Dogtooth
Voto:
Per proteggerli dal mondo esterno e dalla sua influenza che si ritiene pessima, un padre e una madre tengono reclusi in una villa i tre figli, due femmine e un maschio. Questi non sono tenuti in casa con la violenza ma sono semplicemente isolati dal mondo e istruiti in maniera distorta in modo da aumentare lo iato fra loro e la società. Solo il padre esce per andare a lavorare e fare compere. Per dare uno sfogo sessuale al figlio, viene concesso a una dipendente del padre di venire nella villa. Tale presenza esterna innescherà tragici cambiamenti.
LA RECE
La perversione del pensiero circolare, soggettivo, schermato pur a fin di bene, e il costo della ribellione ad ogni sistema tirannico e fideistico. Film mestamente feroce. Non per tutti, sfortunatamente.
Protagonisti senza nomi, senza nessuna fiducia nel prossimo, senza umanità, ridotti ad animali domestici dai padri-padroni che credono di fare il bene, ché il male è sempre quello degli altri. Istruzione domestica, asociale, errata. Errata in quanto domestica, e quindi asociale, che richiama alla mente alcune tragiche scene, più vere del vero, mostrate nel documentario Jesus camp (2006) nelle quali si mostrava un bambino la cui cultura era affidata ad una religiosissima madre che selezionava a modino libri e informazioni da apprendere rigorosamente seduti al tavolo della cucina. Il delirio e la strisciante violenza della famiglia scritta da Lanthimos insieme a Efthymis Filippou è di tale portata da rasentare una commedia che, però, non fa ridere. Come in the Village (2004), il gruppo di persone recluse mitizza il mondo esterno, i rischi che lo abitano e la gente che ci vive. I gatti, ad esempio, sono le creature più temibili che abitano il pianeta e si cibano di bambini. Sarà forse per questo che un padre padrone addestra i figli come cani, disumanizzandoli al punto da togliere loro ogni sana gioia, così che il sesso sia ridotto a piatta routine, anche quando la routine si chiama incesto. Piattezza dell'anima che colpisce pure i genitori, i quali, davanti a un porno, discutono di una gravidanza: però loro, il porno, prodotto della corrotta società, se lo godono. I figli, invece, giocano con le bambole e gli aeroplanini, e vanno a dormire nel lettone di mamma e papà che insegnano che nell'LP di Sinatra si sente la voce del nonno, e che si diventa grandi quando cadono i canini. Lanthimos dirige in maniera fredda e disadorna, come un Haneke ma con il naso meno all'insù, evitando inutili violenze e sangue, benché si abbia qualche forte concessione sessuale però del tutto priva di morbosità. Il regista ci introduce nel microcosmo fantascientifico di una comunità autistica e cattura il delirio del pensiero soggettivo su quello condiviso, del dogma e del fideismo. Alla fine, una donna, sempre lei dai tempi di Eva, sfida il dio-padre e perde il paradiso. Anzi, dall'Eden scappa a gambe levate non prima di essersi cavata il canino; la psicoanalisi parlerebbe di atto di castrazione messo in atto per scacciare il senso di colpa legato alla sfida edipica. Ma non mettiamo il carico da cento. Il regista non ci fa sapere se la fuga della giovane esiti in un successo ma non tutto si può giudicare solo dai risultati. Quello che conta è la ribellione o, almeno, il tentativo. Visione caldamente consigliata ma la pellicola non è mainstream.
TRIVIA
Georgios "Yorgos" Lanthimos (1973) dixit: “Non avrei mai pensato che sarei arrivato a fare cinema. Venendo dalla Grecia, non era una realtà sperabile. Ho fatto un sacco di cazzate, era un periodo, l'inizio degli anni Novanta, in cui i vecchi giornali regalavano prodotti, quindi facevamo questi spot economici per le macchine da caffè che davano agli abbonati, cose pazzesche come questa" (indiewire.com).
⟡ Kynodontas ha vinto il premio “Un Certain Regard” al LXII Festival di Cannes ed è stato candidato come miglior film straniero agli Oscar 2011 diventando il quinto film greco nella storia ad essere nominato al premio.
⟡ In un'intervista rilasciata ad Electric Sheep Magazine, il regista spiega com'è nata l'idea del film e il tema centrale: "Non è nato come una storia di una famiglia così disfunzionale. All'inizio mi facevo domande sulla vita familiare e sul crescere i figli in genere, e se il modo in cui noi pensiamo a quelle cose sarebbe mai cambiato. Ma ho avuto un dialogo con alcuni amici un giorno e facevo battute sul fatto che due di loro si stavano sposando e avendo figli, perché oggi molta gente divorzia e i figli sono cresciuti da genitori single, quindi ho detto che non aveva senso sposarsi. Benché stessi solo scherzando, improvvisamente quelli si misero molto sulla difensiva rispetto ciò che avevo detto. Questo mi ha fatto capire come qualcuno che conoscevo, e che non avrei mai pensato reagisse così, potesse sclerare nel momento in cui gli toccavi la famiglia. E da ciò ebbi l'idea iniziale di quest'uomo che avrebbe raggiunto l'estremo per proteggere la propria famiglia e che avrebbe provato a tenere insieme per sempre la famiglia allontanando i suoi figli da ogni influenza del mondo esterno, essendo fermamente convinto che quello fosse il miglior modo di crescerli"
⟡ L’attrice ventinovenne Mary Tsoni, nel film la figlia più giovane, è deceduta l’8 maggio 2017 nel suo appartamento di Atene; aveva provato a chiamare i soccorsi ma all’arrivo dei paramedici è stata trovata morta. Soffriva di una severa depressione ma ufficialmente si è parlato di morte dovuta ad edema polmonare.
Titolo originale
Kynodontas
Regista:
Yorgos Lanthimos
Durata, fotografia
94', colore
Paese:
Grecia
2009
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
