E Johnny prese il fucile
Voto:
Un giovane soldato (Timothy Bottoms), colpito da un mortaio, perde tutti gli arti, subisce gravi danni al volto e diventa sordo e cieco. Ricoverato in un ospedale di veterani della Prima Guerra Mondiale, il giovane senza nome, progressivamente, scopre che l'unico senso che gli è rimasto è il tatto. I medici credono sia in coma ma il soldato, invece, è cosciente e con la memoria ripercorre la propria storia. Un'amorevole infermiera avverte i superiori dello stato dell'uomo ma i militari nascondo la presenza del mutilato e non permettono l'eutanasia.
LA RECE
Esempio di cinema irripetibile, sia in senso generale, sia come film anti-militarista. Molti temi sul bamco (forse anche troppi) e molti di essi destabilizzanti. Film di enorme valore ma non per tutti.
I film antimilitaristi hanno un effetto strano sul pubblico: scatenano una dannata voglia di fare la guerra. Si prenda ad esempio Rambo (1982), film sullo stato di alienazione provato da tanti veterani tornati dal Vietnam ad abitare una nazione che li schifava e nella quale non si riconoscevano più. La denuncia c'era ma si perdeva nell'intreccio delle vene del nerboruto Sly e andava recuperata nel riferimento letterario, “First Blood” di David Morrell. Rambo non fu che uno dei più fulgidi esempi di film che giocavano contro la guerra giocando alla guerra e, in definitiva, confondendo il pubblico che, a fine visione, si trova a sventolare la bandiera della pace con un pugnale stretto fra i denti. Non fu così per E Johnny prese il fucile, primo e unico film del 66enne Dalton Trumbo che scrisse l'omonimo libro negli anni '30 e trovò i soldi e gli appoggi per la sua pellicola solo decenni più tardi a causa della caccia alle streghe che lo aveva estromesso dall'ambiente cinematografico e culturale. Il film fu un successo minore e venne praticamente dimenticato, finché, nel 1989, i Metallica scrissero lo strepitoso pezzo "One" che s'ispirava a questo film e, nel produrre il video della canzone, utilizzarono alcune sequenze del film. Da quel momento, il film è divenuto un cult underground che, però, difficilmente potrà godere di un recupero operato dal più ampio pubblico a causa della materia trattata ma, soprattutto, per come la materia venne trattata. Nonostante la storia narrata dal film abbia una localizzazione temporale molto specifica, la Prima Guerra Mondiale, quando il film uscì nelle sale imperversava la guerra in Vietnam e, comunque, il messaggio antimilitarista di Trumbo suonò e suona come senza tempo. Il violentissimo j'accuse di Trumbo scagliato contro l'ambiente militare, politico, religioso e, in senso lato, contro tutta la società che accetta come un dato di fatto la follia della guerra, viene tuttavia limitato dalla sua scarsa esperienza come regista e dalla volontà di inserire nel racconto troppi spunti di riflessione e alcune metafore visive troppo ricercate o superflue che appesantiscono il film. È innegabile che le parti del film in bianco e nero che vedono il povero soldato nel letto, senza un nome, senza un volto, senza gli arti, hanno un impatto tremendo sullo spettatore. Trumbo, piuttosto che fare un film di guerra contro la guerra, tiene la storia a un basilare livello umano che, nelle scene ospedaliere, diviene un livello subumano o sensoriale con il povero militare che scopre quali parti del proprio corpo siano rimaste integre in base agli stimoli che riceve dall'esterno. S'intrecciano, su questo piano, i flashback del soldato che ripercorre la propria storia ripescando lontani episodi d'infanzia, fino ai primi giorni precedenti la partenza per il campo di battaglia. Non tutti i flashback sono riuscitissimi; alcuni di elevato lirismo, come quello in cui il giovane dorme a letto con la sua amata, altri appaiono forzati come quelli con Sutherland-Cristo (scene scritte da Luis Buñuel) o altri con situazioni circensi d’impronta felliniana. Rimane, comunque, l'impatto incredibile di diverse scene, il messaggio della guerra come rovinosa avventura che non fa eroi (il protagonista era stato colpito mentre tentava di nascondersi) e che toglie la voce alla fede: persino Cristo non sa più che dire per consolare il mutilato. Dolcissima e passibile di profonde riflessioni psicologiche la figura della pietosa infermiera che regala al militare l'ultimo orgasmo e poi, se avesse potuto, la morte. Un'avventura, quella della guerra, che non nobilita nessuno dei partecipanti. La parte finale del film, con vari membri della società al capezzale del "fenomeno da baraccone" a interrogarsi sul da farsi, così come la sequenza terminale dell'SOS ripetuto nel buio mentre la macchina da presa si allontana dal corpo del malato, sono inequivocabilmente dei pezzi di grande cinema. E Johnny prese il fucile, così anticinematografico nel suo modo di raccontare la guerra, finisce per essere, insieme a pellicole come Freaks (1932), uno di quegli esempi di cinema irripetibile. Fra i pro e i contro, questo primo e ultimo film di Trumbo, Gran Premio della Giuria a Cannes del 1971, è una pellicola unica nel suo genere, difficilmente paragonabile a qualsiasi altro film e assolutamente imperdibile da tutti coloro che amino cimentarsi con i messaggi artistici più complessi e destabilizzanti.
TRIVIA
James Dalton Trumbo (1905-1976) dixit: “Comincio a capire perché la gente crede che Hollywood corrompa gli scrittori. Ma si sbagliano di grosso. Tutto ciò che Hollywood fa è dare loro abbastanza soldi per potersi sposare e avere figli come le persone normali. Sono il matrimonio e l'avere figli che li corrompono davvero” (IMDb.com).
⟡ Il film è stato rifatto nel 2008 con lo stesso titolo da Rowan Joseph. Si tratta, in effetti, della riduzione del libro più che di un remake del film e l'impostazione del lavoro di Rowan è teatrale.
⟡ La caccia alle streghe inaugurata dal senatore repubblicano McCarthy portò a un'ondata di delazioni contro persone accusate di essere comuniste. Nell'ambiente cinematografico, il regista Elia Kazan, che poi nel 1952 rivelò di essere stato membro del partito comunista, fu il primo a collaborare con McCarthy e le sue spiate portarono alla distruzione della carriera di molte persone. Una di queste fu Trumbo. Per il suo comportamento delatorio, quando nel 1999 a Kazan fu consegnato l'Oscar alla carriera, molti attori fra il pubblico (Steven Spielberg, Ed Harris, Nick Nolte) non si alzarono né applaudirono.
⟡ La citazione latina che compare alla fine del film, cioè "Dulce et decorum est pro patria mori" è traducibile come "È dolce e onorevole morire per la patria". La frase è di Orazio, tratta dalle Odi (III, 2.13).
⟡ Problemi di salute impedirono a Trumbo di dirigere un altro film. L'artista morì d'infarto il 10 settembre 1976.
Titolo originale
Johnny Got His Gun
Regista:
Dalton Trumbo
Durata, fotografia
111', b/n
Paese:
USA
1971
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
