Candyman - Terrore dietro lo specchio

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Voto:

Mentre è impegnata a scrivere una tesi sulle leggende urbane, la studentessa d'antropologia Helen (Virginia Madsen) rimane affascinata dal mito di Candyman, un uomo con un uncino al posto di una mano che può essere evocato ripetendo il suo nome cinque volte di fronte a uno specchio. Helen investiga, finché non viene in contatto con Candyman che compie reati per i quali viene incriminata la donna.

LA RECE

Icona minore ma icona comunque; remò contro, forse, l'ambiente poco glam nel quale si muove questo dolente antieroe horror.

Tratto dalla breve storia "The Forbidden" scritta nel 1985 da Clive Barker, qui anche produttore esecutivo, Candyman fu una delle poche gradevoli novità horror della prima metà degli anni '90. Buon film che, tuttavia, non ha lasciato un segno incisivo se non il nome stesso che tutti ci guardiamo bene dal pronunciare cinque volte di seguito davanti allo specchio. Il motivo del limitato successo è probabilmente da imputare al fatto che il villain Candyman non possiede quella simpatica cialtroneria di Freddy Krueger né quel gusto per la mutilazione di un Jason Voorhees. Candyman è un antieroe horror sofferente che viene dal ghetto e lì rimane, e, quindi, non possiede quel glam che potrebbe piacere al più largo pubblico. Eppure, Candyman non è un banale killer slasher a caccia di giovani campeggiatori, ha una sofferta storia di schiavitù alle spalle, nonché di amante di una donna che non avrebbe dovuto desiderare, e la sua rabbia ultraterrena è ben motivata, un po' come lo sarà quella di Alessa in Silent Hill (2006). Il film s'incentra sulla vita nel ghetto Cabrini-Green, elemento insolito per un horror ma molto ben sottolineato dalla fotografia di B. Richmond e dalla regia asciutta di Bernard Rose. Il mood del ghetto afroamericano fa il paio con la figura del vendicatore Candyman, dando al tutto una qualche valenza sociale mai veramente approfondita che, però, non manca di far emergere lo scontro fra classi. Il film, con le sue atmosfere sporche, le scritte sui muri tracciate con le feci, i locali diroccati e un senso pervasivo di squilibrio mentale riesce a creare una decente atmosfera e, a tratti, a mettere paura. Il mistero e la tensione della prima parte della pellicola vengono meno, anche un po' incoerentemente, col procedere della storia e come vuole il pattern del cinema horror di quegli anni, la seconda parte del film è dedita alla serie di omicidi fino al finale liberatorio. Candyman ha il pregio di funzionare più come storia che come somma di scene scioccanti o paurose ma ha il difetto di non aver un'incisività tale da rendere il film un horror indimenticabile nonostante ai tempi qualcuno, e forse non a torto, lo esaltò come un mezzo capolavoro. Buona la prova di Virginia Madsen nel ruolo della ricercatrice coraggiosa e, poi, della donna sconvolta dagli eventi e creduta pazza. Ben reso Candyman interpretato dal Tony Todd che fu protagonista nel remake de la Notte dei morti viventi (1990); la sua immagine che si staglia elegante sullo sfondo aveva le potenzialità della grande icona horror. Possibilità parzialmente sfumata, nel senso che Candyman si è fatto icona ma minore. Il regista Rose, il cui lavoro non esaltò la produzione, ha saputo dopotutto creare qualcosa di diverso e passabile di farsi apprezzare trasversalmente. Occorrerà aspettare qualche anno, e guardare ad oriente, per vedere emergere film horror innestati nelle case popolari. Con due seguiti: Candyman 2 - l'inferno nello specchio (1995) e Candyman - il Giorno della morte (1999) più il remake Candyman (2021).

TRIVIA

Bernard Rose (1960) dixit: "Quando ho visto per la prima volta i risultati del nuovo sistema video ad alta definizione ho detto una cosa sola: da oggi la pellicola è morta. Almeno può trovare realizzazione il sogno di Welles e Mellies: un cinema fatto di fantasia personale non bullizzato e maltrattato da trogloditi aziendali" (IMDb.com).

⟡ Nella camera di Helen, di fianco allo specchio del bagno, si vede la maschera del Guy Fawkes reso cinematograficamente noto dal film V per Vendetta (2005). 

⟡ "Sweets to the Sweet", la scritta che si trova sui muri del Cabrini Green, è presa da una frase dell'Amleto di Shakespeare.

⟡ La Madsen è allergica alle punture delle api e quindi un'ambulanza era sempre pronta sul set.

⟡ Furono messe davvero alcune api in bocca a Tony Todd come si vede in una particolare scena del film ma l'attore aveva in bocca una gabbia che impediva agli insetti di finirgli in gola. Le api furono allevate specificatamente per il film. Si dovette essere sicuri che le api avessero solo 12 ore di vita in modo da avere l'aspetto adulto ma senza un pungiglione che potesse fare danno. 

⟡ La parte di Helen sarebbe dovuta andare all'allora sconosciuta Sandra Bullock. 

⟡ Alcune esterne furono davvero filmate presso la pericolosissima palazzina popolare Cabrini-Green. Per effettuare le riprese, la crew dovette mettersi d'accordo con la gang del posto i cui membri vollero essere presenti nel film come comparse. La protezione della gang non fu sufficiente ad evitare che, l'ultimo giorno delle riprese, uno dei camion della crew diventasse bersaglio di un colpo di pistola sparato da uno sconosciuto. Nessuno rimase ferito.

⟡ Al compositore Philip Glass fu chiesto dal regista di scrivere uno score musicale per il film. Glass accettò e compose un tema gotico per organo e voci. I produttori e Clive Barker non furono soddisfatti del lavoro del regista Rose e lo lasciarono libero di andarsene senza terminare il film, ci avrebbero pensato loro. li risultato finale, però, non piacque a Glass che si sentì manipolato: Candyman gli era stato presentato come un low-budget indipendente con libertà creativa mentre per Glass il progetto si era trasformato in un filmetto slasher hollywoodiano. Come risultato, Glass bloccò l'utilizzo dello score fino al 2001.

Titolo originale

Candyman

Regista:

Bernard Rose

Durata, fotografia

99', colore

Paese:

USA

Anno

1992

Scritto da Exxagon nell'anno 2004; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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