, piuttosto, stupire con visioni simili a quelle che si possono godere alla fine di ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà (1981) quando, però, Fulci non scordava di creare un racconto nella prima parte del suo film. L'atmosferico Dead waters, invece, si affida completamente alle suggestioni che travalicano il senso logico fino al taglio metafisico. Quindi, occorre soprattutto capire che tipo di spettatore voi siate, se privilegiate il racconto come narrazione o la suggestione visiva e umorale; in base a questa premessa, il film di Baino può essere visto come una sconclusionata ridda di immagini legate da una flebile trama, oppure un interessante exploit artistico diverso dal consueto. Se visto in questa seconda ottica, Dark waters, lungi dall'essere un capolavoro, può tuttavia rivelarsi un'interessante e non comune espressione horror.

TRIVIA

Mario Baino (1967) dixit: “Cresciuto a Napoli, ero terrorizzato dall'iconografia cattolica, dall'insieme di immagini molto morbose e inquietanti che sembrano riempire tante chiese nei Paesi del Mediterraneo. Tutte quelle statue di persone che soffrono, i loro occhi agonizzanti che mi fissano, il Cristo inchiodato alla croce, il cuore sanguinante e trafitto di sua madre. Roba profondamente angosciante” (IMDb.com).

⟡ Nel 2006, la NoShame, casa di distribuzione ora fallita, ha diffuso una versione del film che rappresenta il director's cut: la versione è più corta di 7 minuti. Le scene tagliate sono state inserite come extra.

Regista:

Mariano Baino

Durata, fotografia

94', colore

Paese:

Italia, Russia, UK

Anno

1993

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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