the Hunt

-

Voto:

Altro film intelligente di Zobel dopo lo spiazzante Compliance (2012) e prima dei grandi riconoscimenti nell'ambito serial (the Penguin, 2024). Se la base narrativa è quella di la Pericolosa partita (1932), in cui un’élite facoltosa si diletta nella caccia grossa a danno di poveri malcapitati, in the Hunt lo spunto si aggiorna alle diatribe social e pone lo spettatore in una posizione scomoda. Se la caccia grossa è organizzata da liberali, intellettuali, antirazzisti, la crème dei benpensanti filantropi ai danni dei terrapiattisti, ammazza animali, razzisti, paranoidi del web, voi da che parte stareste? Il limite di the Hunt è aver dato il ruolo di protagonista a una inconsueta amazzone che nulla c’entra con i due schieramenti, sgravando lo spettatore di una scomoda presa di posizione. Betty Gilpin, però, rappresenta una felice scelta di casting e una brillante soluzione di scrittura. Non (solo) perché le hanno messo addosso una magliettina di quelle corte che rimangono sollevate sul ventre quando hai il seno abbondante, ma in quanto la guerriera Crystal ha un modo di esprimersi fra il comico, il drammatico, l’emotivo e il silente difficile da decifrare e del tutto originale rispetto a qualsiasi eroina vista prima in un film con marcati elementi action. Lo spettacolo di the Hunt è tutto sulle spalle della Gilpin e lei lo veicola con valida capacità attoriale. Hilary Swank si accaparra il ruolo della stronza ma è del tutto sostituibile. C’è un po’ di tutto per divertire ma questo spasso mainstream va a silenziare lo spunto di riflessione circa lo scontro fra quelle due fazioni. Peccato. Comunque, di valido intrattenimento e piaciuto un po' a tutti, pubblico e critica.


commercial
Titolo originale

Id.

Regista:

Craig Zobel

Durata, fotografia

99', colore

Paese:

USA

Anno

2020

Scritto da Exxagon nell'anno 2021; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0