House
-
Voto:
Turbata dalla conoscenza della nuova donna del padre, la bellissima Oshare (Kimiko Ikegami) e sei amiche vanno in vacanza a Karuizawa presso la casa di zia Karei (Yoko Minamida). Quest’ultima, però, rabbiosa per non essersi potuta sposare poiché aveva perso il partner nella Seconda Guerra Mondiale, è diventata una strega pronta a divorare le giovani ospitate in casa.
LA RECE
Bizzarro e sperimentale horror nipponico di streghe e spiriti con colleggiali da pinku eiga. Tanta, tantissima carne al fuoco in un gioco cinematografico rutilante e fumettistico.
Bizzarrissimo film giapponese e lungometraggio d’esordio per Ôbayashi che, prima di ciò, aveva diretto solo spot pubblicitari per la tivù nipponica. Andò che la casa di produzione Toho Company decise di creare un prodotto che potesse, almeno in patria, colpire il target che aveva portato così tanti soldi in cassa guardando lo Squalo (1975); l’idea, quindi, era produrre una pellicola orrorifica d’intrattenimento secondo i canoni nipponici. Il progetto, messo nelle mani del creativo Ôbayashi, prese, tuttavia, una piega particolarmente grottesca. Il regista chiamò all’appello solo un’attrice professionista, Minamida, e risolse il ruolo delle belle liceali ingaggiando alcune modelle che avevano lavorato per lui nelle pubblicità. Per il soggetto, l’allora trentanovenne Ôbayashi prese ispirazione da alcuni incubi della propria sorellina preadolescente e infarcì la pellicola di effetti video al tempo all’avanguardia in Giappone, quali la solarizzazione dell’immagine, il chroma key ed altre soluzioni visive, facendo di Hausu il primo lungometraggio nipponico ad aver fatto largo uso di tali effetti. Nel frattempo, fra la decisione di produrre il film e il suo completamento, il regista creò del merchandising connesso al progetto, dando alle stampe un manga sullo stesso tema e realizzando un radiodramma. Alla sua uscita nelle sale giapponesi, Hausu ottenne un più che discreto successo, tuttavia rimase per lungo tempo sconosciuto al mercato occidentale; finché, nel 2009, la statunitense Janus decise di farne uscire una copia su DVD. Fu subito un successo, di critica più che di pubblico, che portò a una riedizione del film nelle sale straniere trasformando Hausu in un piccolo cult. Con nessuna connessione rispetto ai successivi film del ciclo “case maledette”, Ôbayashi ordisce un iperbolico e fumettistico kaidan eiga (ghost-story giapponese) però in chiave wacky-comedy, dando fondo a una serie di soluzioni visive che vanno dai fondali dipinti a mano, scene slapstick accelerate, fermoimmagine, split-screen, chroma key e giochi di montaggio. Poi, quando le ragazze, con nomi che riflettono qualche loro caratteristica personale, giungono alla dimora della zia, le cose si faranno ancor più bizzarre con soluzioni orrorifiche mai spaventose ma comunque d’effetto, pur accettando che l’effettistica del film sia quella degli anni ’70, quindi non eccelsa. Si approderà a un caotico climax che vede due protagoniste su una zattera che galleggia su un lago di sangue interno alla casa dominata da una zia-strega che non vede l’ora di fagocitare le giovani pulzelle. Non manca qualche lentezza, qualche siparietto melò, un po’ di cantato e il prevedibile erotismo per un film che vede un manipolo di giovani e belle studentesse: qualche seno e qualche nudità non frontale arricchita dalle solite trovate visive che permeano tutta l’opera. Alla fine, ci si trova un po’ frastornati dalla visione, un filo anche annoiati per la programmatica caoticità visiva; però, il bello di Hausu pare proprio questo: perizia, imperizia, allucinazione, comicità fanciullesca, erotismo, orrore, musiche fastidiose in sottofondo, il tutto avvolto in un gusto per la rappresentazione che facilmente può essere ritrovato nei manga. Film decisamente non per tutti ma più unico che raro e, quindi, per i cercatori di bizzarrie, da vedere.
TRIVIA
Nobuhiko Ôbayashi (1938) dixit: “Quando ero un bambino mi si diceva che l'arte sarebbe stata veramente apprezzata solo 100 anni dopo la sua uscita, non nel momento in cui l'artista la creava. […] Stiamo creando un tipo di arte che la gente fra 100 anni potrà apprezzare, quindi anche se non realizziamo un successo immediato va bene. Certo, siamo capaci di fare milioni di dollari se seguiamo le regole, ma non è ciò a cui pensiamo ora. Non è un successo, è un messaggio relativo al modo in cui ci sentiamo artisti” (screenanarchy.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Hausu
Regista:
Nobuhiko Ôbayashi
Durata, fotografia
88', colore
Paese:
Giappone
1977
Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
