Ghoulies
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Voto:
Jonathan Graves (Peter Liapis) eredita la villa del padre satanista. All'inaugurazione della nuova casa, Jonathan improvvisa un'evocazione che fa spuntare alcuni piccoli mostri ai quali l'uomo, ormai ossessionato dalla magia, vuole sacrificare la vita dei suoi amici.
LA RECE
Versione cheap dei Gremlins; nondimeno, per il produttore Band, l'operazione valse un enorme ritorno al botteghino. Evitabile spettacolino comedy horror di gusto pienamente '80.
Film nato nell’83 come progetto dal titolo Beasties pensato per essere diretto da Charles Band lasciando gli effetti speciali a Stan Winston; i due avevano già collaborato insieme per il film i Mutanti (1982). Ghoulies, termine che in vernacolo inglese indica i testicoli, finì per essere diretto dall’operoso Bercovici, mentre la creazione dei mostriciattoli, che deambulano con la stessa conturbante naturalezza di Topo Gigio, fu curata da John Carl Buechler. Con un costo di un solo milione di dollari e un incasso di 35, realizzando quindi un successo al box office del tutto inaspettato e anche un po’ inspiegabile, questo rip-off dei Gremlins (1984) consentì alla famiglia Band di espandere di molto il proprio business, tanto che la Empire divenne la casa di produzione statunitense di B-movie horror di maggior successo, inaugurando l'immissione sul mercato di una serie di film per cassetta di basso livello artistico ma di buon potenziale commerciale. Decisamente figlio degli spensierati anni '80 con le sue abnormi spalline di spugna, Ghoulies manca quasi del tutto di quell'ironia necessaria se il tema è assurdo come quello proposto; ironia che, invece, caratterizzerà e farà il successo di un altro lavoro della Band-family, Re-Animator (1985). Tanto per dire, l'immagine ritratta nel poster del film, il ghoulie che esce dal water di indubbio potenziale trash, non riflette nessuna scena del film che, piuttosto, raccoglie una marea di tediosissimi primi piani di creature goffe e plasticate le quali dovrebbero essere protagoniste del film mentre, per limiti effettistici, non trovano lo spazio che meriterebbero. Sono quindi assai lontane le dinamiche situazioni proposte dai Gremlins di Joe Dante. La pazzesca pretestuosità di un rito satanico durante la festa d'inaugurazione di una casa nuova e lo stile macchiettistico con cui sono dipinti i protagonisti del film possono giusto muovere a una sobria nostalgia per una fase del cinema horror in cui bastava veramente poco per dirsi horror e per dirsi cinema. Come da tradizione Ottanta, tre quarti del film galleggiano fra nullafacezie e dilatate verbosità, mentre, nel quarto finale, si scatena il ritmo e la spesa effettistica. Chiaramente non può bastare. Per nostalgici dal palato non fino. Seguiranno: Ghoulies II - il principe degli scherzi (1987), Ghoulies III: anche i mostri vanno al college (1990) e Ghoulies IV: passioni infernali (1993).
Il primo sequel è anche migliore del film originale: la storia è la metafora palese di un certo tipo di cinema artigianale che poi è anche quello del produttore Charles Band, fatto di poco ma col cuore, il cui battito non è più udito dai giovani. La cosa più interessante è che il doppiaggio italiano fu curato da Gigi Reder, il mitico Filini dell'assai più mitico Fantozzi.
Ghoulies III: anche i mostri vanno al college progredisce verso lidi da commedia scollacciata e l'ambiente collegiale fa al caso. Fra i ragazzi scherzaioli e lo sballato rettore Ragnar con un cognome da ciclo dei Nibelunghi, i ghoulies parlano e sono abbigliati come Jovanotti quando era il capo della banda. Le scene più riuscite restano quelle delle ragazze nude spiate dai tre mostriciattoli; quando una ragazza si toglierà gli slip, uno dei ghoulies dirà: "mi sono innamorato". Va sempre così.
Con Ghoulies IV: passioni infernali siamo dalle parti del sequel con flashback-spezzoni del primo film, tanto per dilatare i tempi. In mano a Jim Wynorski, maestro di B e Z-movie forgiato da Roger Corman, il trash emerge gloriosamente. I ghoulies diventano creature naniformi impersonate da attori travestiti perché non c’erano abbastanza soldi per gestire l’effettistica dei precedenti film. I nani, comunque, vengono marginalizzati poiché la faccenda ora riguarda la ricerca di una gemma magica ad opera di Alexandra, strega strafiga vestita da dominatrix che disegna pentacoli dappertutto e che s'è messa in testa di evocare Faust perché a letto con lui s'era trovata bene; notare che la Randall ha poi fatto sapere di vergognarsi molto per aver partecipato a questo film. Comprensibile. Da un regista che ha affermato "le tette sono l'effetto speciale più a buon mercato nel nostro business” mi sarei aspettato di vedere almeno due cose in più.
TRIVIA
Luca Josef Bercovici (1957) dixit: “La regia è stato il naturale passo successivo, essendo uno sceneggiatore e un attore. Anche se ho avuto una carriera abbastanza decente come attore, non mi sono mai considerato un attore puro, come lo sono alcuni. Ho sempre scritto e ho iniziato una carriera secondaria come scrittore, oltre alla recitazione. Così, quando Charles Band ha accettato di fare Ghoulies e ha chiesto chi avrebbe diretto, ho detto “Io” con naturalezza” (love-it-loud.co.uk).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Luca Bercovici
Durata, fotografia
81', colore
Paese:
USA
1984
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
