Monsters
Voto:
Una sonda mandata su Europa, luna di Giove, torna sulla Terra diffondendo nel territorio messicano una forma di vita contro la quale l’uomo, ora, si trova a combattere. Il fotoreporter Andrew (Scoot McNairy) deve scortare Samatha (Whitney Able), figlia del suo editore, attraverso un territorio interdetto, per la presenza degli alieni, fino ai bordi degli Stati Uniti. Si rivelerà un’avventura pericolosa ma anche profondamente umana.
LA RECE
Monster movie intimista, in cui la presenza aliena funziona come catalizzatore delle dinamiche umane, in quello che potrebbe essere letto come un rovesciamento del paradigma classico del film di invasione. si può rintracciare in opere successive come "A Quiet Place" o "Bird Box", che hanno similmente utilizzato la presenza di creature misteriose come pretesto per esplorare dinamiche umane più profonde.
Film sorprendete nei risultati sapendone i particolari produttivi. Il filmmaker Edwards si impegnò non poco nell’eremo del suo ambiente domestico per apprendere i principi della modellazione 3D digitale e raggiungere risultati talmente buoni da essere chiamato dalla BBC per curare gli effetti visivi di alcuni prodotti documentaristici come Seven wonders of the industrial world (2003) e Hiroshima (2005). Con notevole coraggio e intraprendenza, Edwards racimolò 14.000 dollari, quattro persone che lo potessero assistere nelle riprese, due attori di seconda fila, e volò fra Messico e Costa Rica dove noleggiò un van che avrebbe ospitato tutti. In queste condizioni, Edwards filmava quando trovava gradevole la location, lasciando che Able e McNairy discorressero a ruota libera aggiungendo a piacere dialoghi su una sceneggiatura non rigida. Il risultato è Monsters, un piccolo e stupefacente fantascientifico distante non poco dai comuni monster-movie, benché i mostri del titolo ci siano eccome e, non stupisce, realizzati con una perizia da far invidia ad alcune pellicole da milioni di dollari; si badi, il lavoro effettistico non si limita agli alieni ma a tutta una serie di elementi (segali stradali, rottami, …) ottimamente integrati nell’ambiente. Il regista parla della sua pellicola come “la Guerra dei mondi (2005) incontra Lost in translation (2003)” per dare una vaga idea della particolarità del soggetto, al quale potremmo aggiungere un tocco di Cloverfield (2008) e Stalker (1979) se pensiamo a un gruppo di persone che deve attraversare una zona aliena in cui non vigono più le leggi umane. Pur somministrando la visione degli alieni, soprattutto in una sequenza finale di un certo lirismo, Monsters è più un film drammatico e sentimentale che fantascientifico, un viaggio intimo e conoscitivo di due soggetti umani all’apparenza diversi, lui avventuriero, lei borghese, attraverso una foresta che si fa metafora di tante cose. Il film bilancia silenzi e azione, l’educato desiderio del protagonista maschile verso la bella compagna di viaggio, la delusione di lei per un fidanzato distante che la snobba, la morte e la distruzione tutt’intono, le piccole gentilezze degli autoctoni, la scoperta che gli alieni così cattivi poi non sono se li si lascia in pace e che, in certe condizioni, siamo tutti profughi che devono scavalcare un muro per assicurarci la sopravvivenza. La morale? Il mostro è negli occhi di chi guarda. Il film taglia corto sulla sorte di questa coppia che s’innamora nelle condizioni più estreme; a schermo spento ci si chiede, parteggiando, cosa ne sia stato di loro, tutto ciò che non ci si chiede al termine del blockbuster Cloverfield. Non è poco. Monsters è un’esperienza cinematografica che rimane. Sorprende piacevolmente vedere che si può ancora fare buon cinema con pochi soldi se si hanno capacità, idee e volontà. Gareth Edwards, meritatamente, si conquista la sedia col nome dietro nelle grandi produzioni hollywoodiane e dirigerà Godzilla (2014) e il prequel di Guerre Stellari Rogue One (2016). Non distraetevi con il sequel Monsters: dark continent (2014), è Monsters di Edwards quello da vedere; lo dice anche Steven Schneider che ha inserito la pellicola fra le “1001 che devi vedere prima di morire”. L'eredità di Monsters, ovvero del monster sci-fi che consente l'esplorazione di dinamiche profonde, influenzerà pellicole quali a Quiet place (2018) e Bird Box (2018).
TRIVIA
Gareth Edwards (1979) dixit: “Non ricordo esattamente quando ho visto per la prima volta Guerre stellari; per me è come se fosse sempre esistito. […] Dall'età di circa sei anni l'ho guardato ogni giorno per almeno un paio d'anni. Devo averlo visto più di 200 volte. Mia madre si ricorda che lo citavo parola per parola nei lunghi viaggi in auto. Una volta ho trascritto l'intera sceneggiatura. Non riuscivano a capire se ero un grande appassionato di cinema o un autistico. La cosa triste è che per il mio trentesimo compleanno sono andato in Tunisia con la mia ragazza e siamo andati nel posto dove hanno girato il film. Abbiamo passato la notte all'hotel Troglodyte, in un posto chiamato Matmata, che era la casa di Luke Skywalker. Poi abbiamo attraversato il deserto per raggiungere lo stesso luogo di quello che chiamano "l'Igloo". Non riuscivo a capacitarmi del fatto che questo posto fosse reale. Guerre stellari è sicuramente il motivo per cui ho voluto diventare un regista” (theguar-dian.com).
⟡ Il film, oltre a proporre una lunga sezione in cui i due protagonisti risalgono un fiume in direzione della meta, cita Apocalipse now (1979) in una sequenza nella quale la visione degli elicotteri è accompagnata dal pezzo classico “La Cavalcata delle Valchirie”.
⟡ In Godzilla (2014), nei credits iniziali, a fianco del nome del regista Gareth Edwards appare la parola “Monsters” poi sfumata, riferimento a questo suo precedente film.
⟡ In Rogue One: a Star Wars story (2016) è nascosto un riferimento a Monsters: si tratta di uno dei dipinti nella grotta.
⟡ Tutti gli effetti speciali sono stati realizzati dal regista con il suo PC domestico.
⟡ Edwards ha fatto sapere che il parallelismo fra ciò che accade nel film e il problema socio-politico degli emigranti messicani in USA è del tutto non intenzionale.
⟡ La canzone che si sente mentre i due protagonisti girano per il mercato messicano, “El Cascabel”, è una di quelle inserite nel disco d’oro alloggiato nel satellite Voyager 1 lanciato nel 1977, l’oggetto umano più distante dalla Terra; attualmente, il satellite si trova a circa 24,9 miliardi di km da noi (dato 2025).
Titolo originale
Id.
Regista:
Gareth Edwards
Durata, fotografia
94', colore
Paese:
UK
2010
Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
