Holy motors
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Voto:
Oscar (Denis Levant) gira per Parigi su una limousine guidata da Céline (Edith Scob). La sua attività sembra essere quella di impersonare diversi soggetti umani, in tutto e per tutto: una mendicante, il freak Monsieur Merde, un assassino…
LA RECE
Strano per strano o film di profondi significati? L'uno e l'altro. E' un viaggio estenunate, bizzarro, e in parte inintelleggibile, nelle nostre vite come recita sul palco della vita.
Tutto nacque dall’osservazione fatta dal regista sull’uso e abuso delle limousine a Parigi durante i matrimoni: macchine larghe ed opulente fuori ma “dentro con lo stesso triste sentimento delle camere di motel con le prostitute”. Una brutta impressione che fece emergere l’idea di una società nella quale persone e macchine condividono una natura superficiale sulla via dell’estinzione. Incipit preso da un racconto di E.T.A. Hoffmann con un uomo che scopre nella sua camera da letto una porta segreta che si apre su un teatro, e via con le mille vite di uno straordinario Levant che vive sulla sua pelle i versi del Bardo: “Il mondo intero è un palcoscenico, e tutti gli uomini e le donne semplicemente attori: hanno le loro uscite di scena e le loro entrate in scena; ed un uomo durante la sua esistenza recita molte parti” (“Come vi piace”, Atto II, Scena VII). Holy motors, così bizzarro ed arcano è, in fin dei conti, molto semplice da decifrare nella sua idea generale, benché, poi, il modo nel quale viene narrato sia erratico, impressionistico e, nell’impatto, certamente superiore al senso ultimo. Si tratta della rappresentazione della vita (diciamo anche del cinema) nelle sue molteplici esperienze, utilizzando uno stile narrativo non comune. Tutto qua. Forse. Perché poi, a leggere le parole del regista circa il senso ultimo di Monsieur Merde, uno dei personaggi più memorabili interpretati da Oscar, si rimane un po’ attoniti: “Monsieur Merde è paura e fobia. È anche l'infanzia. È la grande regressione post-11 settembre; terroristi che credono nelle storie di vergini in paradiso, leader politici che si rallegrano di poter finalmente sfruttare al meglio i loro pieni poteri, come bambini onnipotenti. E persone stupefatte, come orfani nell'oscurità. Monsieur Merde è lo straniero estremo: l'immigrato razzista” (female.com.au). Il senso delle immagini di Carax è, quindi, arcano, e forse la crisi della vita e del cinema è più della sua vita e del suo cinema. Tuttavia, Carax mostra un senso dell’immagine e della composizione che spinge lo spettatore, in alcuni passaggi estenuato, ad abbracciare Holy motors per quel cinema ermetico, elegante e autocompiaciuto che è. Per molti, la scena culto del film vede Eva Mendes al fianco di un Denis Levant nudo con un’erezione tosta e ben visibile, eppure, a mio modesto modo di vedere, il quadretto della parente piangente al capezzale del vecchio moribondo è impagabile e, oltretutto, sintetizza in un quadro il tema di noi maschere sul palcoscenico della vita. Film di indiscutibile bellezza formale ma anche di un senso che, sfuggendo, indispettisce, e tutti, Oscar compreso, si arriva spossati alla fine. Ma il gioco vale la candela.
TRIVIA
Leos Carax, al secolo Alexandre Oscar Dupont (1960), dixit: “Ho passato così poco tempo a immaginare il film. Ci sono volute due settimane. È stata una gara. Non ho guardato i miei giornalieri, non ho letto esattamente quello che stavo facendo. L'ho solo ripassato al tavolo del montaggio. Anche se non faccio film per nessuno, faccio film, quindi li faccio per qualcuno: Li faccio per i morti. Ma poi li mostro a persone vive a cui inizio a pensare mentre sto montando: chi li guarderà? Così comincio a diventare più riflessivo al tavolo del montaggio. Perché ho immaginato questa parola fantascientifica? Ho inventato un genere che non esiste. Ma non ho le vere risposte” (indiewire.com).
⟡ Il film è dedicato all’attrice russa Yekaterina Golubeva, compagna di Carax. La Golubeva, nata nel 1966, è morta nel 2011 a Parigi, si suppone per un atto suicida conseguente ad un disagio psichico del quale soffriva da tempo.
⟡ Monsieur Merde, già comparso nell’episodio Merde diretto da Carax in Tokyo! (2008), è, in parte, basato su Opale, personaggio del film il Testamento del mostro (1959) di Jean Renoir, e in parte su Mr Hyde di Robert Louis Stevenson. Carax aveva scritto la parte della donna amata da Oscar per Juliette Binoche, ai tempi fidanzata del regista, ma i due non riuscirono a trovare un accordo, o andare d’accordo, e la parte andò a Kylie Minogue. Cosa simile per la parte poi andata ad Eva Mendes che, in realtà, era stata progettata per Kate Moss.
⟡ La maschera che Edith Scob, la chauffeur Céline, indossa alla fine del film è un diretto omaggio a Occhi senza volto (1960), horror di Georges Franju nel quale la Scob aveva recitato.
Titolo originale
Id.
Regista:
Leos Carax
Durata, fotografia
115', colore
Paese:
Francia, Germania
2012
Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
