Lemora - la Metamorfosi di Satana
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Voto:
Lila (Cheryl Smith), la verginale figlia del gangster Alvin Lee, riceve una missiva dalla misteriosa Lemora (Lesley Gilb) che la invita a casa sua per incontrare il padre. Dopo uno strano e pericoloso viaggio, Lila giunge a destinazione per scoprire che Lemora è una vampiressa che vuole attentare alla sua purezza.
LA RECE
Le Fanu e il vampiro come mostro classico in un impianto fantasy bizzarro e disarticolato. Curioso più che ben fatto. Cinema bizzarro non per tutti.
Film pochissimo visto oggi ma, anche a suo tempo, passato in sordina benché, con il tempo, abbia conquistato la dicitura di cult minore. Difficile capire l’intenzione originale del regista Blackburn, dato che Lemora, restaurato a 85 minuti dopo le versioni circolanti di 80, non è, comunque, il director’s cut che arrivava a 133 minuti goduti, però, non si sa da chi. L’impianto della pellicola si rifà ad “Alice nel paese delle meraviglie” imbastardito con gli scritti di Le Fanu (anche qui, come in “Carmilla”, una donna seduce un’adolescente) nonché qualche atmosfera e sequenza che riporta alla memoria il da poco emerso la Notte dei morti viventi (1968). Molto intrigante la parte iniziale con questa intonsa e pia Lila Lee che pare un angelo proiettato in un mondo oscuro e sporco abitato da persone equivoche, manesche e pericolose. Lila scappa dalla protezione del buon pastore interpretato dallo stesso Blackburn, peraltro in lotta contro l’istinto di attentare alla purezza della giovane, e s'improvvisa Alice in un paese che non è affatto meraviglioso ma che lei, spinta dal destino, riesce comunque ad affrontare, seppur costretta a scansare zombi e una strega che la reclude come una novella Gretel. Poi, arriva il tempo della conoscenza di Lemora, e il film, pur con un’interessante fotografia che richiama Mario Bava, si fa tedioso e confuso, allucinatorio al meglio, ma molto poco coinvolgente, anche se non smette mai di essere davvero lugubre. Si può fare una certa fatica, per le ragioni suddette, a percepire i concetti più intriganti, ovvero che Lemora è, al contempo, materna e satanica, matrona in una casa colonica degli USA meridionali. Si fa ancora più fatica a rilevare come Lila riesca obliquamente a sedurre tutti coloro che le gravitino poiché il suo destino è, in fondo, proprio questo, e il finale lo paleserà. L’unica prova registica di Blackburn finisce, così, per dare prova di una certa immaturità realizzativa, di grossi problemi realizzativi (assistente alla regia licenziato il secondo giorno, storyboard non rispettato, budget sforato del doppio, le bizze della Gilb) ma anche di una qual certa visionarietà. Pellicola a rischio sopravvalutazione in quanto strana e, in parte, autoriale ma, d’altra parte, anche un po’ scombiccherata e inapprocciabile da chi non abbia una certa tenuta con i vecchi lavori di serie-B, quelli lenti. Occasione, se non altro, di vedere Cheryl Smith nel suo stato di grazia, prima che avesse inizio la vera fiaba nera della sua esistenza.
TRIVIA
Richard Blackburn (1943) dixit: "È stata una fatica assurda. Vivevo di Pepto Bismol, ero così incasinato! […] Per quei soldi si sarebbe potuto fare un comune film di vampiri che mordono la gente sul collo. Avrebbe funzionato. Col senno di poi, probabilmente lo avrei dovuto fare un po’ più così ma ci sono un sacco di cose che avrei dovuto fare. Credo che sia come quello che Howard Hawks ha detto de la Regina delle piramidi. Quando la gente diceva: “Que-sto non è stato uno dei tuoi film migliori, perché?” Lui rispondeva: “Be’, non sapevo che aspetto avesse un faraone”. Be’, io non sapevo come avrebbe dovuto essere un vampiro" (Facebook - Egyptian Theatre, 10 giugno 2010).
⟡ Lesley Gilb, aka Taplin, nata nel 1946, aveva esordito al cinema nel 1969 con the Activist. Lemora fu il suo secondo e ultimo film come attrice, anche se rimase nel mondo del cinema per alcuni anni in ruoli tecnici. Lesley Taplin è morta a 62 anni, il 13 aprile 2009, in un incidente sull’autostrada 101 di Los Angeles.
⟡ La bellissima Cheryl Smith, soprannominata "Rainbeaux" per la sua costante presenza al Rainbow Club di Los Angeles insieme al gruppo musicale The Runaways, ottenne una certa fama grazie a pellicole di non elevatissima caratura ma di buon successo al botteghino. Lemora fu il primo lungometraggio nel quale comparve in un ruolo centrale e, per la sua fisicità, ottenne anche un’audizione per il ruolo di Iris in Taxi driver (1976). Sfortunatamente, la donna finì nel giro dell’eroina, cosa che la portò anche a dover scontare due detenzioni ma, soprattutto, a contrarre l’epatite che la ucciderà il 25 ottobre 2002, a 46 anni.
Titolo originale
Lemora - a Child's tale of the supernatural
Regista:
Richard Blackburn
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
USA
1973
Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
