Mothman prophecies, the - Voci dall'ombra

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Voto:

Dopo aver perso la moglie che, alla fine dei suoi giorni, aveva avuto una strana visione, John (Richard Gere), giornalista al Washington Post, giunge a Pont Pleasant (West Virginia), luogo in cui sono avvenuti strani fenomeni riconducibili alle visioni di sua moglie. Pare che lì sia apparso uno strano essere alato, il Mothman, l'uomo falena, le cui epifanie sono presagio di sventura.

LA RECE

Meditazione ipnotica e minimalista sulla natura del trauma e della predestinazione, cioè l'esplorazione del dolore attraverso il prisma del soprannaturale, un po' come nel film di Roeg del '73. Promosso.

Interessante thriller, dai toni onirico-orrorifici ma senza facili jump scares, basato su una storia vera, o presunta tale, e tratto dal libro “The Mothman Prophecies” (1975) di John A. Keel che narra le vicende dell'Uomo Falena di Pont Pleasant conclusesi il 15 dicembre 1967 con il crollo del ponte della cittadina, l'Ohio Silver Bridge, e la morte di 46 persone più il ferimento di 9. Il faccione addolorato di Gere ci introduce in una narrazione che rispetta ed amplifica il mito urbano dell’Uomo Falena, molto probabilmente una gran bella leggenda nata da un abbaglio, che però in the Mothman prophecies assurge ad esoterica entità in bilico fra il demoniaco, l’angelico, l’alieno o, forse, la creatura proveniente da un’altra dimensione che può giocare con lo spazio-tempo e, quindi, ha modo di avvisare le umane genti di fatti che ancora devono accadere. Il lavoro del televisivo Pellington non si distingue per creatività, tuttavia rispetta più del dovuto il pubblico mainstream e non somministra facili spiegazioni ma, anzi, lo lascia nel dubbio procedendo a confonderlo con inganni temporali e anche con un plot che s’ingarbuglia sempre più. Le atmosfere, la fotografia e le luci sono molto buone e certe circostanze sanno anche mettere i brividi (la telefonata), lasciandoci con la sinistra nozione di una realtà parallela alla nostra fatta di entità bizzarre che chissà cosa vogliono da noi. Il film si distingue anche per il suo approccio minimalista all'horror visivo: il Mothman stesso resta principalmente una presenza suggerita, un'ombra alla periferia della visione, un "significante spettrale" (Jacques Deridda) che destabilizza la nostra percezione della realtà senza mai materializzarsi completamente. Il tono pacato e dilatato della pellicola, forse non esaltante per chi ama i dinamismi, è, in realtà, il suo valore aggiunto e dona alla narrazione e agli ambienti una plumbea oppressione che non conosce mai sosta, per quanto l’asincrono finale catastrofistico riporti il racconto sui ritmi del canonico cinema mainstream. Richard Gere, nel ruolo del giornalista John Klein, offre una performance contenuta che ricorda il protagonista di A venezia... un dicembre rosso shocking (1973) di Nicolas Roeg, un altro film che esplora il dolore attraverso il prisma del soprannaturale. Pur rimanendo un sottodimensionato prodotto cinematografico (o forse è proprio quel suo minimalismo orrorifico ad essere apprezzabile), the Mothman prophecies, a fine visione esso sedimenta e si lascia riguardare con piacere anche dopo diverso tempo. Per chi voglia approfondire il mito dell’arcano figuro alato, si ha il documentario Eyes of the Mothman (2011) e altre drammatizzazioni cinematografiche: Mothman (2010), the Mothman curse (2014), the Mothman of Point Pleasant (2017), The Mothman Legacy (2020), Return of the Mothman (2022).

TRIVIA

Mark Pellington (1962) dixit: “Quando avevo 17 anni e vivevo a Baltimora ed ero un atleta collegiale, l'unica cosa che mi rendeva diverso dai miei amici atleti era il fatto che mi piaceva molto il punk rock. Andavo al negozio di Baltimora e compravo questi dischi importati e una rivista di New York chiamata Trouser Press, la bibbia della new wave e della musica punk rock alla fine degli anni Settanta. Uno degli scrittori, che era un ragazzino e probabilmente aveva solo tre anni più di me, di nome Tim Sommer, mi esaltò attraverso la sua scrittura verso tutti questi gruppi, sia americani sia inglesi, di cui non avevo mai sentito parlare, e che mi cambiò la vita. Mi ha letteralmente indirizzato a venire a New York e a lavorare per MTV, e questo è stato il percorso che mi ha portato a diventare un regista” (interviewmagazine.com).

⟡ Nel film, l'esperto di paranormale ha nome Leek, inverso del nome dell'autore dal cui libro è tratto il film. 

⟡ Il barista che si vede nel film è il regista. 

⟡ Nella versione originale, è del regista la voce di Indrid Cold durante la telefonata. 

⟡ L'orologio nella camera d’hotel nella quale pernotta John Klein segna le 6:14. Questo è un riferimento biblico al vangelo di Giovanni: "Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo”. 

⟡ Sfortunatamente, a differenza di quanto viene detto nel film, il glioblastoma non è un tumore così raro da colpire una persona su 600.000. Il glioblastoma è, in effetti, il tumore maligno più comune tra le neoplasie cerebrali e la sua incidenza è di circa un caso su 30.000 persone/anno. 

⟡ Il Mothman è nascosto in vari momenti del film e lo si può vedere, ben sei volte, in alcuni casi per pochi fotogrammi. In una delle sequenze più “subliminali”, impossibili da rilevare se non scorrendo il film fotogramma per fotogramma, si vede il volto rosso del Mothman. Ciò avviene nella scena del crollo del ponte: un cavo salta e colpisce il parabrezza di C.J.; poco prima dell'impatto, abbiamo la prospettiva di C.J. attraverso il parabrezza e, proprio mentre il cavo sta per colpirlo, abbiamo questo fulmineo inserto. 

⟡ Nonostante ciò che viene riferito per iscritto alla fine del film, le cause del crollo dell'Ohio Silver Bridge non sono sconosciute ma sono state determinate nel cedimento di alcune eyebar, ovvero di lunghe barre di metallo con grosse viti alle due estremità. L’incidente ha portato, nel 1968, all’approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti di un protocollo più stringente per l’ispezione e la manutenzione dei ponti in tutto il territorio USA.

Titolo originale

The Mothman Prophecies

Regista:

Mark Pellington

Durata, fotografia

113', colore

Paese:

USA

Anno

2002

Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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