Korang, la terrificante bestia umana
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Voto:
Insieme all'assistente Goyo (Carlos Moctezuma), il professor Krallman (José Moreno) prende un gorilla e ne trapianta il cuore nel corpo del figlio Julius (Augustin Solares) pensando di salvarlo dalla leucemia. Julius, invece, si trasforma in un uomo-scimmia che violenta donne e squarta uomini (non il contrario!). Il tenente Martinez (Armando Silvestre) e la sua bella Lucy (Norma Lazareno) provano a fermare il mostro.
LA RECE
Mad doctor, mostri umani, splatter. Cardona ci offre la sua sintesi di classico ed exploitation. Di qualche interesse ma solo per connoisseurs.
Cardona, prolifico regista messicano, fa il verso a se stesso prendendo spunto dal suo las Luchadoras contra el médico asesino (Doctor of doom, 1963), che trattava di uomini scimmia creati da un medico pazzo, per dare vita a un monster-movie con un piede nella tradizione classica Universal e l'altro nell’exploitation. Ne esce fuori un pastiche che ha del delirante ma con un suo obliquo fascino. La cosa più assurda, e di fatto divertente, è l'accostamento dello stile registico compassato e classico di Cardona con un materiale agitato e moderno come lo splatter e l'exploitation; Korang è, per rendere chiaro il concetto, una sorta di Frankenstein girato da Herschell G. Lewis (Blood feast, 1963). Determinato e divertito per la possibilità di togliere le catene alla violenza e al sesso per la minore pressione della censura, Cardona butta nel paiolo tutto ciò che può, prendendo spunti dalla tradizione messicana (il wrestling) e affiancando modelli cinematografici statunitensi e crudezze da grindhouse. Fra i protagonisti si può rintracciare tutto il sapore del tradizionale fantahorror: c'è il servitore sciancato, l'ispettore di polizia, la sua fidanzata, il mostro di turno e, naturalmente, il medico pazzo che dà il via alle danze, anche se il professor Krallman non è mosso da megalomaniaco spirito di ricerca scientifica ma dall'umano desiderio di salvare l'amato figlio, elemento che permette di iniettare nella vicenda anche un certo tasso di melodrammaticità. La struttura della storia e i personaggi classicheggianti vengono, però, presto travolti dal nudo e dallo splatter. Cardona non si limita a dar da intendere l'operazione a cuore aperto ma, bypassando le spese per gli effetti speciali, filma un'operazione cardiologica su un animale e piazza a più riprese le sequenze di quel girato; l'effetto truculento è garantito, anche perché le mani del chirurgo estraggono il cuore palpitante dalla cassa toracica della povera bestia. Non c'è gara con gli altri effetti poco speciali mostrati nel film che, comunque, almeno al tempo, dovevano risultare abbastanza disturbanti. In mezzo al sangue, tante occasioni per mostrare corpi femminili nudi che vengono vilipesi, martoriati o semplicemente trasportati qua e là. D'altronde, la terrificante bestia umana, in tutta la sua demenza dovuta all’ipertensione (!), non è tanto scema da dimenticarsi i sani piaceri del talamo: fra tutti gli istinti ai quali desidera dare sfogo, Korang sceglie solo il sesso e l'omicidio; quest'ultimo, però, non è un istinto, e infatti ha davvero poco senso che Korang ammazzi le donne con le quali copula. Ma che ne posso sapere io delle necessità di una terrificante bestia umana?! In un film che non brilla per originalità ed è farcito di frasi scritte col timbro ("Guardate lassù! È il mostro!"), ciò che conta è l'irresistibile tentativo di Cardona di sintetizzare il classico con l'exploitation intessendo il tutto con una storia e con dialoghi che fanno quasi tenerezza.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
La Horripilante Bestia Humana
Regista:
René Cardona
Durata, fotografia
83', colore
Paese:
Messico
1968
Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
