Koyaanisqatsi

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Voto:

Film documentaristico.

LA RECE

Non un vero e proprio documentario. Koyaanisqatsi, prodotto antimodernista, vive in un mondo a sé. Le reagioni per cui si è fatto cult, però, ci sono. Avanguardia non per tutti.

Koyaanisqatsi, in lingua hopi: vita caotica. Documentario epocale non narrativo con musiche di Philip Glass, prima e più nota installazione della trilogia "Qatsi" (vita), completata da Powaqqatsi: life in transformation (1988) e Naqoyqatsi: life as war (2002), nata sotto la benedizione produttiva di un noto regista: per il primo ci pensò Francis Ford Coppola, per i successivi, rispettivamente, George Lucas e Steven Soderbergh. Film d’esordio, pochi lo sanno, di un membro dei Fratelli Cristiani che, a partire dai 14 anni, ne passò altri quattordici in preghiera e meditazione per poi fondare l’Istituto Regionale per l’Educazione a Santa Fe ed impegnarsi a combattere l’invasione della privacy da parte di una tecnologia che Reggio vedeva come fenomeno particolarmente negativo. È proprio in seno a quest’ottica antimodernista, e dopo infruttuosi tentativi di distribuire brevi documentari di denuncia, che Reggio, incontrato il direttore alla fotografia Ron Fricke, approderà a Koyaanisqatsi. Sei anni di lavoro per realizzare un documentario muto di voci, universalmente comprensibile nell’incontro fra musica ed immagini coreografate per istruire una visione apocalittica di una vita nella quale, a dire dello stesso Reggio: “tutto vive all’interno di una dimensione tecnologica”. Visto adesso, Koyaanisqatsi sembra un banale gioco di parallelismi fra scenari naturali e tecnologia, impetuosi crolli di stabili tramite esplosioni controllate e partenze di razzi, dantesche fiumane di folle e traffico accelerati. Banale perché, da Koyaanisqatsi in avanti, tantissimi hanno ripreso il suo stile di montaggio, soprattutto il gusto per il time-lapse utile a trasmettere un’esperienza di accelerazione, una soluzione fino ad allora utilizzata in pochissimi spot pubblicitari. Koyaanisqatsi è, prima di tutto, un’esperienza visiva; dopo, e solo dopo, un documentario, nel senso che documenta, tramite un lirismo reiterato e un po’ freddo, un mondo che si stava trasformando. Con una preveggenza non geniale ma, ai tempi, anche parecchio inascoltata da politici e società, Koyaanisqatsi vaticinava di un pianeta che avrebbe incontrato non poche difficoltà a trovare un equilibrio fra natura e tecnologia. Un susseguirsi di immagini dal potere ipnotico che ironicamente, ma non a caso, il fattone Otto Mann dei Simpson ama guardare per farsi un trip coi funghetti magici (“Koyaanisqatsi, you’re about to get watched”, stagione 22, ep. 19). Opera d’avanguardia, quindi, in seno ad una visione reazionaria, che già come ossimoro non è male, per cui la tecnologia che viene elegantemente demonizzata è anche quella che consente al film di essere realizzato e di divenire eredità umana. Però epocale e, non a caso, inserito nel Registro Nazionale dei Film del Congresso USA, inserito nella Criterion Collection (n°640) e uno dei 1001 film da vedere prima di morire indicati da Steven Schneider.

TRIVIA

Godfrey Reggio (1940) dixit: “Non si tratta dell’effetto della tecnologia, è che tutto esiste all'interno della tecnologia. Non è che noi usiamo la tecnologia, noi viviamo la tecnologia. La tecnologia è diventata onnipresente come l'aria che respiriamo” (en.wikipedia.org).

⟡ Una ripresa montana presente nel documentario fu offerta dalla MacGillivray-Freeman Films e si tratta di materiale girato per Shining (1980) e scartato. Dai medesimi scarti, Blade runner (1982) recuperò alcune sequenze. 

⟡ Verso la fine, vengono mostrate scene con pompieri e ambulanze riprese durante le rivolte avvenute a New York City nel 1977 durante due giorni di black-out. 

⟡ I disegni primitivi mostrati ad inizio film e al termine sono quelli che si trovano alla Great Gallery (Horseshoe Canyon) vicino Hanksville (Utah) e hanno circa 1500 anni. 

⟡ Il canto corale che si sente alla fine del film è in lingua hopi e, tradotto, dice: “Se scaviamo cose preziose dalla terra, inviteremo il disastro. Avvicinandoci al Giorno della Purificazione, ci saranno ragnatele filate avanti e indietro nel cielo. Un giorno potrebbe essere gettato dal cielo un contenitore di cenere che potrebbe bruciare la terra e far bollire gli oceani”.

Titolo originale

Id.

Regista:

Godfrey Reggio

Durata, fotografia

86', colore

Paese:

USA

Anno

1982

Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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