Frankenstein
Voto:
Fra le montagne della Svizzera, il dottor Henry Frankenstein (Colin Clive), aiutato dal fido Fritz (Dwight Frye), decide di generare la vita dalla morte creando un essere umano con parti anatomiche di defunti. Ci riuscirà ma il risultato sarà una creatura (Boris Karloff) goffa e sperduta in un mondo incapace di non essere terrorizzato dal suo aspetto, un mostro che non sa dominare la propria forza e la propria paura.
LA RECE
Insieme al Dracula (1931) di Browning, inaugura la strepitosa stagione dei "monster classic" della Universal. Film icona di una scienza che non ha bisogno di Dio (né delle donne!) per procreare. La perversione scientifica, così come la sua creatura finiscono per coincidere nel nome.
Tratto dal romanzo di Mary Shelley “Frankenstein o il Prometeo moderno”, il film di Whale non è il primo derivato dall'opera della scrittrice. C'aveva già provato Dawley nel 1910 con il Frankenstein prodotto da Edison, Smiley con Life without soul (1915) ed Eugenio Testa con il Mostro di Frankenstein (1920). La pellicola di Whale resta, però, la più nota versione della Creatura inventata dalla Shelley fra quelle del vecchio cinema, guadagnandosi un meritato posto nel mito cinematografico; questo per svariati motivi. Il laboratorio del dottore, in primo luogo, che ha creato di prepotenza lo stereotipo dello studio del mad doctor con lucette, lampi magnetici, banco autoptico e ogni ammennicolo visto, poi, in moltissimi film del genere. Quindi, la figura dell'aiutante deforme e crudele. Non ultimo, il Mostro, un protagonista tanto carismatico da riuscire, nella fantasia popolare, a farsi attribuire il nome del suo stesso creatore. Il regista riuscì ad affiancare ambientazioni dalla forte atmosfera gotica ad altre più solari che, comunque, non sono esentate dall'essere luogo di situazioni forti, una su tutte, la notissima sequenza dell’affogamento della bambina. Whale, tuttavia, non eccedette nella rappresentazione dell'orrore lasciando tutta l'inquietudine al mitico volto della creatura interpretata da Karloff, reso spaventevole da un magistrale lavoro del truccatore Jack Pierce: gli elettrodi sul collo, le protesi sulle sopracciglia, le mani allungate, gli scarponi neri zavorrati che portavano l’attore ad assumere quell'andatura goffa e robotica per la quale divenne famoso. Karloff, che non amò mai molto questo personaggio, renderà comunque iconico un mostro emerso dalla smisurata ambizione del suo creatore, un mostro che uccide involontariamente o "coscientemente" quando minacciato, e che, in breve, conquisterà la simpatia e la pietà del pubblico, anche se ciò riuscirà meglio nel 1994 a De Niro nel Frankenstein di Mary Shelley girato da Branagh, film più vicino al romanzo. Ultimo elemento seminale offerto da Whale è la caccia al mostro organizzata dalla folla inferocita con forconi alla mano, nonché il rogo del mulino in uno dei primi finali cinematografici che vede il fuoco come elemento catartico. L'impatto emotivo della visione del Mostro e l'umoralità degli ambienti lasciano un po' sullo sfondo la lettura psicologica della faccenda, ovvero non solo quella di una scienza sfidante e perversa nei suoi intenti, ma anche, per certi versi "omoerotica", ovvero che vede le donne marginalizzate e gli uomini totali protagonisti della faccenda, ivi compresa la capacità di generare vita "fra di loro"; si ricoda che il regista Whale era notoriamente gay. Questo Frankenstein, seppure ormai più che anziano, resta il capostipite e l’ispiratore di scelte visive e soluzioni tecniche buone per più di 116 film sulla Creatura inventata dalla Shelley ed anche, con buona probabilità, delle future pellicole che prenderanno il mostro di Frankenstein come modello. Must see assoluto.
TRIVIA
⟡ I film della Universal sul dissennato scienziato e la sua Creatura sono, oltre a quello in esame: la Moglie di Frankenstein (1935); il Figlio di Frankenstein (1939); il Terrore di Frankenstein (1942); Frankenstein contro l'uomo lupo (1943); Al di là del mistero (1944), la Casa degli orrori (1945) e il comico il Cervello di Frankenstein (1948).
⟡ Il regista Whale, omosessuale non dichiarato ma neppure nascosto, pur soprannominato ironicamente “la Regina di Hollywood” non patì gravi ripercussioni alla sua carriera per l’orientamento sessuale. La vita del cineasta, tuttavia, non terminò in modo sereno. Nel 1956, colpito da un infarto e trattato con l’elettroshock per una depressione, Whale iniziò a mostrare un logoramento delle proprie capacità mentali. Il 29 maggio 1957, a 67 anni, James Whale si suicidò annegandosi nella propria piscina. Dato che il biglietto d’addio fu occultato per diversi anni, il suicidio passò inizialmente come un incidente. L’ultima lettera, poi emersa, recitava così: “A tutti coloro che amo, non affliggetevi per me. Ho i nervi a pezzi e da un anno sono in agonia giorno e notte, tranne quando dormo con i sonniferi, e la pace che ho di giorno la ho perché drogato dalle pillole. Ho avuto una vita meravigliosa, ma è finita e i miei nervi sono a pezzi e temo che dovranno portarmi via. Quindi vi prego di perdonarmi, tutti quelli che amo e che anche Dio mi perdoni ma non posso sopportare l'agonia ed è meglio così per tutti. Il futuro è solo vecchiaia, malattia e dolore. Addio e grazie per tutto il vostro amore. Devo avere pace e questo è l'unico modo”.
⟡ È il primo film in cui un regista ha compiuto una panoramica a 360°.
⟡ Gli scarponi indossati dalla Creatura erano gli stivali usati dagli operai asfaltatori.
⟡ La locandina originale, quella del 1931 a sei fogli che ritrae il mostro che minaccia Mae Clarke, fu battuta all’asta per 600.000 dollari, facendo di essa il poster cinematografico più prezioso esistente.
⟡ Il trucco al quale si sottoponeva Karloff ogni giorno per divenire il mostro necessitava di quattro ore per essere applicato. Questo make-up è protetto dalla Universal con un copyright secolare; significa che bisogna pagare i diritti per qualsiasi riproduzione se ne faccia, sia che si parli di film, sia di cartoni animati sia fumetti e altre grafiche.
⟡ Karloff combatté affinché la scena in cui getta la bambina in acqua fosse tagliata dalla pellicola in quanto la riteneva troppo forte. La scena incriminata fu reintegrata nella pellicola solo nel 1985.
⟡ Inizialmente, il ruolo del mostro fu offerto a Bela Lugosi passato alla storia per il suo ruolo in Dracula (1931). Lugosi rifiutò sulla base del fatto che il suo personaggio non avrebbe parlato. L’attore insisteva anche per realizzare da sé il proprio make-up per il mostro ma il suo progetto venne rifiutato. Secondo lo storico del cinema Richard J. Anobile, a Lugosi era stato offerto il ruolo del dottor Frankenstein dal regista Robert Florey ma Carl Laemmle, boss della Universal, fece pressioni perché Lugosi facesse il mostro; a questo proposito, esiste un filmato, registrato da Florey sul set di Dracula, di un test di trucco compiuto su Lugosi con la maschera del mostro. Successivamente Florey venne sostituito da Whale e Luogosi da Karloff. Lugosi, comunque, vestì i panni della Creatura in Frankenstein contro l'uomo lupo.
⟡ John Carradine (la Casa degli orrori, 1945) rifiutò la parte della Creatura perché si reputava un attore di livello troppo elevato per abbassarsi a impersonare un mostro.
⟡ Dopo aver dato vita alla Creatura, Frankenstein urla la frase: "Now I know what it's like to be God!”, ora so com'è essere Dio. Negli anni '30, i censori rimossero questa frase perché la considerarono blasfema; un tuono venne sovrapposto alla voce dell’attore. In seguito, la frase venne in qualche modo restaurata ma, dal momento che si erano perse le registrazioni originali, risultava indistinta e distorta. Le cose cambiarono quando fu riscoperta una registrazione pulita della frase incisa su un Vitaphone Disc, simile a un grosso disco da fonografo. Le tecniche moderne hanno permesso di reinserire la frase alla perfezione.
⟡ La giovanissima attrice Marilyn Harris dovette ripetere parecchie volte la scena dell'annegamento e tutte andarono male. Benché fosse bagnata e stanca, accettò di farne ancora una, quella che appare nel film, dopo che il regista le promise che le avrebbe regalato tutto quello che avrebbe voluto se si fosse prestata l'ennesima volta. La bambina chiese 12 uova sode, il suo snack preferito. Whale gliene regalò 24. Marilyn Harris, negli anni, lavorò in 12 pellicole, tante quante erano le uova che aveva chiesto.
⟡ Il metodo con cui Frankenstein anima la creatura non viene mai discusso nel romanzo poiché il dottore si rifiuta di divulgare le metodiche della sua creazione. Tuttavia, l'uso dell'elettricità mostrato in questo film divenne la spiegazione accettata da tutti i film su Frankenstein.
⟡ Secondo The People's Almanac, nel film avrebbe dovuto esserci una scena in cui il mostro viene chiamato Adam. La scena fu tagliata dopo che ci si accorse che la gente iniziava a chiamarlo Frankenstein.
⟡ Parti del set erano già state costruite per il film di Paul Leni, il Castello degli spettri (1927), altra pellicola della Universal.
⟡ Il mostro non ha bulloni al collo, così come erroneamente viene ricordato, ma elettrodi.
Titolo originale
Id.
Regista:
James Whale
Durata, fotografia
71', b/n
Paese:
USA
1931
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
