the Manson family
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Voto:
Il film ricostruisce la storia della Manson Family, ovvero di un gruppo di freakettoni che, negli anni '60, ha visto in Charles Manson (Marcelo Games) un nuovo messia che predicava amore, sesso e morte, fino al tragico epilogo del massacro di Bel Air.
LA RECE
Cruda e selvaggia ricostruzione, in salsa mockumentaristica, del mondo psicotico di Charly Manson & Co. Van Bebber, che ne sa di rappresentazioni underground, cerca di descrivere più la setta che il santone (non benissimo reso) ma la riduzione filmica dei Mansons è sempre stata cosa complessa. Film che non convince del tutto.
Già leggenda nel giro underground grazie al film Deadbeat at daw (1988), il regista Jim Van Bebber iniziò a girare the Manson Family quindici anni prima rispetto alla data di distribuzione. La produzione incontrò grossi problemi dovuti alla scarsità di soldi a disposizione e l'operazione si interruppe varie volte. Il regista girò qua e là con i giornalieri o con montati parziali mostrando il poco che aveva a coloro che avrebbero potuto garantirgli qualche finanziamento e, alla fine, riuscì a completare il progetto. È durante la fase di lavorazione che al film venne dato il titolo provvisorio Charlie’s Family, titolo poi rimasto in alcune versioni distribuite. In breve tempo, sia per la storia produttiva ma, soprattutto, per le scene esplicite di violenza e sesso, il film attirò l’attenzione degli appassionati ma anche la critica fece cenni d’approvazione. Ma ci furono anche limitazioni censorie e luoghi di proiezione nei quali la pellicola venne rifiutata, A livello tecnico, i lunghissimi tempi di lavorazione hanno creato diversi problemi rispetto al senso di continuità di ciò che viene rappresentato; ad esempio, gli attori sono invecchiati ma lo spettatore fatica ad accorgersi di questi difetti in quanto il montaggio frammentato e semi-documentaristico veicola già di per sé un senso anarchico del tempo. Van Bebber riesce, nonostante alcune libertà, a ricostruire la parabola negativa rappresentata da Manson e dalla sua Family evitando di prendere posizione o di interpretare il fenomeno ma, al medesimo tempo, non sviluppando un'eccessiva empatia nei confronti dei criminali. Anzi, la rappresentazione così cruda della morte delle persone massacrate dalla Famiglia non fa che accrescere la distanza fra Manson e lo spettatore. Gli omicidi di Tate e LaBianca sono rappresentati in maniera impietosa e danno, almeno in parte, l'idea di come debbano essere andate le cose in quegli infausti momenti e di come la rilettura di Tarantino dell'evento offerta con C'era una volta ad Hollywood (2019) sia stata una rivincita dell'arte sulla vita ribaltanto le brutture di quest'ultima tramite un selvaggio e liberatorio massacro che riequilibra un profondo senso di bruttezza e ingiustizia (stessa cosa per il finale di Inglorious Basterds, 2009). La violenza visibile nel film, così come l'abbondanza di nudi frontali e sesso esplicito (ma non hard) fanno della pellicola un prodotto vietato ai minori di 18 in quasi tutti i paesi del mondo; va però precisato che le sequenze di sesso sono per la maggior parte poco stuzzicanti anche se the Manson Family ha, in più di una scena, il pregio di mostrare donne con corpi davvero belli. I protagonisti della pellicola sono pressoché tutti sconosciuti e ci si rende presto conto che il film non è un biopic su Manson ma proprio sulla Famiglia. Marcelo Games riesce solo in parte a rendere il carisma sinistro del maestro nazista-satanista-neomessianico e, il più delle volte, pare bolso e imbecille, cosa che potrebbe facilmente corrispondere al vero, poiché che solo una masnada di confusi avrebbe potuto rimanere incantata dal carisma di uno psicotico. Ciò che veramente sgomenta, infatti, al di là della violenza e del sesso, è l'atmosfera di paranoia e invasamento pseudo-religioso. Film interessante ed estremo con un finale un po’ stonato ma assolutamente inadatto ai più sensibili, anche se lo strillo "il film più violento della storia del cinema", leggibile su alcuni DVD, è parecchio lontano dal vero. Chi fosse interessato al caso Manson può guardare anche Manson (1973) e Charles Manson superstar (1989).
TRIVIA
⟡ Chi era davvero Charles Manson e la sua Family? Nato come "nessun nome Maddox" a Cincinnati (Ohio) il 2 novembre 1934, Charles Manson fu il figlio illegittimo di una prostituta di 16 anni, Kathleen Maddox. La giovane venne condannata a cinque anni di prigione per rapina, e Charles fu mandato a vivere con una religiosissima zia e il suo sadico marito che dava costantemente al ragazzo della femminuccia e che lo vestì con abiti femminili il primo giorno di scuola “per aiutare Manson a comportarsi da uomo”. Al ritorno di Kathleen, la vita non divenne più semplice perché la donna continuò a mostrarsi inadatta al ruolo di madre: si portava a casa amanti di ambo i sessi e abusava di alcol. Sbattuto da un istituto a un altro, passò poco tempo, prima che Charles si mettesse nei guai con la giustizia. A 13 anni fu rinchiuso in un riformatorio di Plainfield (Indiana): Manson ricorda di aver subito sadiche violenze da parte dei ragazzi più grandi e dalle stesse guardie. Se i suoi ricordi sono affidabili, pare che almeno un sorvegliante abbia incitato altri ragazzi a violentare e torturare Manson mentre le guardie assistevano masturbandosi. Dopo varie peripezie giudiziarie, il 21 marzo 1967, l'uomo venne rilasciato contro il suo stesso parere dal carcere di McNeil Island. Manson fu attirato dal clima che si viveva a San Francisco e dal brulicante quartiere di Haight-Ashbury. Era l'Estate dell'Amore nella quale gli alternativi si radunavano all'insegna del Flower Power; dietro le quinte di questo universo giovane c'era un esercito di manipolatori pronto a trarre sinistro profitto dall'Era dell'Acquario. A San Francisco, Manson dimostrò di possedere un sorprendente carisma attraendo giovani emarginati di entrambi i sessi provenienti da tutti gli strati della società bianca. Alcuni, come Mary Brunner, erano giovani laureati; altri, come Susan Atkins e Robert Beausoleil, erano coinvolti in sette sataniche. Questi adottarono Manson sia come mentore, sia come figura paterna, sia come incarnazione di Cristo o, come egli stesso si definiva, Dio degli stronzi. Col tempo, Manson finì per ossessionarsi con il tema della morte e con la canzone dei Beatles "Helter Skelter" che lui interpretava come previsione di una guerra razziale in USA. La Manson Family compì diversi omicidi ma quello che ebbe più risonanza avvenne il 9 agosto 1969, quando una squadra d'attacco di Manson irruppe nella casa di Roman Polanski, al momento assente, massacrando Sharon Tate, la moglie incinta del regista, e quattro suoi ospiti. La mattanza a cui non partecipò Manson, ma di cui fu il mandante, divenne nota come "Il massacro di Bel Air". Per ironia della sorte, la caduta di Manson avvenne tra il 18 e il 19 settembre 1969 per un reato poco grave che riguardava il danneggiamento di un segnale stradale. Nonostante l'arresto di Charles avvenuto il 12 ottobre, la violenza della Famiglia non terminò immediatamente. Dopo che Manson e tre membri della famiglia vennero ritenuti colpevoli del massacro di Bel Air e dell'omicidio LaBianca, l'avvocato difensore Ronald Huges fu ucciso da altri componenti della banda. In assenza di Manson, Lynette "Squeaky" Fromme teneva le redini della Famiglia corrispondendo con Charles in carcere, diffondendo il suo vangelo e creando nuove alleanze con varie sette e gruppi razzisti. Nel settembre 1975, Lynette cercò di uccidere il presidente Gerald Ford ma sbagliò mira; Squeaky venne condannata all'ergastolo. Quanto al patriarca della Family, Charly si fece il giro di tutti i penitenziari della California, e ovunque era la stessa storia: conflitti con le autorità e con gli altri detenuti, violenze di vario genere e tentati omicidi. Manson è stato avvelenato, bruciato e picchiato duramente diverse volte, inframezzando questi eventi con scioperi della fame e deliranti interviste televisive. Nel marzo ‘74, Manson fu diagnosticato come psicotico grave. Nonostante fin dal 1972 siano proponibili per la libertà condizionata, nessun assassino della Famiglia è mai stato rilasciato; benché diversi membri si siano dichiarati pentiti e cambiati, nessun pubblico funzionario che abbia a cuore il proprio incarico li prenderebbe mai in parola. Quanto a Manson, le sue udienze annuali per la libertà condizionata, quelle alle quali si degnava di presenziare, si trasformavano in un teatro dell'assurdo con Manson che sproloquiava in modo incoerente, a volte per ore, su argomenti che andavano dalla foresta pluviale brasiliana, alla macchinazione da lui subita da parte di una società ingiusta (Newton, 2000). Charles Manson è morto il 19 novembre 2017, all’età di 83 anni, per le conseguenze di un cancro al colon quando ancora era detenuto nella prigione di Corcoran, California. Per quanto riguarda Lynette Alice "Squeaky" Fromme (1948), il cui soprannome le fu attribuito da Manson stesso per i versetti da topolino che la donna faceva quando lui le pizzicava le cosce, ella uscì dal carcere in libertà vigilata per motivi di salute il 14 agosto 2009 e, da allora, vive nello Stato di New York con il fidanzato Robert Valdner con il quale risiede in una dimora addobbata con teschi. Così come Sandra Good, altra discepola mansoniana, Squeaky non si è mai pentita dei crimini commessi, dicendosi innamorata di Charles Manson dall’inizio, e ancora nel 2019.
⟡ Durante il film si può sentire più volte la voce di Jim Jones, capo della setta People’s Temple, tratta da una registrazione compiuta poco prima del suicidio di massa compiuto da Jones e dai suoi fedeli.
⟡ La voce di Satana, nella versione originale, è quella di Phil Anselmo cantante dei Pantera.
Titolo originale
Id.
Regista:
Jim Van Bebber
Durata, fotografia
95', colore
Paese:
USA
2003
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
