Francesca

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Voto:

In una città italiana, un misterioso killer uccide seguendo un rituale relativo all’Inferno di Dante. Tutto sembra essere connesso a un fatto accaduto quindici anni prima: la sparizione della piccola Francesca, figlia del commediografo Vittorio Visconti (Raul Gederlini)

LA RECE

Amanti del giallo all'italiana, e nemmeno italiani, realizzano un copy-cat. Manca una storia forte e c'è qualche inciampo, tuttavia l'impresa è lodevole, curiosa e intrigante. Non spegnete ai titoli di coda.

Film centrale della trilogia gialla creata dai fratelli argentini Onetti, esordita con Sonno profondo (2013) e proseguita con Abrakadabra (2018). I due sudamericani (Nicolás Onetti in sceneggiatura e musica) sono rimasti ipnotizzati dallo spaghetti giallo, che serbavano nelle loro preziose versioni VHS, e si sono messi a ricreare stilemi argentiani e baviani; inizialmente, con Sonno profondo, in maniera “astratta”, senza dialoghi e poggiando la narrazione sulla soggettiva del killer. Con Francesca, gli Onetti trovano la loro quadra producendo un giallo copy-cat rispetto allo stile delle vecchie pellicole Seventy, con tanto di bottiglia di J&B, killer guantato, magnetofoni, bambole, bambine inquietanti, spilloni e altri parafernalia tipici del genere. Tanto va la gatta al ladro che Onetti decide per i dialoghi italiani letti, però, da gente che l’italiano non sa pronunciarlo bene, con esiti tragicomici che un po’ ammazzano il pathos. La storia non è malvagia, con questo killer fissato con Dante e, non a caso, c’è di mezzo Francesca e il preclaro quinto canto dell’Inferno. La ricerca dell’angolo di ripresa citazionista, dei primissimi piani argentiani e di una ricostruzione ambientale il più rispettosa possibile (si dice Italia ma siamo ad Azul, Argentina), alla fine un poco distrae e si finisce per vedere Francesca (e lo stesso accadrà a chi voglia vedere anche Abrakadabra) come una nostalgica tela sulla quale vengono spennellati colori e forme di un cinema che non c’è più. Viaggio nella macchina del tempo e in-tento assolutamente lodevole. Manca, tuttavia, la storia o, meglio, una struttura forte che faccia di Francesca un vero film e non solamente un esercizio di stile. Però, oh, mica facile; molti altri registi italiani che c’avevano provato e, a loro tempo, avevano fatto di peggio. Non male il finale ma è nel finalissimo seguente ai titoli di coda che il film mostra le scene più crude ed erotiche. Per chi ama le riletture postmoderne del giallo all’italiana, si consiglia anche Amer (2009).

TRIVIA

Luciano Onetti (1983) dixit: “Nel 2010, una situazione familiare mi ha costretto a tornare nella mia città e, non sapendo come affrontare il dolore e la paura, ho deciso di acquistare una videocamera. Ho iniziato con questo processo creativo quando non avevo un lavoro. Quindi mi ci sono dedicato anima e corpo riuscendo così a godere a pieno di tutto ciò che stavo creando, senza pressioni o disagio” (darkveins.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Luciano Onetti

Durata, fotografia

80', colore

Paese:

Argentina

Anno

2015

Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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