Frankenstein di Mary Shelley
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Voto:
1794. L'esploratore artico Robert Walton (Aidan Quinn) e la sua ciurma soccorrono Victor Frankenstein (Kenneth Branagh) che ha una storia incredibile da narrare. Medico e figlio di un ricco dottore svizzero (Ian Holm), Victor rimase affascinato dalle ricerche sulla rianimazione dei tessuti morti compiute dal professor Waldman (John Cleese). Alla morte di quest'ultimo, Victor si gettò a capofitto nella creazione di un essere umano composto da parti di cadaveri; immerso nella sua ossessione scientifica, Victor si dimenticò dell'amata Elizabeth (Helena Bonham Carter). Il mostro creato (Robert De Niro) fu un essere sconvolto che sconvolgerà la vita del suo creatore. Scacciato da tutti per il suo aspetto inumano, la Creatura va in cerca di Frankenstein per farsi costruire una compagna, pronto a vendicarsi sui familiari del dottore nel caso questi non mantenga l'impegno.
LA RECE
Doveva essere un'attenta declinazione filmica della storia della Shelley ma ne è emersa una versione fra il roboante e lo sheakespeariano. Però, non male. Nondimeno, il film scivola progressivamente nell'oblio.
Ad oggi, il Frankenstein mainstream per eccellenza o, comunque, il Frankenstein per eccellenza degli anni '90. L'idea produttiva venne a Francis Ford Coppola con l’intenzione di farne un degno compagno del suo Dracula di Bram Stoker (1992). Coppola, tuttavia, cedette la regia a Branagh relegando il proprio ruolo a quello di produttore, scelta che si rivelò infelice, in quanto i due litigarono non poco, a partire dall’eliminazione di mezz’ora di girato realizzato da Coppola che questi pretendeva fosse inserito e che, invece, Branagh non volle includere. Anche produttivamente, la scelta di Branagh non si rivelò felicissima: il film non guadagnò le cifre sperate e ciò, probabilmente, per l’elegante stile teatrale della messa in scena. Branagh scelse una rappresentazione fedele al romanzo di riferimento scritto nel 1816 da Mary Shelley Wollstonecraft, riportando il racconto alla sua dimensione romantica che vedeva al centro della storia il Mostro cosciente della propria natura disumana, scosso da una dinamica d’amore e odio verso il suo creatore. Il solenne afflato di Branagh e il suo imprinting shakespeariano, però, affossarono il film in quanto la sua cifra risultò, sì, elegante e colta ma roboante e narrativamente ridondante. Ad esempio, l'incipit e la chiusa appesantiscono la narrazione in cerca di lezioni morali non necessarie in quanto didascaliche, ovvie. Ovvia è anche la formazione di Victor Frankenstein che viene narrata come dovesse portare a esisti sconosciuti, non tenendo conto della familiarità che il pubblico ha con il racconto. Meglio la seconda parte che mette al centro dell’azione il Mostro e, differentemente da quanto hanno fatto altri, la sua coscienza e la sua volontà di conoscere, di cercare calore umano e di esprimere umanità. Nell'enfatizzare la solitudine della Creatura, Branagh recupera pienamente la relazione fra il Mostro e il suo creatore, padre ma anche unico possibile amico. Il meglio si ha nel finale, con la creazione della compagna del mostro e l’importazione di elementi da la Moglie di Frankenstein (1935). La disperazione, che nella Creatura maschile è di tipo riflessivo con un'aggressività eterodiretta (anche se ciò è, psicologicamente, un leggero controsenso), diventa distruttivamente autolesiva con Elizabeth rianimata che chiude il dramma fra le fiamme. E di dramma, infatti, si tratta, con Branagh che struttura il suo film con la stessa enfasi drammatica di un'opera shakespeariana nella quale i protagonisti cadono uno ad uno sul palcoscenico fino a che il telo della morte non cala su tutti gli interpreti. Fra questo e quell'atto, tuoni e fulmini che polverizzano alberi e che fiammeggiano dietro le finestre innalzando i toni del film a livelli iperbolici. A metà fra il serioso, con una scenografia che richiama chiaramente gli allestimenti teatrali, e l’intrattenimento da multiplex esaltato dallo score di Patrick Doyle, il Frankenstein di Branagh perde pezzi d'anima sul set con il rischio di non convincere del tutto. A tratti si rimane incantati, come quando Victor trasporta il corpo morto di Elizabeth sulla scalinata con il lungo drappo rosso a strascico, o nelle riprese che esaltano la cilindrica geometria dell’aula universitaria; altrove ci si interroga nel vedere la Creatura zompare fra i ghiacci con salti supereroici. Forse non sta invecchiando benissimo questo film, tuttavia è innegabile la qualità del comparto attoriale, la ricchezza di rappresentazione e il conseguente potenziale d’intrattenimento. Eppure, la bontà delle ragioni di Coppola è provata dal fatto che la memoria del pubblico è abitata maggiormente dalle immagini del suo Dracula più di quanto conservi ricordo di questo Frankenstein di Branagh che sta scivolando lentamente, immeritatamente ma inesorabilmente nel dimenticatoio.
TRIVIA
Kenneth Charles Branagh (1960) dixit: “La gente spesso mi chiede: Perché continui a fare Shakespeare? Be’, perché per me è significativo. Lavorare bene su di esso, o anche solo lavorarci, trovo che migliori l’esistenza. Non ho nessun tipo di credo religioso convenzionale e trovo che Shakespeare sia una fonte di ispirazione enorme perché non c'è una situazione che io abbia incontrato che in qualche modo non sia stata descritta in quelle opere teatrali” (IMDb.com).
⟡ Il film, girato fra il 21 ottobre 1993 e il 25 febbraio del 1994, costò circa 45 milioni di dollari e ne incassò 112, l'80% dei quali nei botteghini non statunitensi.
⟡ Il film ha parecchi rimandi a precedenti pellicole che hanno raccontato i fat-tacci dello scienziato Frankenstein. ⦁ La Creatura prende vita in una vasca metallica come nel Frankenstein (1910) prodotto da Edison. ⦁ Victor prende un impiccato e usa il cadavere per i suoi esperimenti come in Frankenstein (1931). Dallo stesso film si prende l'idea che la Creatura sia rianimata con l'elettricità, cosa mai scritta nel libro, nonché la frase "È vivo!" esclamata da Frankenstein. ⦁ La prima parola pronunciata dalla Creatura è "amico" che è anche la parola più utilizzata dalla Creatura descritta ne la Moglie di Frankenstein. ⦁ Victor usa il cervello di un brillante scienziato per la Creatura, così come si vede ne la Maschera di Frankenstein (1957). Anche in quest'ultimo film, il ruolo di Justine è ampliato e la si fa innamorare di Frankenstein. ⦁ Il mentore di Victor Frankenstein mostra i suoi risultati animando un braccio morto come nel film per la tivù Frankenstein: the true story (1973). ⦁ La Creatura si nasconde nella porcilaia al fianco del cottage di una famiglia povera; nel libro si trattava della casa di rifugiati stranieri. La variazione era già stata utilizzata in Victor Frankenstein (1977) di Calcin Floyd. ⦁ Lo scontro finale fra Frankenstein, la Creatura e la povera Elizabeth era già stato rappresentato in Frankenstein oltre le frontiere del tempo (1990) di Corman. ⦁ Il colera decima le persone di Ingolstadt, e Victor spera che la Creatura muoia per la malattia. Nel libro non si parla di colera, mentre di epidemia di colera si tratta nel film tivù Frankenstein (1993) di David Wickes.
⟡ Robert De Niro studiò il linguaggio delle persone che erano state colpite da ictus cerebrale al fine di apprendere la prosodia di chi impara di nuovo a far emergere il linguaggio.
⟡ Kenneth Branagh bandì dal set il termine "mostro".
⟡ Si chiese a Sean Connery se volesse interpretare il professor Waldman ma questi rifiutò.
⟡ Il liquido amniotico in cui viene fatta rivivere la creatura era gel riscaldato. Nella scena in cui il mostro e Victor provano a mettersi in piedi e scivolano, la tuta indossata da De Niro che gli dava l'aspetto nudo si lacerò in un punto, sicché le riprese dovettero essere compiute solo da un'angolatura.
⟡ Benché non sia stato accreditato alla sceneggiatura, Branagh scrisse di suo pugno la scena in cui l'Elizabeth rianimata si dà fuoco.
⟡ Inizialmente Branagh voleva Emma Thompson per il ruolo di Elizabeth ma l'attrice rifiutò la proposta per lavorare nel film Carrington (1995) e il ruolo andò alla Carter. Malissimo, perché Branagh e la Thompson, ai tempi, erano sposati e il regista s'innamorò della Carter sul set finendo per lasciare la moglie.
⟡ Kate Winslet fu provinata per il ruolo di Elizabeth, ruolo poi preso dalla Carter. Tuttavia, Branagh fu così impressionato dalle capacità della Winslet che la chiamò per il ruolo di Ofelia in Amleto (1996), ruolo che, per coincidenza, era stato coperto dalla Carter nell’omonimo film di Zeffirelli del 1990.
⟡ Barnagh, John Cleese e Robert Hardy, presenti in questo film, lavoreranno ancora insieme in Harry Potter e la camera dei segreti (2002).
Titolo originale
Mary Shelley's Frankenstein
Regista:
Kenneth Branagh
Durata, fotografia
123', colore
Paese:
USA, UK, Giappone
1994
Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
