Impetigore
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Ne è passato di horror sotto i ponti dell’Indonesia da quando Mystics in Bali (1981) cercò di atterrire le platee nazionali e ottenne, invece, di divertire i cinefili di mezzo mondo con una messa in scena decisamente grossolana di riti e folklore di laggiù. Quarant’anni di esercizio hanno fatto la differenza. "Donne della terra dell’Inferno", questo il significato del titolo originale, racconta di Maya (Tara Basro) e l’amica Dini (Marissa Anita) alle prese con l’indigenza che potrebbe essere superata se la prima riuscisse a riscattare una proprietà immobiliare in mezzo alla foresta. Arrivate al villaggio, le due si trovano immerse nella maledizione che incombe sul luogo connessa alla storia della famiglia di Maya. Impetigore, gioco di parole fra impetigine, malattia infantile della pelle, e "gore" (come dire splatter), presenta una storia interessante - basata su un incubo patito dal regista nel 2008 - e decisamente complessa che verrà disvelata nei suoi risvolti più inquietanti solo alla fine, tramite la successione di quattro o cinque falshback. Pur essendo ancora alle prese con il folk indonesiano, la sua arte, i suoi riti, questa volta la realizzazione è pulita, ben fotografata e ben recitata, con alcuni momenti di sangue discretamente efficaci senza far ricorso a facili stratagemmi per far paura. Inizio da slasher, finale shakespeariano. Impariamo anche cose peculiari della cultura di genere di laggiù: una donna che rischia lo stupro può far desistere gli aggressori se minaccia di suicidarsi, condannando i criminali ad essere perseguitati dal suo spirito. Cioé, una soluzione lose-lose. Qui in Italia, film passato solo nel giugno 2020 all'Udine Far East Film Festival, poi snobbato. Male. Buttateci un occhio.

Titolo originale
Perempuan Tanah Jahanam
Regista:
Joko Anwar
Durata, fotografia
106', colore
Paese:
Indonesia, Corea del Sud
2019
Scritto da Exxagon nell'anno 2021; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0