Killer nerd
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Voto:
Harold Kunkle (Toby Radloff) è un nerd: non un semplice liceale acneico qualunque vessato dagli amici, ma un uomo adulto attaccato alla mamma, mobbizzato al lavoro e preso in giro da tutti. Harold perderà completamente la testa nel momento in cui scopre che anche l’amata lo tradisce. A colpi di acido, mannaia ed esplosivo, Harold diventa un killer nerd.
LA RECE
Il loser, stereotipo qui magnificato, assume tinte omicidarie. Buona l'idea e cult di terza fila negli States; però, il film è davvero fatto con i piedi. Solo per appassionati e che sappiano reggere i piani bassi.
Ultra low-budget tecnicamente più che scadente, Killer nerd si è guadagnato un certo credito fra gli appassionati. Il film ha messo al centro dell'azione un tipo di personaggio che, di norma, e ontologicamente, sta ai margini: il nerd, lo sfigato, l'intelligentone privo di qualsiasi competenza sociale. Questo soggetto era già stato protagonista in la Rivincita dei nerds (1984) ma, là, i risvolti erano comici nonché positivi. Harold Kunkle, invece, "loser" all'ennesima potenza, cioè esasperazione dello stereotipo, prende la sua rivincita a colpi di mannaia. Tutto il film, specialmente la parte iniziale, è permeato da un'aura comica e, di conseguenza, anche la deriva horror non è delle più sconvolgenti; anche osservando gli atti brutali, non si può che sogghignare per le espressioni, l'aspetto e le parole del protagonista, così come delle performances di tutti gli "attori". Toby Radloff, che ha preso maledettamente sul serio il ruolo, tanto da autoproclamarsi "Genuine Nerd", mette in scena la perfetta incarnazione del nerd diventando cult vivente e icona della sfiga; una specie di Steve Urkel (Otto sotto un tetto, 1989-1998) ma pazzo e sanguinario. Kunkle arriva allo spettatore come un antieroe-supereroe che vendica i torti subiti, elimina i detrattori, punisce le donne che l'hanno deriso e, in un modo bizzarro e simpatico, risarcisce anche lo spettatore che, in lui, si può (forse e blandamente) identificare. D’altra parte, e senza voler eccedere in riletture profonde, la desolante vita di Knukle va ad arricchire l’epica degli psycho-thriller che descrivono soggetti emarginati sottomessi alla madre. Difficile consigliare Killer nerd a chi non abbia dimestichezza con i low-budget, dato che questo simpatico esperimento amatoriale, che per primo ha saputo sfruttare in chiave horror il fenomeno nerd, è tecnicamente uno scatafascio caratterizzato da una recitazione infame ed effetti speciali carnevaleschi; il nerd killer avrebbe avuto molte più potenzialità e maggior fortuna se raccontato in un film tecnicamente decoroso. In realtà un po' lo sappiamo come sarebbe stato ad alto budget, basta vedere Joker (2019). Comunque, film curioso e piccolo cult in USA. Nel sequel Bride of the killer nerd (1992), Harold trova l’amore ma non l’opportunità di presenziare in un buon film.
TRIVIA
Mark Steven Bosko dixit: “Sono finiti i giorni in cui si guadagnavano visioni semplicemente perché si è finito un lungometraggio o un documentario. Tutti hanno accesso alla tecnologia, il che rende la situazione ancora più complicata. Così, il regista che capisce il marketing - il chi, il cosa e il dove del suo pubblico – è il regista che avrà successo. Un regista che sa come attingere al suo pubblico sarà più bravo a creare un film che risponda alle sue esigenze e, cosa più importante, far sì che il pubblico si interessi al film” (premium-beat.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Mark Steven Bosko, Wayne A. Harold
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
USA
1991
Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
