Manos - the Hands of Fate

Sconsigliato

Voto:

Una famiglia in vacanza, composta da mamma, papà e la piccola Debbie, si smarrisce nel deserto texano per poi finire nella rete del satiro Torgo (John Raynold) e del satanico Maestro (Tom Neyman).

LA RECE

Uno dei film più brutti (e noiosi) di sempre non poteva che trovare un suo meritato spazio qui su Exxagon. I più coraggiosi esplorino a loro rischio e pericolo.

Personalissimo e unico delirio cinematografico del texano Harold Paul Warren, manager dell'American Founder's Life Insurance Co., il quale volle girare un film per una scommessa compiuta con lo sceneggiatore Stirling Silliphant che si trovava ad El Paso in cerca di location per un film. La scommessa consisteva nel girare un film di successo con pochissimi soldi. Il risultato è pazzesco ma fu pazzesco anche il modo in cui il film venne realizzato. Warren, che si dice fosse estremamente direttivo e sgarbato sul set, non pagò nessun attore; gli unici che guadagnarono qualcosa nell'immediato furono Neyman, che ricevette una bicicletta nuova, e il cane di Neyman a cui fu dato un sacchettone di crocchette. Gli altri furono tenuti a bada con la promessa di percentuali sugli incassi poi mai realizzati. Il tutto fu girato con una telecamera a mano che poteva registrare filmati della durata massima di 32 secondi alla volta e senza sonoro; i dialoghi furono successivamente doppiati da tre attori, due uomini e una donna. Risultato: Manos - the Hands of fate, film di una bruttezza senza limiti e di una noia che potrebbe deprimere anche gli scomposti entusiasmi di Jimmy Fenomeno (Dio l’abbia in gloria). Questo film, al quarto posto nell'elenco dei film più brutti di sempre per l’IMBD, è davvero una delle peggiori cose nelle quali possiate incappare nella vostra vita cinefila, insalvabile in qualsiasi sua parte e ben più scarso, perché più serioso, del vituperato Plan 9 from outer space (1959). Ne deriva culto a scoppio ritardato soprattutto negli USA; anche oltreoceano, però, il prodotto è guardato con la vivace curiosità che si avrebbe a un freak show. La vivacità viene però a cadere dopo pochissimi minuti di visione, e gli sparuti che abbiano le potenzialità per sorbirsi tutto il film possono psicologicamente aggrapparsi alla consapevolezza di una durata limitata. Ma non è comunque facile. Manos non fa ridere, non fa paura, non ci sono nudi, non c'è sangue, la storia era roba vecchia già nel ‘66, gli attori non sono attori, le scenografie sono miserrime, i dialoghi letargici e il montaggio è stato probabilmente realizzato tagliando la pellicola coi denti e rappezzandola con la pinzatrice. Exploit folle, visionabile per intero da chi folle lo è almeno un po', Manos può comunque essere guardato gratuitamente su internet, dato che i diritti sono decaduti. Intanto, il culto popolare porta al seguito apocrifo comico Manos - the Fans of hate (2009), a due non apocrifi (Manos returns, 2018; Manos - the Rise of Torgo, 2018) e ad un remake, Manos - the Hands of fate, di cui non è ancora nota la data di rilascio. E non è che ci si perda il sonno. A questo primo film diamo non più di un punto. Regalato.

TRIVIA

Harold Paul Warren (1923-1985) dixit: “Dai sempre il 110% in tutto quello che fai, se non dai tutto te stesso per una cosa, non ha nessun senso farla” (IMDb.com).

⟡ Si narra che tre degli "attori" comparsi nel film si siano suicidati per la vergogna di aver partecipato ad esso. Non è vero. Ciò che avvenne davvero è che, alla prima tenutasi a El Paso, in seguito al rumoreggiare in sala, la maggior parte del cast e della crew scappò di nascosto dal cinema per evitare di dover ammettere pubblicamente di aver partecipato al film. Una signora di mezza età, però, riuscì ad aggredire il regista a colpi di borsetta; la donna era infuriata perché la piccola Debbie del film, alla fine, diventa una delle mogli dell'infernale Maestro. Ad ogni modo, un suicidio ci fu. John Reynolds si tolse la vita il 16 ottobre 1966, a 25 anni, un mese prima dell'uscita nelle sale del film, sparandosi una fucilata in testa. Il motivo dell'estremo gesto nulla aveva a che fare con la vergogna; c'è chi sostiene che le problematiche fossero connesse alla droga e che Reynolds, per buona parte delle riprese, fosse sotto l'effetto di LSD, cosa che spiegherebbe il suo strano atteggiamento in scena. Non solo, le protesi indossate da Reynold per far sembrare le sue gambe quelle di un satiro gli procurarono un dolore cronico che lo obbligò a prendere antidolorifici fino al giorno del suicidio. Nel 1988, i fan del film cercarono di far inserire il nome di Reynolds nella Walk of Fame di Hollywood ma i loro sforzi non ebbero successo; la vedova di John, comunque, espresse il suo apprezzamento per il tentativo. 

⟡ La Loggia dei Peccati del Maestro altro non era che il ranch di Colbert Coldwell, giudice della contea di El Paso. 

⟡ Affari di famiglia: il Maestro è interpretato da Tom Neyman, la piccola Debbie da sua figlia Jackey Neyman, e la moglie Jacqueline disegnò i costumi del Maestro e delle sue adepte; il cane dei Neyman interpretò il cane demone. 

⟡ L'uso delle luci fu limitato per contenere i costi; ciò spiega la scena in cui due poliziotti fanno letteralmente due passi per investigare e poi tornano indietro. 

⟡ La scena del serpente a cui Michael spara ha un aspetto migliore del resto semplicemente perché fu presa da un documentario della Disney. 

⟡ Quentin Tarantino possiede l'unica copia esistente del film in 35mm. Lui considera Manos la sua commedia preferita. 

⟡ Ogni volta che gli attori e la troupe ritenevano che il girato non fosse andato particolarmente bene, il regista li rassicurava dicendo loro che le magie postproduttive di Hollywood avrebbero corretto tutte le imprecisioni. Ovviamente nessun'imprecisione fu corretta. Il regista, dalla sua, realizzò due riprese per ogni scena nella speranza che almeno una delle due fosse valida perché una terza non ci sarebbe stata. 

⟡ Nonostante il colossale insuccesso, il regista Warren fu così contento della sua creatura che ogni anno, a partire dal 1966, ad Halloween ha indossato il costume del Maestro. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1985, il figlio ha continuato la tradizione.

Titolo originale

Id.

Regista:

Harold Paul Warren

Durata, fotografia

74', colore

Paese:

USA

Anno

1966

Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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