Prossima fermata: l'inferno

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Voto:

Leon (Bradley Cooper), un fotografo freelance in cerca dello scatto perfetto, incappa nello strano Mahogany (Vinnie Jones) che noi sappiamo essere un gelido assassino, il quale, nelle ore notturne, ammazza senza pietà la gente nelle carrozze della metropolitana. Ossessionato dall'indagare e fotografare il "macellaio", Leon cambia anche carattere, cosa che rovina il rapporto con la fidanzata Maya (Leslie Bibb) e con l'amico Jurgis (Roger Bart). Le azioni di Mahogany cambieranno, in peggio, la vita dei tre.

LA RECE

Meritava maggior credito questo horror perfetto da seconda serata immerso in un mondo algido e irreale con un killer spietato e mesto. Per il pubblico femminile, c'è un Bradley Cooper pre-stardom.

Basato su una breve storia scritta nel 1984 da Clive Barker, the Midnight meat train è un film horror inusuale, ben realizzato e dai toni forti ma non morbosi. Sfortunatamente, nel momento in cui il film doveva essere distribuito, la casa di produzione Lionsgate vide un cambio al vertice; il nuovo boss decise, come il peggiore dei patrigni, di non dare la dovuta attenzione ai film realizzati prima del suo arrivo. The Midnight meat train, quindi, patì una pessima gestione: il giorno della prima in USA, il film fu distribuito in 102 sale fra le meno moderne e le più economiche; secondo il principio per il quale ciò che costa poco vale poco, il film venne snobbato dal pubblico. La Lionsgate aveva preferito spingere roba rifritta come Saw V (2008). Peccato, perché alla regia era stato chiamato Kitamura (Versus, 2000; Alive, 2002; Azumi, 2003; Downrange, 2017), incline ad una regia dinamica che, infatti, inietterà nella storia di Barker, dando una marcia in più a un film che, svolgendosi per la maggior parte in un luogo molto limitato, rischiava la staticità. The Midnight meat train non risparmia sul sangue e sulla violenza e potrebbe superare la soglia del buon gusto per gli spettatori non avvezzi al genere, eppure, ogni scena forte non si spinge mai verso derive di sadismo gratuito invadendo il settore del torture-porn così in voga ai tempi. Bradley Cooper, che da poco stava mettendo fuori la testa dalle produzioni televisive, viene messo decisamente in ombra dal muscolare Mahogany/Jones, mandibolare killer spietato ma non compiaciuto della sua opera, mesto e muto esecutore di misteriosi mandanti (sfumatura di horror cosmico lovecraftiano nel finale), malato di una malattia sconosciuta e disgustosa. Impanata in una fotografia fredda tendente al blu, la pellicola non mostra cadute di ritmo e lascia aperti diversi interrogativi che ammantano la storia di un gradevole e inquietante mistero. Non tutto fila liscio: gli effetti speciali, in più di un caso, mostrano dei pesanti limiti realizzativi dovuti soprattutto a un uso economico del digitale; molti schizzi di sangue paiono decisamente artefatti e, in particolar modo, la fuoriuscita dei bulbi oculari dalla testa di una vittima in una specifica scena ottiene un effetto al limite del ridicolo ma, esclusi quei due o tre scivoloni, il film dimostra di non aver meritato la pessima sorte distributiva patita.

TRIVIA

Ryûhei Kitamura (1969) dixit: “Sono cresciuto guardando film. Da piccolo non andavo a scuola. Sono stato al cinema dalla mattina alla sera guardando film in continuazione, quindi quei film hanno avuto una grande influenza. Quando avevo sedici anni, ed è arrivato il momento di iniziare a pensare a quello che volevo fare nella vita, ho pensato che mi piaceva guardare film, quindi perché non diventare un regista? Era così semplice. Un anno dopo ho deciso di lasciare il liceo. Durante le lezioni, in realtà. Mi sono alzato e ho detto al mio insegnante: “Io mollo. Diventerò regista cinematografico. Addio”. Una settimana dopo ero in Australia in cerca di una scuola di cinema. Mi hanno influenzato i film di George Miller, come Mad Max, e Russel Mulcahy, Highlander. Anche Peter Weir. Sono tutti australiani. Mi piaceva anche la musica rock australiana, come gli INXS. Così ho sentito che l'Australia era la scelta naturale. Ho trovato una scuola di arti visive a Sydney, mi sono avvicinato al preside e ho detto: “Vengo dal Giappone e voglio diventare un regista cinematografico, quindi fatemi entrare”. Lui pensava che fossi un tipo divertente, così mi ha fatto entrare e ho studiato lì per due anni” (midnighteye.com).

⟡ Il film è stato distribuito in Italia con due titoli brutti, Prossima fermata: l'inferno (titolo offerto dalla Universal Pictures per il DVD distribuito) e, poi, è stato trasmesso in tv come il Killer della metropolitana.

Le due fermate del metrò utilizzate per le riprese sono la Metro Station, 7th & Flower Streets e la Vermont Avenue and Santa Monica Boulevard (Los Angeles).

⟡ Il treno del film è un modello modificato di sopraelevata "Chicago 2200".

⟡ Lo stesso Clive Barker ha dipinto alcuni dei quadri che si vedono nella galleria d'arte di Susan Hoff.

Titolo originale

The Midnight Meat Train

Regista:

Ryûhei Kitamura

Durata, fotografia

100', colore

Paese:

USA

Anno

2008

Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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