Fatal Frames - Fotogrammi Mortali
Voto:
Il regista di video musicali Alex Ritt (Rick Gianasi) viene ingaggiato per produrre il video di una star in ascesa: Stefania Stella (Stefania Stella). Giunto a Roma, Ritt assiste a un omicidio ma, chiamata la polizia, non si trova traccia del misfatto; poi spunta un filmato dell'assassinio. Una ad una, le donne connesse a Ritt vengono uccise tutte allo stesso modo: decapitate.
LA RECE
Si apprezza l'entusiasmo. Si apprezza la Roma dipinta di colori irreali. Il resto è ben poco edificante. Del giallo argentiano, Festa ripesca anche il principale errore del Dario nazionale, dare a una familiare un ruolo essenziale.
Il film di Al Festa per antonomasia che qui, senza troppo mestiere ma con incontrollato entusiasmo, mette in piedi con non poche difficoltà produttive un tardivo giallo all'italiana di humus argentiano e ridda di citazioni dotte; un film che, ai tempi, diede vita a un battibecco fra il regista e una delle firme più note della rivista Nocturno andando, comunque, e proprio per questo, a creare uno scult-movie de noantri. Il film nacque nel 1993 ma soffrì di una pesante interruzione in quanto i produttori Santini e Mennini non si fecero più trovare dopo aver promesso al regista la distribuzione della MGM. A recuperare il lavoro di Festa, fermo per due anni, ci pensò Mediaset che permise la conclusione delle riprese comunque incespicanti per defezioni attoriali e pure decessi di alcuni di essi: Rossano Brazzi e Donald Pleasence morirono durante le fasi produttive creando qualche confusione in ambito narrativo. Uno dei problemi centrali, tuttavia, fu la nepotistica scelta di Festa di dare il ruolo di protagonista a Stefania Stella, aka Stefania di Giandomenico, sua moglie e cantante del brano “Eternal city”. Nessun compromesso fu più deleterio perché la Stefy, di opinabile allure estetica, buca il video in senso negativo attirando, ieri come oggi, le critiche più divertite e feroci dei cinefili. La grave e greve presenza di Stefania risulta ancor più stonata in un film che accatasta cammeo e comparsate di grandissimi nomi dell'horror e del cinema in generale, per lo più in disarmo: Alida Valli, Giorgio Albertazzi, Ugo Pagliai, Ciccio Ingrassia (in pessime con-dizioni di salute), David Warbeck, Linea Quigley, Angus Scrimm e i due suddetti attori defunti. Il cast “old star” viene completamente sprecato e diluito in un film cartolina d’ingiustificabile lunghezza che sembra uscito dalla pro-loco di Roma urbe. Quindi, partendo dal presupposto che nel ‘96 il giallo all'italiana era già morto da un pezzo, che Stella e Gianasi sono scarsi (il doppiaggio non aiuta) e che il film si dilunga all'eccesso, ciò che rimane è la buona volontà e il coraggio di Al Festa. Al regista, al tempo incazzatosi non poco per gli attacchi a questo suo tentativo di ridare linfa all'italico cinema fantastico ormai distrutto dalla tivù, sfuggì, forse per troppo amore, il paradosso di costruire un film evocativo del vecchio cinema ma con una patina del tutto televisiva, frammentato da tentativi forzosi di farsi essai tramite fotografia e posizioni di macchina che, combinate con la recitazione e i dialoghi, danno al tutto una cifra stordente. Del giallo tradizionale c'è l'indagine (in un commissariato in cui mancano le lampadine!), il killer di nero vestito e alcuni omicidi tru-culenti con tanto di machete piantato in faccia, più altre cose come decapitazioni assortite che mostrano un buon comparto effettistico. Alla fine, la vera forza di Fatal frames è un’altra: dare vita a una Roma dai colori irreali nella quale le architetture per nulla gotiche si sforzano di esserlo, teatro del dramma umano di Stefania che desidera essere attrice e cantante e finirà per essere solo una Stella cadente ricordata, tragicamente, per una ed una sola scena in tutto il film: il suo coito con indosso gli slip. D’altronde, Stefania Stella ce l’aveva detto: "Amo essere considerata intensa".
TRIVIA
Alberto “Al” Festa (1958) dixit: “Fare un film horror in Italia oggi è difficile veramente. Il vero problema è che per dirigere un film di serie-C è tutto ok, mentre un buon prodotto implica grosse difficoltà. La colpa poi è soprattutto dei produttori che vogliono finanziare solo le fregnacce che piacciono a loro, fregandosene del pubblico. Pensa che quando ho fatto leggere a Cecchi Gori il copione di Fatal frames voleva farmi rinchiudere… Oggi poi ci sono anche una serie di registi “seri”, o che per lo meno si definiscono tali, che io reputo molto pericolosi. Parlo di film come Mary per sempre di Risi o la Scorta di Tognazzi, che non sono altro che una speculazione su un certo tipo di tematiche. All’estero ci ridono dietro” (Nocturno 100, 2010).
⟡ Donald Pleasence viene omaggiato nella pellicola con un campionamento del noto score musicale del film Halloween (1978).
⟡ L'attore Rick Gianasi fu il protagonista del film della Troma Sgt. Kabukiman N.Y.P.D. (1990).
Regista:
Al Festa
Durata, fotografia
125', colore
Paese:
Italia
1996
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
