Grimm love
-
Voto:
Katie (Keri Russell) sta facendo la tesi universitaria sulle imprese di Oliver Hartwin (Thomas Kretschmann), un solitario che ha messo un annuncio internet per cercare un uomo che fosse disposto a farsi mangiare da lui. Simon Grombeck (Thomas Hubner), un altro infelice, risponderà positivamente all'appello.
LA RECE
Dal vero caso di una coppia sadomasochistica e cannibale, la drammatizzazione del triste percorso di vita dei protagonisti di questa perversione. Horror diverso dal solito e non facile.
Il primo lungometraggio del regista tedesco Weisz è un interessante resoconto drammatizzato di un fatto di cronaca che, nel 2001, ha scioccato non poco la Germania e il mondo. Nel marzo di quell'anno, Armin Meiwes, più tardi soprannominato "Il cannibale di Rothenburg", postò, in un forum incentrato sul cannibalismo, un annuncio per cercare un uomo che fosse disposto a farsi mangiare. All'annuncio rispose Bernd Jürgen Armando Brandes che, guarda caso, stava proprio cercando qualcuno da cui farsi mangiare; ironico che la gente comune abbia difficoltà a trovare partner pur avendo aspettative molto più modeste. Ad ogni modo, i due si diedero appuntamento e, con il consenso filmato come prova, Meiwes tagliò il pene a Brandes, lo condì con sale, pepe e aglio - niente baci, evi-dentemente - ed entrambi si mangiarono quella parte anatomica. In seguito, come da accordi, Armin Meiwes uccise Brandes, che comunque stava morendo per emorragia, e, nel corso delle settimane successive, mangiò 20 kg della carne dell'amicone che, francamente, è un bel risparmio sulla spesa. Per una volta evitiamo approfondimenti psicodinamici che sarebbe molto facile, in questo caso, indirizzare ad una cifra omosessuale (ma qui omo- nel senso davvero autoreferenziale, ovvero come atto patologicamente narcisistico di autofagia), fantasie sadomasochistiche di castrazione, e altro. Sarebbe stato facile, con del materiale tanto estremo, fare un film exploitation, invece il regista evita l'effettaccio e cerca di costruire a ritroso la storia e la psicologia di due personaggi a dir poco bizzarri. La forza del film, la brutalità che trasmette, viene da un'impostazione, se non documentaristica, comunque distaccata e tendente a ricostruire il reale. L'assenza di scene splatter va a braccetto con l'idea di dare al pubblico qualcosa di realistico e non morboso. La ricostruzione della vita dei protagonisti, interpretati da due attori molto validi, permette di osservarne l'evoluzione senza perdere mai di vista una delle idee più difficili da accettare in questi casi: si tratta di comuni esseri umani. Grimm love narra proprio di un amore sinistro ma pur sempre d’amore si tratta; nonostante il finale delirante, è facile osservare, guardando la pellicola, come la vita dei due protagonisti sia costellata di sofferenze, solitudine e mancanza d’affetto. Il film di Weisz non è un film facile da vedere: è scomodo, profondamente disturbante e cupo, sia nella fotografia sia nelle rappresentazioni. Il regista gioca con toni di colore verde scuro e proietta negli occhi dei protagonisti una continua luce tragica che va a scrivere un altro capitolo nell'immenso libro che tratta della stretta relazione fra eros e thanatos. Grimm love tenta qualche giustificazione mostrando l'infanzia dei personaggi ma, in fondo, non offre spiegazioni dirimenti, sicché lo spettatore, in mancanza di una logica stringente, rimane ancor più spiazzato. La stessa cosa accade alla tesista Katie, la quale, con un filo di morbosità, si accinge a studiare il caso per finire poi stritolata nel dramma. Il limite maggiore del film riguarda proprio il personaggio di Katie che risulta poco significativo; pare un po' superficiale l'idea che la persona che si avvicina in maniera seria allo studio di un fenomeno perverso finisca per rimanerne irrimediabilmente devastata con quella cifra di fascinazione per cui il Male ha sempre e comunque un potere contaminante; meccanismo valido per tanti horror ma, qui, fuoriposto. Nonostante qualche dubbio, Grimm love rimane un horror dalla tematica inusuale che dovrebbe piacere a chi cerca un orrore diverso dal solito.
TRIVIA
Martin Weisz (1966) dixit: “Penso che sia giusto che i dodicenni non siano ammessi alla visione di film horror brutali ma, ovviamente, sono anche contrario alla censura. I film, anche se duri o brutali, fanno parte del nostro repertorio e hanno senso se fatti bene. Solo, ovviamente, non dovrebbero essere visti dai bambini. Modificare o tagliare un film per andare incontro ad altre classi d’età è completamente sbagliato e dimostra ancora una volta che la finalità è cercare di incassare di più inglobando spettatori di una fascia d’età più bassa” (dvd-forum.at).
⟡ Oliver, in tivù, guarda le Facce della morte (1978).
⟡ Armin Meiwes, il vero cannibale di Rohtenburg, protestò contro il film di Weisz e, dal carcere, lo perseguì penalmente cercando di fermarne la distribuzione. Il 3 marzo 2006, la corte di Kassel diede ragione a Meiwes sostenendo che l'uomo non avrebbe dovuto essere il soggetto di un film horror. Il risultato fu che, dal 2006 al maggio 2009, il film fu bandito in Germania; il ban fu ritirato appellandosi alla libertà di rappresentazione artistica.
Titolo originale
Rohtemburg
Regista:
Martin Weisz
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
Germania
2005
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
