la Jena: l'Uomo di mezzanotte
-
Voto:
Edimburgo, 1831. L'assistente Donald Fettes (Russell Wade) rimane disgustato dal fatto che uno dei compiti assegnatigli dal dottor "Toddy" MacFarlane (Henry Daniell) sia ricevere i cadaveri trafugati dal cocchiere John Gray (Boris Karloff). Quest’ultimo cerca di convincere il grande medico a operare una bambina alla spina dorsale ma MacFarlane si lamenta del fatto che gli manchino corpi coi quali fare esercizio, un problema che Gray risolverà a modo suo.
LA RECE
Sinistro e cupo ritratto di ambiguità umana derivato dalla penna di Stevenson. Film dimenticato ma meritevole di visione.
Il penultimo film di Lewton con la RKO; l'ultimo film in cui lavorarono insieme Boris Karloff e Bela Lugosi; il primo film per il quale Robert Wise ottenne un notevole successo al botteghino prima del noto West side story (1961) e dell'acclamatissimo Tutti insieme appassionatamente (1965). La Jena si basa su un breve racconto di Robert Louis Stevenson, “il Trafugatore di salme” (1884), che poi sarà preso come spunto da diverse altre pellicole. Il valore del film si deve soprattutto a Val Lewton che, nel 1942, con il Bacio della pantera, inaugurò la produzione di horror psicologici che si giocavano sull'ambiguità fra spiegazione paranormale e scientifica. Lewton partecipò alla sceneggiatura sotto lo pseudonimo di Carlos Keith e, con questo film, così come con l'ultimo prodotto per la RKO (Bedlam, 1946), cambiò approccio in favore di un modello più oscuro e macabro. La Jena permette di assistere a una delle migliori performance offerte da Boris Karloff. Il suo John Gray è di un'ambiguità inquietante: da una parte gentile e premuroso verso i bambini, dall'altra uno spietato un killer su commissione; in questo tema dell’ambiguità umana si riconosce un leitmotiv dell’autore letterario che, ricordo, pubblicò “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” solo due anni dopo (1886) rispetto a “The Body Snatcher”. Non male anche Bela Lugosi, per quanto messo in ombra da Karloff, in un ruolo che lo vede, diversamente dal solito, nei panni di un uomo non troppo brillante. Ambiguo anche il personaggio interpretato da Daniell che si barcamena fra ambizione e sensi di colpa. I dialoghi sono coerentemente sfaccettati come i protagonisti, e Wise riesce a padroneggiare benissimo la materia interpretando lo stile di Lewton che passa da pellicole tematicamente ambigue a storie più lineari nelle quali l'ambiguità passa attraverso i personaggi. Il bianco e nero, in questo caso, sa davvero donare quel tocco in più riflettendo le luci e ombre della psiche dei personaggi fino al tragico finale; ma è la storia ad essere maledetta fin dall'inizio e le vicende del chirurgo senza scrupoli e del povero ladro di tombe è impossibile che possa concludersi felicemente. Buon esempio di cinema prima di essere un buon esempio di horror.
TRIVIA
⟡ All'inizio del film, viene mostrato un castello, quindi la scritta "In Edinburgh in 1831" e poi ancora il castello, un cavallo e la carrozza. Vicino al castello, però, si possono vedere due o tre macchine parcheggiate.
⟡ Robert Louis Stevenson si ispirò a un fatto di cronaca del XIX secolo occorso in Inghilterra e relativo a due ladri di tombe: Burke ed Hare. Lo stesso fatto ispirò diversi film, fra i quali: the Greed of William Hart (1948), le Jene di Edimburgo (1960), Burke and Hare - mercanti di carne (1972), the Anatomist (1961), Burke and Hare (1972), il Dottore e i diavoli (1985), Burke and Hare (2010).
Titolo originale
The Body Snatcher
Regista:
Robert Wise
Durata, fotografia
77', b/n
Paese:
USA
1945
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
