Fritz il gatto
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Voto:
Fritz è uno studente libertino e contestatore che, per seguire la sua filosofia spicciola di sesso facile, prima visita la casa di alcuni strafattoni, poi viene inseguito da due sbirri, quindi si trova in mezzo a un tafferuglio fra forze di polizia e gente comune finendo per aggregarsi, suo malgrado, a un gruppo di veri rivoluzionari che stanno pianificando un attentato.
LA RECE
L'iconico pornogatto, controculturale in apparenza, uomo medio e mediamente egoista in senso più profondo e pratico. Il primo cartone animato che si beccò l'X Rating ha ancora qualcosa da dirci?
Creazione di Robert Crumb, leggenda fra gli artisti underground anni '60, apparsa la prima volta nella rivista comica “Zap!” e poi in molte altre riviste che giravano in quegli anni a San Francisco. Il regista Ralph Bakshi e il produttore Robert Krantz sfruttarono la notorietà di Fritz il Gatto e ne fecero il primo cartoon vietato ai minori. Divertente il fatto che un cartone della controcultura nacque come operazione commerciale. Bakshi, infatti, avrebbe voluto dirigere Heavy traffic (1973) o Cool and the crazy (1994), lavori scritti alla fine del '60, ma Krantz, pur apprezzandoli, consigliò a Bakshi di realizzare prima qualcosa di più commerciale, un adattamento di qualcosa preesistente. Dopo aver considerato diversi progetti, i due approdarono a Fritz il gatto poiché il lavoro di Crumb era simile a quello di Bakshi. Il gattone protagonista si spaccia per un diverso e per un originale ma, fondamentalmente, rappresenta l'uomo qualunque; la sua rabbia contro lo status quo è spesso incoerente e opportunistica, dal momento che Fritz mira solamente a una gratificazione personale. In effetti, Crumb usò la sua creazione anche per sbeffeggiare una certa controcultura e l'ipocrisia che essa si trascinava dietro. L'antropomorfismo degli animali è mirato ad applicare agli umani delle qualità degli animali che li ritraggono. La tecnica con cui è realizzato il disegno va controcorrente rispetto alle tecniche Disney: gli sfondi sono spesso minimalisti e l'uso dei colori richiama la dimensione psichedelica propria del popolo contestatore di quegli anni che, pur un po’ irriso, decretò il successo del film. Poi, c'è tutto il discorso sul sesso che pervade la pellicola, elemento che, di certo, ha contribuito al divieto ai minori. Viste con gli occhi di oggi, le imprese sessuali di Fritz non sembrano neppure tanto osé, e anche se ci è dato di vedere nudi frontali, il sesso vero e proprio è più suggerito che mostrato e risulta più bizzarro e giocoso che volgare. Innegabile, comunque, la forza di un cartone animato disegnato per gli adulti, cosa al tempo davvero originale. Fritz funge oggi da documento storico: un’allegoria degli anni '60 con potere iconoclasta che, però, con il passare del tempo e i cambiamenti della società, si è affievolito. Ultima nota davvero dolente: il doppiaggio italiano è orribile nonostante i doppiatori siano validi; la scelta di dare ai personaggi voci con inflessioni dialettali è infelice. L'adattamento italiano e la parlata dialettale portano, ovviamente, a stravolgimenti nei dialoghi; i puristi optino per la versione originale.
TRIVIA
Ralph Bakshi (1938) dixit: “Nessuno dei miei film è mai stato qualcosa che avrei potuto mostrare a mia madre. Sai che le cose stanno funzionando se stai realizzando film che non vuoi che tua madre veda” (IMDb.com).
⟡ Il film costò un milione di dollari e ne incassò 90 in tutto il mondo.
⟡ Fu il primo cartone animato a ricevere l'X rating.
⟡ Secondo quello che ha raccontato Robert Crumb, quando Bakshi e Krantz lo contattarono per chiedergli il permesso di fare il film, egli rifiutò ma i due fecero comunque il film senza il suo consenso. Ralph Bakshi racconta un'altra versione: "Lui [Crumb] voleva prendersi i meriti per l'intera operazione. Fortunatamente i film non funzionano così". Comunque sia, il creatore del Gatto chiese che il suo nome fosse tolto dai credits. Successivamente, Crumb eliminò Fritz in una storia intitolata "Fritz il Gatto - Superstar" nella quale Fritz è una superstar sul viale del tramonto essendo stata sfruttata da Krantz e Bakshi che gli avevano fatto firmare per un sacco di seguiti; Fritz finiva per essere pugnalato dietro la testa da uno struzzo femmina. Crumb pensava che tutto questo avrebbe impedito di creare seguiti al film del 1972. In effetti, Bakshi, che aveva detto tutto quello che aveva da dire con il primo film, si lanciò in un nuovo progetto (Heavy Traffic) mentre Krantz, che voleva fare ancora un po' di soldi col personaggio animato, chiamò Robert Taylor per scrivere e dirigere le Nove vite di Fritz il gatto (1974).
Titolo originale
Fritz the Cat
Regista:
Ralph Bakshi
Durata, fotografia
80', colore
Paese:
USA
1972
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
