Dellamorte Dellamore
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Voto:
Francesco Dellamorte (Rupert Everett) è il becchino del cimitero di Boffalora; nel suo lavoro è aiutato dall'assistente ritardato Gnaghi (François Hadji-Lazaro). In quel cimitero, i morti tornano a rivivere dopo pochi giorni dalla sepoltura e uno dei compiti di Dellamorte è tenerli a bada. Una vedova (Anna Falchi) porterà l'amore e ulteriore movimento nella vita di Francesco.
LA RECE
Un poco ingiustamente dimenticato questo horror italico capace di mixare, e non male, horror, commedia, bizzarrie ed erotismo. Quasi secondaria la connessione con l'eroe dei fumetti.
Si dice che Martin Scorsese abbia definito Dellamorte dellamore, all'estero Cemetery man, il miglior film del 1993; forse un po' troppo entusiasmo dal momento che, quello stesso anno, era uscito Schindler's List ma, effettivamente, questo film di Soavi non solo fu una delle pellicole horror più interessanti uscite in quell'anno ma, soprattutto, rimane un esempio di horror italiano di qualità nella decade ‘90, materia rarissima. Dellamorte dellamore, basato vagamente sullo stranoto Dylan Dog dei fumetti, è un film in discreto equilibrio fra orrore, commedia e romanticismo, il tutto ammantato da una filosofia di vita malinconica e cinica. Il film, fondamentalmente uno zombi-horror, è suddiviso in tre episodi presentati senza soluzione di continuità nei quali i due protagonisti maschili rimangono invariati, mentre la Falchi viene presentata in un ruolo sempre diverso. Il film ha un validissimo impatto estetico che supera il senso logico di ciò che viene rappresentato, il che, se non altro, evita quello sgradevole retrogusto di produzione televisiva come spesso accade con il nostro cinema. Ovviamente, in Italia la pellicola non è stata capita mentre all'estero è già da un pezzo un piccolo cult. I motivi li spiega Soavi ai giornalisti di Nocturno: "Era un film anomalo: non solo era un film di genere, poteva riuscire un fiasco micidiale per la sua stupidità; nel senso che, comunque, aveva come background un umorismo da fumetto... Puoi pure pensare di trasportarlo uguale nel cinema, quel tipo di umorismo, ma non è così: se lo rifai uguale fai una cazzata; e quindi, il racconto doveva essere tutto giocato sul filo di un rasoio, senza scadere nella commedia, nella consapevolezza di far ridere - ma nello stesso tempo doveva far ridere, perché se non avesse fatto ridere sarebbe stato un fiasco - né nel film di paura, perché non voleva essere un film di paura o di effetti speciali: la gente o vuole ridere o vuole aver paura, in mezzo non c'è niente, se ci vai esplori una terra di nessuno..." (Giusti, 2004). Il problema fu che, nella fusione fra commedia e orrore, l'elemento comico prevalse agli occhi dello spettatore italiano togliendo mordente agli elementi orrorifici. Il film è una commedia nera in una combinazione forse troppo sottile per coloro che pensano che l'arte funzioni a scompartimenti stagni. Questo non significa che il film sia un capolavoro: con la progressione della pellicola, gli elementi comici si ripetono, la trama si sfilaccia fino ad assumere delle gustose atmosfere weird ma, soprattutto, il film non finisce, semplicemente s'interrompe in una ricerca forzata di bizzarria. Rupert Everet, solitamente visto in brillanti commedie sentimentali, è perfetto per la parte se non altro per la somiglianza con l’indagatore dell’incubo. Meglio di lui, il musicista-attore François Hadji-Lazaro che riesce a comunicare moltissimo anche solo annuendo o pronunciando l'unica parola che in effetti proferisce nel film: gna! La Falchi, ça va sans dire, è molto bella e si mostra generosa; in più, se si ha l'occhio veloce, e se piace, ci scappa anche un nudo frontale di Everett. Presenza scult di Masciarelli nel ruolo del sindaco. Soavi dimostra, in moltissime riprese, una grande cura e un vero e proprio amore per il cinema horror mescolando Romero, wacky comedy e stili tipici dello spaghetti giallo al fine di creare una pellicola che dà l'op-portunità di divertirsi e riflettere ma che, soprattutto, va apprezzata per l'inventiva e l'audacia. Da vedere in uno sconsolato double-bill con Dylan Dog (2010).
TRIVIA
⟡ Nei credits finali si ringrazia in maniera speciale Blob, la trasmissione tivù.
⟡ Una compagnia di distribuzione americana si era proposta di finanziare il film se Matt Dillon avesse avuto il ruolo di Francesco Dellamore.
⟡ Quando Francesco e Lei (Anna Falchi) si baciano nella cripta con il panno sopra le teste, la cosa riprende “gli Amanti” dipinti da Magritte.
⟡ Il film è ispirato al romanzo omonimo di Tiziano Sclavi, scritto prima ma pubblicato dopo la creazione di Dylan Dog, personaggio disegnato a immagine e somiglianza di Rupert Everett, anche se la prima versione del personaggio dei fumetti era ispirata al ballerino Antonio Gades.
⟡ Nell'albo speciale numero 3, “Orrore Nero”, la storia di Dylan Dog s'incrocia con quella di Dellamorte.
Titolo originale
Die Nackte und der Satan
Regista:
Michele Soavi
Durata, fotografia
105', colore
Paese:
Italia, Francia
1993
Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
