Europa di notte

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Voto:

Il folle dottor Ood (Horst Frank) riesce a tenere in vita la testa del grande chirurgo Abel (Michel Simon) spiccata dal corpo dopo averlo ucciso. La testa del luminare potrà dare, suo malgrado, consigli medici ad Ood che intende impiantare il cranio di una donna zoppa e gobba sul corpo di una ballerina.

LA RECE

Alle radici del genere Mondo, la documentaristica vero-falsa e sexy che piacerà tantissimo al pubblico. Oggi fra riscoperta del passato e celeste nostalgia.

Documentario superseminale, capostipite di due generi exploitation: il sexy-mondo “di notte” ma anche il successivo e più violento genere antropologico emerso con Mondo cane (1960); non a caso, Europa di notte venne scritto da Gualtiero Jacopetti, poi coregista insieme a Prosperi del film del ’60. “Sul finire degli anni Cinquanta, in Italia, l’abolizione delle case chiuse crea nella popolazione maschile il desiderio di indirizzarsi altrove per poter trovare, se non altro voyeuristicamente, quelle sollecitazioni erotiche che d’improvviso sono venute a mancare. […] Nasce così un genere, il mondo-sexy, che sembra fatto apposta per offrire sollecitazioni e ammiccamenti erotici, seppur dapprima chiaramente in forma molto larvata, allo spettatore” (Bruschini, Tentori, 2013). Il Centro Cattolico Cinematografico si scatenò in critiche negative ma il pubblico apprezzò eccome, facendo registrare un incasso di un miliardo e 210 milioni delle vecchie lire, qualcosa come 16 milioni di euro del 2020. L’enorme successo di Europa di notte non può, tuttavia, essere giustificato solo dai clienti delle case d’appuntamento allo sbando, soprattutto perché, come noto, la legge Merlin non fermò il mercato della prostituzione che, semplicemente, sopravvisse occultandosi, e neppure troppo. La ragione, oltre all’innegabile e ineliminabile voyeurismo delle umane genti, è sottolineata nell’incipit del film sesso: è un velato anelito europeista quello che pare scorgersi nelle prime parole pronunciate dal narratore Jacopetti ma distante dal progetto economico che adesso viviamo e, piuttosto, conseguenza di un mondo che si restringeva progressivamente per il diffondersi di mezzi e libertà d’espressione. Il clima, però, almeno in Italia, era ancora quello del popolo semplice e facilmente impressionabile da certe rappresentazioni artistiche e certi soggetti umani che andavano a condire lo stufato culturale planetario. Siamo lontani dalle crudezze che il genere mondo propinerà da lì a poco e distantissimi dallo shockumentary, derivato distorto e corrotto di quanto proposto qui da Blasetti. Europa di Notte, aperto e chiuso da performance di Domenico Modugno e arricchito dalle musiche di Carlo Savina, mostra pezzi dal circo Togni, i clown Rastelli, un giovane che è un drago con lo xilofono, i Platters, il rock dei Colin Hicks and The Cabin Boys, il bravo performer Henri Salvador, maghi abili con le carte e le colombe, e altra gente magistrale con i piatti che ruotano. Compare persino una giovane Carrà quando si chiamava Raffaella Pelloni. Poi arrivano i pezzi forti. Le ballerine del Crazy Horse, una danzatrice del ventre indiavolata, e pure la nota (ai tempi) spogliarellista Lily Niagara che pare facesse girare la testa a molti. Gli spogliarelli sono casti ma suggestivi, con tanto di controcampo sul pubblico di uomini che guarda, fuma e suda. Pezzo fortissimo, per l’Italia del 1958, quello con Coccinelle che, se guardate bene, fa filtrare dal bustino anche un capezzolo evidentemente sfuggito alle manchevoli diottrie dei censori d’antan. Peccato che Coccinelle, al secolo Jacques Charles Dufresnoy (1931-2006), fosse un notissimo trans che, caso vuole, procedette alla riassegnazione sessuale proprio nel 1958. Il filmato, comunque, è d’interesse storico perché dovrebbe essere la prima volta che in Italia veniva mostrato un transessuale, e Coccinelle, almeno sul palco, aveva un aspetto indistinguibile da una donna. Il film si chiude innocuo sui modellini che rappresentano i monumenti delle città europee investite dalla luce dell’alba che spazza via la notte così ricca di mistero e stranezze. Europa di notte, primo mondo movie, è ancora un innocente esercizio filmico di patchwork che raccoglie qua e là senza neppure troppa fluidità, con la voce del narratore che vorrebbe aggiungere qualche nota ironica. Malinconia a mille e feroce senso del tempo che passa quando, nel film, si dice che i giovani escono di casa per non guardare la tivù percepita come roba da vecchi; doveva ancora arrivare la generazione X di teledipendenti poi bruciata dai Duemila che, come quelli del 1950, la tivù la lasciano ai genitori X bolliti. Corsi e ricorsi storici. Europa di notte resta la chiave di volta che è. Voto di chi porta rispetto.

TRIVIA

Alessandro Blasetti (1900-1987) dixit: “La verità è che siamo nelle mani di noi stessi. Di quel nostro Io, il mio e quello di ciascuno di voi, dal quale ripetutamente vi avevamo invitato a prendere le distanze, a vederlo dall’alto, di lontano, in modo che si renda conto delle responsabilità che lo investono quando si sente tutto, ed è niente, unico, ed è innumerevole, e viceversa” (patrimonio.archivioluce.com; vid: Alessandro Blasetti II parte).

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Alessandro Blasetti

Durata, fotografia

102', colore

Paese:

Italia, Francia

Anno

1958

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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