la Leggenda del cacciatore di vampiri
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Voto:
1818. Il piccolo Abraham Lincoln vive in Indiana e si oppone, già a nove anni, al crudo comportamento dello schiavista Jack Barts (Marton Csokas) che, per vendicarsi, entra notte tempo a casa Lincoln e, da buon vampiro qual è, uccide la madre di Abraham. Lincoln, istruito dall’amico Henry Sturgess (Dominic Cooper), diventerà un provetto cacciatore di vampiri; a Springfield conosce Mary Todd (Mary Elizabeth) che diverrà sua moglie, entra in politica e dice la sua contro la schiavitù e non a caso: i vampiri usano gli schiavi come riserva di sangue. Divenuto Presidente degli USA nel 1861, Abraham Lincoln si troverà a dover affrontare la furia dei vampiri che ora muovo guerra agli Stati del Nord.
LA RECE
Antischiavismo e ammazzavampiri che roteano l'ascia come Thor. Forse l'errore è aspettarsi troppo dall'intrattenimento che può offrire un horror-action.
Fumettone horror-po(p)litico che, fra il lusco e il brusco, ripropone uno dei leitmotiv dell’inconscio collettivo statunitense: l'evoluzione della cultura USA si fonderebbe su un passato oscuro nel quale qual-cosa di orribile è stato compiuto e che la massa non sa o non vuole sapere; si veda l'Insaziabile (1999) per un esempio meno ludico. L'idea di un presidente USA ammazza vampiri venne allo scrittore Seth Grahame-Smith che, nel 2009, ottenne un grande successo nel pubblicare "Orgoglio e Pregiudizio e Zombie". L'idea fu così buona che diversi scrittori iniziarono a copiare lo spunto, e così nacquero cose tipo “Android Karenina” ed altre riletture dei classici in chiave horror; Grahame-Smith farà appena in tempo a scrivere "Abraham Lincoln, Vampire Hunter" prima che qualcuno gli fregasse l'idea di un Presidente, il XVI, impegnato politicamente di giorno, ma di notte decapitatore di vampiri schiavisti. La guerra d'indipendenza, insomma, fu un fattaccio fra la democratica società civile e gli oscuri trafficoni succhia sangue degli Stati del sud. In ogni caso, il film, il cui titolo fa presupporre un horror dai toni sarcastici, si prende, invece, dannatamente sul serio con un Lincoln dal guizzo super eroico che rotea l'ascia intinta nell'argento come fosse la mazza di Thor, batte i pugni sul tavolo per amore della libertà come se fosse quell'altro del film di Spielberg, e schiva i vampiri in bullet time come Neo in Matrix (1999). Mentre lo scrittore Grahame-Smith decolla e scrive per Tim Burton Dark Shadow (2012), Beetlejuice Beetlejuice (2024) e la sceneggiatura del film in questione, la regia viene affidata a Timur Bekmambetov, quello de i Guardiani della notte (2004) e dell’adrenalinico Wanted - Scegli il tuo destino (2008), accompagnato da un moderno score musicale in cui compaiono pure i Linkin Park. Il film, con tutti i limiti di tradurre in immagini un diario romanzato, molla qualsiasi tentativo di agire per sottigliezze e mette il carico sulle scene d'azione pensando, forse non a torto, che Abraham Lincoln: vampire hunter avrebbe portato in sala una giovane generazione non troppo appassionata di storia. L’italica distribuzione, elegantissima come al solito, oblitera completamente il nome del politico, forse per paura che i nostri ragazzi potessero disertare le sale temendo d’incappare in qualcosa di vagamente istruttivo. Ovviamente, le scene più d’effetto non compaiono affatto nel libro, il quale lascia al lettore il compito di immaginare le situazioni più macabre o esagitate. Per fare spazio all'azione, si depenna dal racconto il ruolo di Edgar Allan Poe e, follemente, quello di John Wilkes Booth che uccise il presidente americano. Si crea, invece, dal nulla un villain che sarà l'inveterato nemico di questo Lincoln lontano dalla storia e più vicino al mondo di Buffy. In cotale rilettura adrenalinica della vita e delle opere di un presidente antischiavista, le performance degli attori divengono argomento di poco conto, anch'essi più attenti alle lezioni degli stunt coordinator che al metodo Stanislavskij. Grande dispendio di cast e crew di livello ma ampiamente sprecate per rifare Blade (1998) nel periodo della guerra civile statunitense. Confezione patinata, però. Al professor Alessandro Barbero potrebbe non piacere anche Abraham Lincoln Vampire Hunter: The Great Calamity (2012) e PPZ: Pride and Prejudice and Zombies (2016).
TRIVIA
Timur Nuruakhitovich Bekmambetov (1961) dixit: “Abbiamo capito fin dall'inizio che la Russia ha bisogno di un grande cinema, ambizioso e coraggioso. Prima di noi, c'erano solo film d'autore, grandi film di talento per i festival europei, e film commerciali molto brutti, molto economici e creativamente deboli” (IMDb.com).
⟡ Il film non ha titoli di testa.
⟡ Trent Reznor, il leader del gruppo musicale Nine Inch Nails, fu contattato per recitare nel film in un ruolo minore, ma la notizia fu diffusa prima che Reznor prendesse una decisione; venendo meno l'effetto sorpresa, Reznor rifiutò l'offerta.
⟡ Alla fine del film, quando Lincoln dice addio a Henry, sua moglie Mary lo sollecita affinché non faccia tardi a teatro: un riferimento all'assassinio del presidente che avvenne per mano di Wilkes Booth il 14 aprile 1965.
⟡ Nella scena del ballo fra Lincoln e Mary, la musica è il walzer Estudiantina, arrangiamento musicale composto nel 1883 da Emile Waldteufel (Opera 191, n°4): la melodia fu composta nel 1881 da Paul Lacome.
⟡ Diverse volte, nel film, viene mostrata la balconata del secondo piano della Casa Bianca. Tale balconata, tuttavia, venne aggiunta solo alla fine degli anni '40, periodo Truman.
Titolo originale
Abraham Lincoln: vampire hunter
Regista:
Timur Bekmambetov
Durata, fotografia
105', colore
Paese:
USA
2012
Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
