Occhi senza volto

Voto:

La polizia parigina indaga sul ritrovamento di giovani donne con il volto sfigurato. Dietro ai delitti, il luminare della medicina Genessier (Pierre Brasseur) che cerca disperatamente e spietatamente di ridare un volto a sua figlia Christiane (Edith Scob) rovinata da un incidente stradale da lui causato. Simulata la morte di Christiane, il dottore e la sua assistente Louise (Alida Valli) tengono la figlia reclusa nella loro grande villa fuori Parigi, posto in cui fanno giungere con l’inganno alcune povere vittime alle quali verrà estirpata la pelle del viso poi impiantata su Christiane, però, con continui esiti infausti.

LA RECE

Classicone dell'orrore, favola nera gotica con uno stregone-mad doctor, omicida ma apprezzato dal belmondo parigino, innestato in una dimensione narrativo-visiva che richiama tante cose: il nazismo, una borghesia che cannibalizza la povera gente, l'ambiguità dell'amore e altri significati ancora. Must.

Classicissimo dell’horror che vanta innumerevoli tentativi di imitazione, realizzato dal documentarista Franju (il Sangue delle bestie, 1949) qui al suo primo lungometraggio sulla traccia narrativa di “Les Yeux sans Visage” (1959) di Jean Redon. Il tentativo di Franju di iniettare seriosità e arte nel terreno minorato dell’horror, almeno per come lo si intendeva ai tempi, proprio allora venne accolto malissimo dalla critica alla quale questo transplant-movie arrivò con la denigrabile forza di un exploitation. Impossibilitati a vaticinare la seminalità che avrebbe avuto il lavoro di Franju, i critici, tuttavia, non furono nemmeno capaci di avvertire come significante l’atmosfera sommessa di una fiaba nera nella quale uno stregone nel suo castello/villa tiene la figlia/principessa reclusa, né compresero il fascino dell’ambiguo ruolo recitato con costante disperazione dalla Valli, né l’iconico impatto di Christiane che si aggira in quel sinistro mondo onirico come un elegante fantasma senza volto ma con occhi eloquenti. Eppure era evidente la poesia di questo horror nel quale nessuno è profondamente mostruoso ma tutti sono mossi, loro malgrado, verso il compimento di un mostruoso piano alimentato da un amore folle. Trama semplice e non senza inciampi (l’indagine poliziesca è malmessa), ma è proprio in questa sua semplicità così prossima allo stile favolistico che Occhi senza volto si rende vincente come gotico moderno, glaciale per il bianco e nero scarno di Eugen Schüfftan che, a tratti, si ammorbidisce e ti porta direttamente sulla scena; il momento in cui la vittima viene fatta entrare nel salone attraverso le porte finestre ne è un esempio. Occhi senza volto, nei risultati ancora più potente di quanto Franju stesso potesse intendere, anticipa gli eccessi dello splatter con la sua scena di trapianto (in Italia venne censurata), rilegge il mad doctor umanizzato dai sentimenti, e s’inventa un’icona angelica, eterea, fragile ma che, alla fine, splancherà le gabbie pur rimanendo una figura tragica. Per non parlare del valore metaforico della maschera, di cosa cela, di quale sia la vera identità degli individui. Numero 260 nella Criterion Collection, nonché uno dei 1001 film da vedere prima di morire per Steven Schneider, Occhi senza volto non può essere mancato da chi voglia davvero comprendere i percorsi della settima arte.

TRIVIA

⟡ L’abito indossato da Christiane venne disegnato dallo stilista Hubert de Givenchy. 

⟡ La maschera del serial killer Michael Myers di Halloween - La notte delle streghe (1978), come noto, fu un rimaneggiamento di una maschera che riproduceva il volto dell’attore William Shatner, ma il regista John Carpenter ha dichiarato che il pallore e l’inquietante inespressività di quella maschera fu realizzata avendo in mente la maschera indossata, qui, da Edith Scob. 

⟡ Il film, al tempo, fu ricevuto così male dall’intellighenzia cinefila che un critico inglese che scriveva sul The Spectator fu quasi licenziato per aver pubblicato una recensione positiva di questa pellicola. 

⟡ Raggiunto dalla notizia che al Film Festival di Edimburgo del 1960 ben sette persone nel pubblico erano svenute alla vista della scena del trapianto, il regista Franju, sprezzante, disse: “Ora capisco perché gli scozzesi indossano le gonne”.

Titolo originale

Les yeux sans visage

Regista:

Georges Franju

Durata, fotografia

90', b/n

Paese:

Italia, Francia

Anno

1960

Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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