la Notte dei morti viventi
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Dopo essere stata aggredita in un cimitero da quello che sembrava essere un pazzo, Barbara (Judith O'Dea) riesce a trovare rifugio in una piccola casa di campagna; in questa si sono asserragliate anche altre persone: l’afroamericano Ben (Duane Jones), i due fidanzati Tom e Judy (Keith Wayne, Judith Ridley) e i coniugi Harry ed Helen Cooper (Karl Hardman, Marilyn Eastman) con la figlia ferita. La casa viene assediata da quelli che si riveleranno essere morti risorti, forse a causa delle radiazioni diffuse da una sonda spaziale. Nel tentativo di arginare l'avanzata dei cadaveri deambulanti, i rapporti fra gli occupanti della casa peggiorano fino a raggiungere tragici esiti.
LA RECE
L'horror smette di essere mero intrattenimento e diventa critica sociale. Gli zombi non sono più vittime esotiche del voodoo ma "una massa indifferenziata di consumatori impazziti" (Kim Newman), prefigurando quella che sarà la critica al consumismo sviluppata pienamente in Zombi (1978). La tensione tra Ben e il reazionario Cooper prefigura i conflitti razziali che stavano lacerando l'America del '68, e, soprattutto, trasforma una storia orrorifica in quello che Romero stesso definirà "un documentario involontario sulla fine del sogno americano".
Film straculto che ha spalancato le porte a un sottogenere cinematografico la cui fortuna non conosce sosta e che deve molto, per stessa ammissione del regista, al romanzo “I Am Legend” di Richard Matheson. Va invece ricercato nei film Carnival of souls (1962) di Herk Harvey e ne la Mummia (1932) il riferimento per lo stile con cui Romero ha deciso di rappresentare i morti viventi: lenti, goffi e famelici. Gli zombi di Romero sono divenuti un'icona del cinema, non solo horror, e sono entrati di forza nell'immaginario collettivo con buona pace dei contaminati esagitati della new wave zombi-horror fiorita con 28 giorni dopo (2002). La Notte dei morti viventi, realizzato con soli 114.000 dollari e premiato con un incasso globale di 30 milioni a cui vanno sommati gli introiti del noleggio, rappresenta una vera rivoluzione nel panorama horror di fine anni '60, assolutamente non preventivabile né, almeno nelle fasi di produzione, così consapevole del senso socio-politico che i morti-vivi avrebbero rappresentato metaforicamente; per Romero e compagni sul campo, e a quei tempi, si trattava di un divertissement, di un gioco fra ragazzi. La pellicola ruppe i cliché assegnando il ruolo di protagonista ad un afroamericano, la prima volta che accadeva in un horror, lasciando, invece, l'eroina in stato di shock per tutta la durata della pellicola; inoltre, cosa inusuale, il protagonista non prova alcuna attrazione per la donna. Il dramma della convivenza forzata non lega i protagonisti ma esacerba i loro difetti fino al punto in cui il vero nemico vive sotto lo stesso tetto e non fuori, come sarebbe più logico aspettarsi. La pellicola possiede anche una lettura allegorica: è la rappresentazione velata, ma neppure poi tanto, dello smembrarsi della famiglia americana media (la figlia uccide e mangia i genitori) e, per estensione del concetto, dello sgretolarsi dell’ordine costituito, per cui, alla fine, la legge e l'ordine sono garantite da gruppi di vigilanti armati e l'integrazione fra bianchi e neri non si concretizza. Il film si conclude negativamente e in modo beffardo, spiazzando ulteriormente lo spettatore in attesa di un finale conciliante. Romero rappresenta in modo estremamente crudo, per i dettami degli anni '60, l'inumana voracità dei morti viventi in una scena definita dallo stesso regista "l'ultima cena", un vero picco splatter limitato e, contemporaneamente, espanso dall’impatto dal bianco e nero. Non semplice né sempliciotto come forse pare sulle prime, la Notte dei morti viventi inaugura il nuovo corso dell'horror della seconda metà del XX secolo, rompendo le convenzioni del gotico e proiettando sul grande schermo, in forma millenaristica e apocalittica, i problemi di un mondo che si avvicina al 2000: il Bene non trionfa, e il Male, per quanto lento, è ineluttabile e inspiegabile, secondo una logica hitcockiana derivata da gli Uccelli (1963). Siamo al di là del cult: la Notte dei morti viventi è una pietra miliare del cinema, non solo horror, che, a monte di un’indiscutibile nomea positiva, potrebbe essere mal digerito dal pubblico più moderno così drammaticamente refrattario ai “vecchi” film in bianco e nero. E dire che il lavoro di Romero parla così tanto di loro! La poetica sociologica del regista in tema zombi attraverserà cinque decadi, fino al 16 luglio 2017, quando George Romero verrà a mancare, a 77 anni, per un cancro ai polmoni. I suoi successivi lavori all’interno dell’universo dei morti viventi sono: Zombi (1978), il Giorno degli zombi (1985); la Terra dei morti viventi (2005); le Cronache dei morti viventi (2007), Survival of the dead - l'isola dei sopravvissuti (2009). Il film gode di due remake ufficiali: la Notte dei morti viventi (1990) di Tom Savini e Night of the Living Dead: 30th Anniversary Edition (1998) di John A. Russo.
TRIVIA
George Andrew Romero (1940-2017) dixit: “Non vivrò mai abbastanza a lungo per arrivare a una sorta di convivenza pacifica di qualche tipo […] la quale vorrebbe dire che gli zombi imparino a mangiare junk-food o fegati di gallina al posto del vostro fegato. Ma non arriverò mai a quel punto” (IMDb.com).
⟡ Aggiornato al costo del denaro del 2025, il film sarebbe costato 1.040.000 dollari e ne avrebbe incassati, globalmente, 270 milioni con esclusione degli introiti del noleggio e della vendita.
⟡ Non solo esistono tre versioni colorizzate del film (Hal Roach Studios anni '80 con zombi dalla pelle verde; Hal Roach Studios con zombi dalla pelle rosa; Legend Studios-Off Color Films ad alta definizione) ma, nel 1998, John Russo lo rieditò con 13 minuti in più e cambiò lo score musicale: i nuovi spezzoni aggiungono un po' di splatter. La migliore versione distribuita è la USA Special Collectors Edition, detta anche Millenium Edition, distribuita dalla Elite Entertainment, e ha il commento del regista e molti extra. Quest’ultima è l'unica versione in 35mm derivata dal negativo originale, dal momento che la granulosa versione a 16 mm, da cui furono eseguite le altre stampe, è una delle versioni "illegali" di pubblico dominio.
⟡ Il bianco e nero fu una scelta dettata da problemi economici. Anche fra le musiche sono state scelte quelle che non avevano copyright: vennero usato brani presi dalla libreria musicale Capitol/EMI Records Hi-Q, il cui copyright è di pubblico dominio; la cosa costò, comunque, 1500 dollari alla produzione. Gli stessi brani furono usati anche nei film Teenagers from outer space (1959) e the Killer shrews (1959).
⟡ Gli effetti speciali del film avrebbero dovuto essere curati da Tom Savini ma, proprio nei giorni della lavorazione, Tom era stato chiamato dall’esercito per andare in Vietnam come fotografo di guerra.
⟡ Quando il film uscì in Italia, il nome Romero fu sostituito con Kramer al fine di americanizzare la pellicola e attirare più spettatori.
⟡ Duane Jones, primo attore afroamericano ad essere protagonista in un horror, non fu scelto per il colore della sua pelle; semplicemente fu il migliore fra i candidati al ruolo. In effetti, il suo personaggio Ben, in una prima scrittura del plot, era un camionista rozzo; solo dopo l’ingaggio di Jones, Romero e Russo riscrissero i toni con cui rappresentare Ben. Ad ogni modo, Duane Jones, come tutti gli attori del film, ha ottenuto poca fortuna da questo film. Jones partecipò in ruoli marginali in altri horror ma di basso profilo quali Vampires (1986), Fright house (1988) e Ganja & Hess (1972) pellicola blaxploitation con vampiri e afroamericani.
⟡ I brandelli di carne di cui si nutrono gli zombi non erano altro che interiora di agnello acquistate a Evans City, cittadina della Pennsylvania dove fu girata la pellicola.
⟡ Il sangue utilizzato nel film era, perlopiù, sciroppo di cioccolato a marca Bosco.
⟡ Nella scena del pasto degli zombi seguìto all'incendio del camioncino, furono usati pezzi di prosciutto coperti di sciroppo di cioccolata. La cosa era così nauseante che il regista e l'effettista dissero che sarebbe stato inutile truccare gli attori da zombi dal momento che, mangiando quello schifo, avevano già l'espressione giusta.
⟡ Uno dei titoli del film in fase di lavorazione era Night of Anubis. Anubi, nell'Antico Egitto era, fra le altre cose, il dio dell'imbalsamazione. Un altro dei titoli avrebbe dovuto essere Night of the flesh eaters. Mentre ancora si girava, non si era deciso il titolo finale del film. Quello di lavorazione era Monster flick, filmetto sul mostro.
⟡ L’idea originale voleva che gli zombi dovessero essere d'origine extraterrestre, alieni e umani posseduti da un virus, connessi a un satellite della NASA tornato da Venere. Fu poi deciso di suggerire, ma non indicare con esattezza, l'attribuzione della causa alle radiazioni emanate da un satellite tornato da Venere.
⟡ La Columbia Pictures fu l’unica major interessata a distribuire il prodotto ma declinò l’opzione dato che il film era in bianco e nero quando tutte le pellicole, al tempo, erano a colori. La AIP prese in considerazione la distribuzione ma voleva che Romero facesse un finale positivo e rendesse più marcato il sub-plot romantico.
⟡ Nella scena in cui Ben sta inchiodando delle assi alla porta, ci si possono leggere sopra dei piccoli numeri. Questi furono scritti in modo da poter rimuovere le assi e riposizionarle durante differenti riprese preservando il senso di continuità. I numeri sono visibili poiché certe assi furono inchiodate dal lato sbagliato.
⟡ La parola "zombi" non viene mai usata. L'eufemismo più comune usato per descrivere gli zombi è "quelle cose" detto soprattutto da Cooper.
⟡ S. William Hinzman e Karl Hardman, due degli investitori del film, ebbero ruoli nel film. Un altro investitore, un macellaio, rifornì la crew di sangue e budella. Hardam operò anche come effettista, curatore degli effetti sonori e scattò le foto usate nei credits conclusivi.
⟡ Quando si decise che il film avrebbe trattato di morti viventi, ci si scervellò a pensare alla cosa più terribile che dei morti viventi potessero fare ai vivi. Cannibalismo fu la risposta.
⟡ La casa pubblicitaria Walter Reade Organization s’inventò, come gimmick, l'assicurazione di 50.000 dollari per coloro che sarebbero morti d’infarto guardando il film al cinema.
⟡ La prima del film si tenne al Fulton Theatre di Pittsburgh, Pennsylvania, il primo ottobre 1968 alle 20:00, ammissione solo su invito. Il film venne salutato con una standing ovation.
⟡ La casa usata nel film fu data in concessione da proprietari che, alla fine delle riprese, l'avrebbero demolita, quindi fu detto alla crew che potevano farci quello che volevano.
⟡ Mentre operavano sullo script, Romero e Russo si domandarono quale potesse essere il metodo per abbattere gli zombi. Marilyn Eastman, scherzando, suggerì che potessero essere uccisi a torte in faccia. Questo suggerimento ironico venne messo in pratica in una scena di Zombi.
⟡ I realizzatori del film furono accusati da alcuni fondamentalisti cristiani di essere stati ispirati da Satana nel ritrarre dei morti che mangiavano carne umana.
⟡ Il racconto del film inizia il 30 aprile 1967 e finisce la mattina dopo, il primo maggio.
⟡ William Hizman basò la sua caratteristica camminata (e, di conseguenza, quella di tutti gli zombi) su un film con Boris Karloff di cui però non ricordava il titolo. In quel film, Karloff impersonava un uomo che resuscitava e camminava in modo impacciato. Butto lì un’ipotesi: l'Uomo che non poteva essere impiccato (1939).
⟡ La pellicola originale è andata distrutta in un allagamento che ha devastato il vault dov’era stata riposta. Gli oggetti di scena originali, riposti nello stesso luogo, hanno seguito la medesima sorte.
⟡ Al tempo della produzione del film, ogni lavoro che non includeva l'avviso di copyright era da considerarsi di pubblico dominio. Siccome la pellicola di Romero non riportava questa nota (se l'erano dimenticata) la pellicola divenne, appunto, di pubblico dominio. Dal primo marzo 1989 non fu più necessario indicare esplicitamente il diritto di copyright.
⟡ La famiglia Cooper era una vera famiglia: Karl Hardman e Marilyn Eastman erano sposati, e Kyra Schon era veramente loro figlia.
Titolo originale
Night Of The Living Dead
Regista:
George Andrew Romero
Durata, fotografia
90', b/n
Paese:
USA
1968
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
