Downrange
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Voto:
Inusuale slasher nippo-americano con un gruppo di giovani che si trova sullo stesso monovolume causa carpooling e, su una strada statunitense molto poco battuta, si trova sulla linea di tiro (downrange) di un cecchino pazzo nascosto fra gli alberi. Dico slasher perché molti degli elementi presentati da questo interessante Downrange richiamano quel genere, benché l’unità di tempo e luogo, qui, sia molto ristretta, la final-girl non quella che sembra (al di là della cinica sorpresa finale), e si abbiano proiettili al posto degli inseguimenti coltellaccio alla mano, proiettili che, comunque, causano effetti terrificanti come i colpi di machete di Jason Voorhees. Downrange è, soprattutto, un film d’assedio ma in ambiente aperto con una tensione che non cala praticamente mai. Con ridottissime variabili, e ridosando ingredienti già noti, Kitamura (Prossima fermata: l'inferno, 2008) tira fuori molto dal poco, e produce una pellicola non quintessenziale ma capace di accontentare hard-core fan e mainstream. Eccepibili, a volere essere puntigliosi, la fotografia e il cast che non eccelle in modo particolare. Il finale, inoltre, in una struttura che ambisce alla verosimiglianza per atterrire, appare forzatamente negativo ma, ormai, piace così. Comunque, della categoria “ce ne fossero”.

Titolo originale
Id.
Regista:
Ryûhei Kitamura
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
USA, Giappone
2017
Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0