the Exorcism of Emily Rose

-

Voto:

La giovane Emily Rose (Jennifer Carpenter), poco dopo essersi recata al college, inizia ad accusare problemi fisici e allucinazioni finendo per crede di essere posseduta dal Maligno. Dopo che le cure per una supposta epilessia falliscono, Emily viene affidata alle attenzioni di Padre Moore (Tom Wilkinson). La ragazza muore e il prete viene accusato di omicidio. L'agnostica e arrivista avvocatessa Erin Bruner (Laura Linney) dovrà difendere Moore in tribunale cercando di dimostrare che i suoi tentativi di esorcismo avevano solide fondamenta.

LA RECE

Irrispettosa ricostruzione di un vero fatto di disagio psichico "confuso" come possessione. Resta l'intrattenimento di un possession-movie con un'attrice capace di usare il proprio corpo con contorta efficienza.

Ispirato al libro "The Exorcism of Anneliese Michel" scritto dalla dottoressa Felicitas Goodman che nel film viene rappresentare come l’esperta chiamata a deporre sulla possessione. The Exorcism of Emily Rose avrebbe potuto essere un film di spessore se solo il regista Derrickson non avesse ceduto alla tentazione di trasformarlo in un docudrama con elementi horror troppo risaputi e non dissimili dagli stilemi dell'ormai noto cinema di paura orientale. Di buono c'è che il regista ha evitato di copiare pedissequamente il capolavoro di Friedkin (l'Esorcista, 1973) nonostante sia impossibile non porre dei paragoni, visto che entrambi i film condividono la base comune di una ragazzina innocente che viene posseduta dal Maligno. Se il film di Derrickson, che piega le fonti di cronaca da cui ha tratto ispirazione alle ragioni della spettacolarizzazione, avesse sottolineato l’ambivalenza fra il disturbo epilettico e la possessione, o anche l'ambivalenza della Chiesa che riconobbe il caso come genuino per poi sconfessarlo dopo la condanna del prete, allora le cose sarebbero andate meglio; ma forse non si sarebbe più trattato di un horror. Pur funzionando come spettacolo spaventevole, the Exorcism of Emily Rose non si sforza di trovare soluzioni originali per atterrire lo spettatore: lo bombarda con l’incessante manifestazione degli orologi che segnano le 3:00 a.m. e propone la morte di un testimone, annunciata come stessimo guardando Final destination (2000). Di interessante c’è la prova attoriale di Jennifer Carpenter che sa usare il proprio corpo, e contorcerlo senza l'aiuto di effetti digitali, generando scene di possessione che, queste sì, possono rivaleggiare con quelle di Friedkin. Bravo anche Tom Wilkinson nei panni di Padre Moore; più composta e funzionale Laura Linney in quelli dell'avvocatessa in crisi di coscienza. Il film gioca le sue carte sull'eterno conflitto fra scienza e religione calcando la mano su alcuni stereotipi, prendendo poi posizione nel momento in cui la pellicola procede verso una deriva mistica. Fra metodi di procedura penale poco chiari e deposizioni che non si sa quale tribunale prenderebbe come buone (l'antropologa cita Castaneda!) the Exorcism of Emily Rose sta in bilico tra il buon stile cinematografico e le facezie mainstream, ivi compreso l’amaro happy end. Requiem (2005) di Hans-Christian Schmid ricostruisce in maniera più corretta i fatti riguardanti la sfortunata Anneliese.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Scott Derrickson

Durata, fotografia

122', colore

Paese:

USA

Anno

2005

Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial