Mosquito

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Voto:

Un alieno caduto sulla Terra viene punto da una zanzara che subisce una mutazione tale per cui diviene enorme, pur mantenendo la pessima abitudine di succhiare sangue. Gli umani in zona diventano le prede preferite.

LA RECE

Come nota ironicamente Joe Bob Briggs nella sua raccolta "Profoundly Disturbing: Shocking Movies That Changed History", film come Mosquito rappresentano "l'ultimo anello evolutivo di quella catena che parte da Assalto alla terra (1954) e arriva direttamente al reparto offerte del Blockbuster"; un'osservazione che cattura perfettamente la natura gioiosamente anacronistica dell'opera. E pure il passare del tempo!

Horror low-budget con un iniziale tocco fantascientifico che vede un'astronave precipitare sulla Terra con conseguente decesso dell'alieno occupante che spunta morente dal rottame ad omaggiare la Guerra dei mondi (1953). Le zanzare succhiano il sangue sbagliato e mutano; almeno la spiegazione del gigantismo dei ditteri non pesca dal solito esperimento governativo andato male, dallo scienziato matto di turno o dai rifiuti tossico-atomici; non che succhiare il sangue di un alieno abbia molto senso. Comunque, siamo in presenza di un animal-horror con una creatura protagonista diversa dal solito, anche se, solo l'anno prima, era apparso Skeeter (1993) che pure trattava di zanzare killer. Alla regia, l'esordiente Gary Jones, ex effettista e futuro regista di horror così così per la tv, con una certa predilezione per gli animali che "gone wild" (Spiders, 2000; Crocodile 2: Death swamp, 2002). Il film, passato sul grande schermo, ha, però, l'aria poveristica di una produzione tivù con un cast di terza mano, qualche nudo piacevole ed effetti speciali carnevaleschi. Di paura non se ne parla, mentre lo splatter fa la sua comparsa a sprazzi, attenuato da diversi quadretti comici. Sarà che la zanzara gigante, di per sé, non ha un grande potenziale orrorifico; così, la storia procede canonicamente senza scossoni fino alla resa dei conti con conclusiva esplosione catartica. Il cast mediocre è composto da volti sconosciuti e dimenticabili tranne il buon vecchio Gunnar Hansen, il Leatherface di Non aprite quella porta (1974), nei panni del malvivente. Fra ronzii minacciosi, torme di zanzare giganti che inseguono i protagonisti e riprese con la soggettiva dell'insetto, non è che lo spettatore si diverta molto. Scena madre: una bella donna nuda viene sorpresa nella tenda da un dittero gigante che tenterà di succhiarle il sangue proprio lì, ma, prontamente, la donna si girerà e rimedierà solo un punturone sulla natica. Piccolo horror bizzarro e trash che ripesca dalla tradizione cinematografica anni '50 relativa agli insetti ingigantiti e, quindi, può essere gradito solo agli amanti del cinema di serie-B.

TRIVIA

⟡ L'attore Gunnar Hansen non aveva preso in mano un'altra motosega da quando aveva impersonato Leatherface nel film del ‘74, cioè 20 anni prima. 

⟡ Nella scena in cui due pescatori sono presi di mira dalle enormi zanzare, Matt Hundley, capo agli effetti speciali, fu scelto per il ruolo di àncora. Gli furono applicati dei pesi ai piedi e fu messo in acqua: il suo compito era quello di tenere il cavo che tratteneva la barchetta al centro della ripresa. Matt Hundley non fu la prima scelta della produzione per curare gli effetti speciali. Lui fu scelto dopo che, incredibilmente, il precedente effettista era sparito nel nulla non prima di aver detto alla crew: "Tornerò, mi allontano solo per comprare un pacchetto di sigarette".

Titolo originale

Id.

Regista:

Gary Jones

Durata, fotografia

71', colore

Paese:

USA

Anno

1994

Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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