...Hanno cambiato faccia
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Voto:
Alberto (Giuliano Disperati), semplice impiegato di una multinazionale, viene convocato in una villa in montagna dal megadirettoregenerale Giovanni Nosferatu (Adolfo Celi) il quale gli annuncia che sarà nominato suo successore. Dopo l'ovvia sorpresa, Alberto inizia ad avere dubbi sui metodi che vengono usati da Nosferatu e, soprattutto, sulla sua storia. Ad Alberto non resta che provare ad opporsi.
LA RECE
Poco visto ma ben noto ai culturi del cinema bis di noialtri e assurto a piccolo cult del cinema d'avanguardia. Strano mix riuscito di vampiresco e critica sociale dei media.
Anche noto come i Vampiri... hanno cambiato faccia, opera prima di Corrado Farina che vinse meritatamente il Leopardo d'oro al Festival di Locarno del 1971. Farina, che veniva dall'ambiente della pubblicità, sapeva di cosa parlava quando, con il film, pose un parallelo fra i vampiri, vecchio mito horror, e il potere che condiziona la massa, soprattutto quello mediatico. "Il terrore, oggi, si chiama tecnologia", con questa citazione di Marcuse si conclude un film che rinnovò in modo inusuale il mito del vampiro non rinunciando ad alcuni elementi di riferimento gotico come l'immortalità, la cripta e la bara. Qui, però, non si tratta di un contagio in punta di canino ma del marketing che droga il popolo. Il regista non cercò di costruire un mystery, il nome Giovanni Nosferatu tradisce volutamente ogni possibile enigma, piuttosto puntò tutto sulla critica sociale. Datato nella ferocia con cui si scaglia contro il potere e debitore dei movimenti controculturali del '68, il film si mostra ancora vivace proprio per il fatto di aver illustrato la manipolazione massmediatica e la corruzione epidemica alle quali tutt'oggi assistiamo. Quindi, non cambia mai nulla se non i volti. …Hanno cambiato faccia è un film silenzioso con dialoghi belli ma sparuti, tale da fiaccare l'attenzione dello spettatore non avvezzo al cinema di concetto. L'atmosfera della villa di Nosferatu, interpretato da un Adolfo Celi come al solito magnetico, istilla tensione anche se non si hanno momenti di paura. La critica alla tecnologia e al marketing si presta anche a qualche momento ironico, come nella sequenza che vede Alberto sedersi sulla poltrona attivando la voce dello spot che illustra i pregi della poltrona stessa, o quando, sotto la doccia, il protagonista è obbligato a sorbirsi una voce che decanta le qualità del detergente con cui si sta lavando. A questo proposito, imperdibile la scelta del nome del detersivo inquinante e le nuove pubblicità per la diffusione dell'LSD in tutte le case; la droga d'evasione tipica di quel tempo viene usata per manipolare proprio coloro che si volevano ribellare al potere. In fondo, anche Laura, la più trasgressiva e hippy, finirà per conformarsi. Nel prosieguo, l'ipertecnologica villa di Nosferatu mostrerà tutta la sua inquietante pericolosità con le Fiat 500 che fanno da cani da guardia intorno al parco e le riunioni alle quali partecipano tutti i rappresentanti del potere sociale, Chiesa inclusa. A livello tecnico, traspaiono i limiti del budget ma il plot è decisamente interessante e si può sorvolare sui difetti. I protagonisti, nonostante non siano fra i più noti, Celi escluso, cercano di dare il massimo e dispiace che la carriera di Giuliano Disperati si sia praticamente fermata al ‘73. Pellicola soffusamente horror consigliata a tutti coloro che vogliano sperimentare il mito del vampiro in salsa weird realizzata da un regista non privo di talento che, un po’ deluso dal mondo del cinema che maltratterà anche il suo secondo film Baba Yaga (1973), non andò oltre.
TRIVIA
Corrado Farina (1939-2016) dixit: “Al lungometraggio sono arrivato dal cortometraggio, come spesso succede; al cortometraggio sono arrivato con l'8mm in modo del tutto casuale, per fare qualcosa con amici in modo un po' divertente. […] Sono andato avanti all'interno della FEDIC per un po' di anni, dal '58 al '63, e poco dopo mi sono messo a fare i caroselli per Armando Testa. […] Hanno cambiato faccia era fatto con tre-lire-tre in cooperativa con amici, quasi come i film a 8 mm, però con professionisti. […] L’idea era nata da un antico amore per i film di vampiri, per il romanzo e per il cinema gotico, per Bava, per il Nosferatu di Murnau. Però era anche il 1969 quando si è iniziato a parlarne, quindi eravamo in piena bufera sessantottina e l'idea di incrociare la storia di Dracula con il clima sessantottino era venuta da una frase da “l'Uomo a una Dimensione” di Marcuse che è anche citata alla fine: Il terrore, oggi, si chiama tecnologia. […] Devo dire che, se fosse stato fatto con maggior dispendio di mezzi e con maggiori possibilità di cast, avrebbe potuto anche essere una cosa carina... è triste vederlo oggi così, in sostanza è un film tutto di concetto” (corradofarina.altervista.org).
⟡ Laura è interpretata da Geraldine Hooper che in Profondo rosso (1975) avrà il ruolo maschile di Massimo Ricci, l'amante di Carlo. Al suo attivo solo otto film. La sua carriera non pare essersi spinta oltre il dramma erotico Emmanuelle in Soho (1981).
Regista:
Corrado Farina
Durata, fotografia
93', colore
Paese:
Italia
1971
Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
