Deadgirl
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Voto:
Rickie (Shiloh Fernandez) e l'amico JT (Noah Segan), nello scantinato di un manicomio, trovano una giovane e bella donna (Jenny Spain) nuda e legata, che non può morire, una sorta di zombi divenuta tale per chissà quale sperimentazione. Pur con l’opposizione di Rickie, JT fa della poveretta la sua schiava sessuale. Quello con la faccia da malnato sarebbe Rickie ma, alla fine, il vero stronzo è JT; soprattutto, è uno che non si fa troppi scrupoli igienici nel penetrare con il suo pene le ferite suppurate della povera ragazza zombi. Deadgirl sembra, per eccesso di scene sadiche nei confronti della non-morta, una sorta di torture-porn e/o rape and revenge che dipinge buona parte degli uomini come stupratori "in potentia" che fanno presto a manifestare le loro belluine anime se mai avessero certezza dell'impunità. Tesi forte di certo femminismo. In realtà, il nucleo tematico di Deadgirl è relativo allo scontro sociale; la cosa è dichiarata in diversi dialoghi, sebbene mal esposta e soverchiata dalle pruderie. La zombi, la violenza su di essa, il possesso su un’altra creatura è il brutale riscatto dei ragazzi meno abbienti, emarginati, pestati, mal visti dai coetanei ricchi ed azzimati. Come dire, fuori dai denti: la merda piove sempre verso il basso. La zombie è quel tipo di donna con il fisico da Sport Illustrated che mai frequenterebbe uomini come i due protagonisti. L’amore impossibile di Rickie nei confronti di Joann dice tutto: finché lei era bambina e non addentro le strumentalità della vita, Rickie andava benone; ora che è grande e forte del potere della bellezza, meglio darsi al borghesuccio della scuola, vincente e stronzo patentato. E non ci sarà altro modo per avere Joann, che “riposizionarla” su una scala sociale più consona. Forse, chissà, il vero maschilismo di Deadgirl sta nel modo di vedere il cinico modus viventi delle donne non-morte e molto, molto meno nel routinario exploitation della zombi violentata. Ma l'exploitation si paga e Deadgirl finisce parificato a cosacce brutte o, alla meglio, a the Girl next door (2007), e, nel confronto, ci perde. Comunque interessante e, certo, non l'horror per tutta la famiglia.

Titolo originale
Id.
Regista:
Marcel Sarmiento, Gadi Harel
Durata, fotografia
101', colore
Paese:
USA
2008
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0