il Mistero della camera nera
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Dopo l'esilio, Anton de Berghmann (Boris Karloff) torna in famiglia dal gemello Gregor (Karloff). Una maledizione che grava sulla casata vuole che Anton uccida il crudele Gregor. Quest'ultimo non sembra dare peso alla cosa ma, nel dubbio, butta il gemello in un pozzo. Con l'ultimo respiro, Anton promette che la maledizione avrà luogo.
LA RECE
L'orrore del doppio che richiama lo Studente di Praga (1913), con una regia non brillantissima ma con un interessante uso degli specchi come motivo ricorrente. La camera nera del titolo, con il suo pozzo mortale, diventa quasi un personaggio a sé, anticipando l'uso simbolico degli spazi chiusi che sarà poi caratteristico del gotico italiano anni '60.
Melodrammone gotico più che film di paura, pertinente al genere horror soprattutto per la presenza del bravo Karloff. L'attore, che dopo Frankenstein (1931) apparve per anni sul grande schermo indossando sempre qualche sorta di protesi facciale deformante, compare qui in un ruolo "pulito" a esaltare le sua performance attoriala. Ne il Mistero della camera nera, riferimento al luogo della casa dei Berghmann in cui Gregor dovrà essere ucciso, Karloff si sdoppia nel gemello buono e nel suo doppelgänger in una di quelle interpretazioni sornione a doppio codice che poi meglio riuscirà a realizzare Vincent Price. Sulla base di una trama che ricorda vagamente "Il principe e il povero" rivisitato attraverso un tocco alla Edgar Allan Poe, Karloff dipinge il fratello Anton come brillante, acculturato e socialmente piacevole ma, ovviamente, mette il carico da cento nell’interpretare il gutturale Gregor, claudicante e dal ghigno mefistofelico, un personaggio malefico che prende a pieno diritto il suo posto nel genere horror. La storia richiede un piacevole mélange interpretativo, in quanto il diabolico Gregor veste i panni del mansueto Anton, mentre Karloff titaneggia in una delle sue interpretazioni più fini. Gli altri attori stanno sotto sotto. Il regista Neill, che più tardi si sarebbe distinto per la serie di Sherlock Holmes con Basil Rathbone, fa il suo mestiere mentre fotografia e scenografia regalano goticismi a tutto spiano fra ombre e ragnatele. Infatti, il film brilla particolarmente nella sua scenografia mitteleuropea, costruita con quella peculiare sensibilità hollywoodiana che trasformava la Boemia del XIX secolo in un regno da favola gotica. Film non indispensabile ma assai gradevole per gli amanti dei mostri umani invecchiati in botti di rovere.
TRIVIA
⟡ Il film si svolge nel XIX secolo benché una statua di Santa Teresa di Lisieux ven-ga mostrata in tre momenti diversi del film. La santa nacque nel 1873 ma nessuna statua fu prodotta prima del 1925 quando la donna venne canonizzata.
Titolo originale
The Black Room
Regista:
Roy William Neill
Durata, fotografia
70', b/n
Paese:
USA
1935
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
