la Notte dei morti viventi
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Voto:
Dopo che uno zombi ha ucciso suo fratello al cimitero, la timida Barbara (Patricia Tallman) scappa fino a giunge a una casa di campagna abbandonata. Lì giungerà anche l’afroamericano Ben (Tony Todd) che cerca subito di trovare una soluzione all'assedio che i morti stanno dando all'abitazione nella cui cantina si nasconde una coppia di campagnoli e una famiglia composta da madre, figliola contagiata e padre insopportabile. Gestire gli zombi sarà tanto difficile quanto far funzionare i rapporti umani all'interno della casa.
LA RECE
Remake dignitoso che ricevette la benedizione di Romero. Il mood è quello della pellicola horror da seconda serata, nondimeno il pezzo funziona, intrattiene, somministra il sangue e lo shock dovuto e si chiude anche con reprimenda morale.
Remake dell’inarrivabile la Notte dei morti viventi (1968) di Romero la cui seminalità fu di una portata tale da generare immediatamente, e ancor oggi, accoliti più o meno simili al padre nobile, quindi sorta di remake involontari. Di fatto, questo di Savini è un remake sottovalutato e legittimo, non solo perché l'originale aveva reso pochi soldi ai creatori - la pizza del film fu piratata e il film divenne di dominio pubblico - ma anche perché lo stesso George Romero curerà per Savini sceneggiatura e produzione. Curioso il fatto che la Columbia Pictures, che aveva rifiutato di distribuire il film del ’68 perché il regista s’era opposto alla richiesta di un finale conciliante, accorse per finanziare il progetto insieme alla 21st Century Film Corporation, da non confondersi con la 21st Century Fox oggi della Disney. La convivenza fra Savini e i produttori, però, fu atroce: questi ultimi, approfittando dell’assenza di Romero dal set, fecero enormi pressioni perché Savini non realizzasse il film secondo la propria visione, al punto che, a quanto riferito dallo stesso regista, ciò che esso mostra è solo il 40% di ciò che aveva in mente. Il risultato finito, al di là di un plot che mostra quasi pedissequamente quanto descritto da Romero, è la proposta di un nuovo ruolo per la figura femminile principale, Barbara, tanto attiva e coraggiosa nel remake quanto apatica e inetta nell'originale, fattore che ricalca la progressiva emancipazione femminile ma, al contempo, realizza una primigenia idea di Romero che aveva pianificato di fare di Barbara l’unica sopravvissuta nel film del ’68. Savini opta razionalmente per il colore ed evita di intasare il racconto con facilonerie splatter, garantendo, comunque, un’elevata qualità effettistica e una lettura sociologica del fenomeno che disumanizza gli umani al punto da portare la protagonista a domandarsi se i veri mostri siano i morti o noi; ciò avviene in una sequenza finale con i cadaveri appesi ad un albero che Romero fu obbligato ad eliminare dal proprio film perché ricordava brutte scene patite dalla gente di colore sul territorio USA. L’impatto generale è quello da horror da seconda serata ma la pellicola non stona affatto nell’epica dei morti viventi, pungente quanto basta sia sul piano visivo, sia su quello psicologico; in ogni caso, un remake meglio riuscito del rimontaggio realizzato da John Russo con Night of the living dead: 30th Anniversary Edition (1999). Grande simpatia per questo lavoro di Savini, sia per la buona resa di Tony Todd che da lì a poco sarà Candyman (1992), sia per l’allure della Tallman, sia per il ritmo sostenuto e l’atmosfera disperata, un insieme di cose che rendono Night of the living dead un prodotto in perfetto equilibrio fra impegno e intrattenimento.
TRIVIA
Thomas Vincent Savini (1946) dixit: “Tutti pensano che a Tom Savini non piaccia qualcosa se non c'è sangue e budella. È un’idea stupida. I miei film preferiti sono storie d'amore” (IMDb.com).
⟡ Il nome indicato sulla casa è "M. Celeste", riferimento diretto alla Mary Celeste, nave che fu scoperta alla deriva priva di passeggeri e ciurma; episodio storico drammatizzato nel film the Mystery of the Mary Celeste (1934).
⟡ Circa al 70esimo minuto del film, Cooper (Tom Towles) sta di fronte all’immagine di una nave militare statunitense. Si tratta della USS Eldridge, nota per aver fatto parte, nel 1943, del segretissimo Philadelphia Experiment finalizzato a rendere trasparente o a far temporaneamente svanire enormi oggetti a fini bellici. Quasi sicuramente si tratta di una bufala che, tuttavia, riscosse molta fortuna fra i complottisti. Savini introdusse questa immagine nel film per dare un indizio che suggerisse qualche fattore paranormale.
⟡ Bill Cardille fa il reporter sia in questo, sia nel film del 1968.
⟡ La Mercedes che, all’inizio, viene guidata da Johnny era di Tom Savini, comperata con i primi proventi guadagnati grazie all’industria cinematografica. Il regista ha detto che doverla rottamare per realizzare il film gli ha dato una stretta al cuore.
⟡ Tom indossa una maglietta con la scritta “Iron City”; questa è una marca di birra che i cacciatori bevevano in Zombi (1978).
⟡ Quando Sarah morde la madre sul collo, uno schizzo di sangue macchia una zappetta da giardinaggio; questo è un riferimento al film originale del ‘68 nel quale la figlia uccideva la madre con quell'oggetto.
⟡ Come da tradizione per i film di zombi più ortodossi, anche qui il termine "zombi" non viene mai usato per descrivere i morti viventi.
⟡ Così come in tutti i film sui morti viventi di Romero si vede una donna nuda sexy e defunta, la stessa cosa ha voluto mostrare Savini nella sua pellicola.
⟡ Circa al 39esimo minuto, si vede una zombi che cammina in un campo con una casa sullo sfondo; questa morta deambulante si volta e inverte la marcia quando sente che, da quella casa, arriva uno sparo. La donna era, in effetti, la padrona di quella casa che acconsentì alla ripresa a patto che le dessero un piccolo ruolo nel film.
Titolo originale
Night of the Living Dead
Regista:
Tom Savini
Durata, fotografia
88', colore
Paese:
USA
1990
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
